MotoGP, al via l'operazione porte chiuse

MotoGP, al via l'operazione porte chiuse
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Dorna ha iniziato a organizzare la disputa di gare in configurazione minima. Da dove si potrebbe partire?
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
16 aprile 2020

L'ipotesi è già stata ventilata più volte, ma sembra che stia diventando realtà: Dorna sta iniziando a organizzare un numero di gare - non ancora precisato, anche se il nostro Zam assieme a Manuel Pecino aveva parlato di dieci - da correre a porte chiuse, in maniera da salvare il salvabile. La prova è una mail di Mike Trimby (il numero uno dell'IRTA, l'associazione che riunisce i team) che chiede agli sponsor tecnici di specificare il personale minimo necessario per assistere team e piloti in eventi a porte chiuse.

Un allegato alla mail chiede nomi e nazionalità delle singole persone coinvolte, in maniera da capire se, e come farli arrivare ad ogni GP.
E la mail specifica chiaramente come solo il personale tecnico sarebbe ammesso a queste gare: niente sponsor, niente hospitality, niente PR o media. In sostanza, solo i bilici con il materiale minimo indispensabile, i piloti e il personale dei team. Stampa, personale collegato, e addirittura anche il management dei team (in certi casi) verrebbe ritenuto non indispensabile, e potrebbe operare da remoto.

A questo punto rimarrebbe da capire quale potrebbe essere un'ipotetica prima data: al momento, la prima gara confermata è il GP della Germania per il 21 giugno. Il numero di 10 gare sembra però piuttosto vicino a quelle 11 che si avrebbero facendo partire il Mondiale con il Gran Premio del Red Bull Ring in Austria (il 16 agosto) che sarebbe, guarda caso, la nazione che già sta iniziando a riaprire le attività.

Restiamo sintonizzati, in attesa di novità. La prospettiva di avere una MotoGP 2020 (e speriamo anche la Superbike, magari in un secondo momento) appare di nuovo realistica.