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Sul suo blog, presente sul sito del team SIC58 Squadra Corse, Paolo Simoncelli ha pubblicato un commento sulla gara del Qatar. In particolare, Simoncelli si è soffermato sull'incidente tra Fabio Di Giannantonio e Jorge Martin. Il pilota spagnolo, al suo debutto stagionale a Lusail, è stato dimesso la domenica di Pasqua dall'ospedale Hamad General, dopo aver riportato uno pneumotorace e undici fratture alle costole.
"Lasciamo il Qatar grati, non per ciò che è successo ma per quello che non è successo", scrive Simoncelli. "Martin ne è uscito “quasi indenne” dopo essere caduto e poi investito. Fortunatamente è stato colpito dieci centimetri lontano dal punto di non ritorno. Non era il momento, non era destino, chiamatelo come vi pare... in quella manciata di centimetri ci stava la tragedia. Ed è lì che mi viene da pensare ai famosi cordoli “Misano”. Intanto i cerchi ormai sempre più leggeri per inseguire la performance a tutti i costi, si piegano, si danneggiano e ogni volta è un costo per i team. E poi forse gli è stato dato il via libera con un po’ troppa leggerezza. Nati per proteggere, ma troppo spesso fonte di problemi hanno la loro parte di responsabilità".
"L’altra parte ce l’ha il fatto che i piloti oggi non hanno regole", continua. "Sanno che fuori dalla curva non c’è più la ghiaia, non c’è un burrone e diventa la “sagra del fuori pista”. C’è l’asfalto, e questo cambia tutto. Chi osa, non paga. Chi va lungo, torna in pista senza problemi. Chi non sbaglia mai… che vantaggio ha? Continuiamo a premiare l’azzardo e a penalizzare la precisione. Lo dico da tempo: serve una regola chiara. Per esempio se esci ti becchi un secondo di penalità. Oppure — visto che i fossati con i coccodrilli non li possiamo mettere — si torna alla vecchia cara ghiaia. Dove sbagliare ha un prezzo. Dove ogni azione in pista pesa e insegna".