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Questa è una grande opportunità per te, però come sempre c’è il rovescio della medaglia. Quando te l’hanno chiesto, quanto ci hai pensato prima di dire “ok, lo faccio”?
"Allora, non volevo fare le cose affrettate, perché le cose affrettate in MotoGP rischi di farle peggio. Infatti c’era la possibilità anche di andare in Malesia, però sarebbe stato un andare un po' così... Il mio obiettivo principale era quello di chiedere a Ducati se potevano almeno farmela provare prima, e alla fine è andata così. Abbiamo fatto un test a Jerez la settimana scorsa, però purtroppo il primo giorno ha diluviato tutto il giorno e Jerez, quando piove, fa veramente fatica ad asciugarsi l’asfalto. Infatti il giorno dopo ha girato Pirro fino alle tre del pomeriggio, e poi io ho fatto dalle tre alle cinque la sera. Ho fatto giusto qualche giro per capire almeno da che parte montare sulla moto. Non è stato un vero test, è stato più un assaggino, però dai, meglio che niente. Sicuramente questo weekend sarà difficile anche perché questa pista è tosta, con tutti questi sali e scendi che sembrano montagne russe. Non è proprio la pista più facile per debuttare"
Quanto ti senti diverso rispetto a quando hai lasciato questo paddock?
"Credo di essere abbastanza diverso, ho capito tante cose che magari avrei potuto fare diversamente prima. Però mi piace più pensare al futuro che al passato"
Tecnicamente, quanto cambia dalla MotoGP alla Superbike?
"Va più veloce, frena di più. Gli abbassatori sono un po’ difficili, perché non è un automatismo che hai: ci devi pensare. E poi le gomme sono molto diverse dalla Superbike, quindi tante piccole cose messe insieme fanno una montagna. In questo momento, quando guido, sono ancora lì che penso: allora la frenata, il disco in carbonio non posso frenare uguale, poi quando esco devo usare l’abbassatore, poi la gomma quando sono inclinato non è la Pirelli, perché si muove un po’ di più, la moto nel rettilineo va più forte, e poi devi ricordarti di togliere l’abbassatore, sennò quando freni rimani basso, non è proprio la cosa più facile del mondo. E qui a Portimão è ancora più difficile. È proprio diverso come frena la moto: frena molto di più. Arrivi magari 20-25 km/h più forte, ma si ferma uguale. Anche fisicamente non è facile"
Com’è invece dividere il box con Pecco? Avete un rapporto che viene praticamente da bambini...
"Sono molto contento di avere Pecco come compagno, perché ieri gli ho fatto una testa così e gli ho chiesto duecentomila cose. Però sai, un conto è la teoria e un conto è quando sali sulla moto e devi fare le cose. Non è la stessa cosa. Però sì, sono contento di averlo. Da piccoli eravamo molto legati, poi quando io sono uscito dall’Academy ci siamo un po’ persi, ma recentemente ci eravamo già un po’ riavvicinati. Quindi sono contento che ci sia lui, so che se ho bisogno di qualcosa glielo posso chiedere subito"
Quando sei andato in Supersport, pensavi di tornare qua?
"La mia idea era quella di diventare un pilota top della Superbike, magari anno dopo anno fare esperienza e crescere. Però l’anno scorso, al primo anno, ho vinto subito la prima gara e ho lottato per il campionato. Quest’anno, al secondo anno, ho lottato fino all’ultima gara con Toprak. Sono state due stagioni incredibili per essere i miei primi due anni in Superbike. Quando ho visto Toprak andare in MotoGP e poi ho saputo che nel 2027 ci saranno le Pirelli, ho pensato: adesso sto lottando con Toprak, lui va in MotoGP, e nel 2027 ci saranno le Pirelli. Quindi è cambiata un po’ la mia idea. Quindi sì, mi piacerebbe (tornare nel motomondiale, ndr), soprattutto nel 2027, quando le moto saranno forse un po’ più facili e più simili alla Superbike"