MotoGP 2023. Gigi Dall’Igna: “Ducati favorita? Credo di sì”

MotoGP 2023. Gigi Dall’Igna: “Ducati favorita? Credo di sì”
Giovanni Zamagni
Alla vigilia dei primi tre veri giorni di test del 2023, il direttore generale della Casa di Borgo Panigale fa il punto della situazione: “Abbiamo una squadra fortissima, non la cambierei con nessun altra. Ducati è la Casa che è cresciuta di più in questi anni, ma ogni stagione fa storia a sé. Vediamo le novità degli altri”
9 febbraio 2023

E’ stato un inverno di festeggiamenti e giuste celebrazioni. Ma anche di lavoro: l’ingegnere Gigi Dall’Igna e il reparto corse di Borgo Panigale non si sono certo seduti sugli allori.

L’obiettivo è tanto ovvio quanto ben chiaro: continuare a vincere. Alla vigilia del primo test della stagione, Moto.it ha avuto la possibilità di intervistare il direttore generale di Ducati Corse.

Allora Gigi, Ducati è pronta?

E’ una domanda difficile, bisogna aspettare di vedere le moto in pista e cosa hanno fatto gli altri: come sempre non dipende tutto da noi, ma da quanto bene hanno lavorato gli altri

Ma lo shakedown non serve per capire già i valori, cosa hanno fatto le altre Case?

Direi di no: serve per verificare che tutto funzioni bene, per fare le ultime prove prima di dare il materiale ai piloti ufficiali, le soluzioni nuove che abbiamo ideato. Non si può dare un giudizio sui tempi dello shakedown e nemmeno su quello che si è visto in pista.

Quindi il primo giorno di test c’è sempre un po’ di timore?

Questi test rappresentano il primo passo verso la stagione nuova: c’è sempre un po’ di incertezza, siamo tutti interessati a vedere cosa hanno fatto gli altri. Tutti potrebbero avere avuto un’idea tra virgolette geniale e che può rompere gli equilibri rispetto alla stagione passata. Alla fine dei prossimi tre giorni potremo avere un quadro semi chiaro di quello che potrà essere il 2023, ma solo dopo Portimao ci sarà più precisione sui valori in campo. Storicamente, chi ha fatto molto bene a Sepang non è detto che poi sia andato bene anche durante la stagione.

Che Ducati vedremo in questi tre giorni?

Un  po’ diversa dal 2022. Quanto diversa ce lo diranno solo i test, vorrei valutare bene tutte le varie modifiche, le soluzioni nuove e capire quanto effettivamente ci possono dare in termini di prestazioni per decidere se usarle effettivamente anche in gara. La moto che ho in testa in questo momento, potrebbe essere diversa da quella che useremo a inizio stagione. Sentiamo cosa ci diranno i nostri piloti.

Che effetto fa avere il numero uno sulla carenatura?

Onestamente è un effetto piacevole: avere il numero uno non solo in MotoGP, ma anche in SBK è un qualcosa che non mi era mai successo prima e non era accaduto nemmeno a Ducati. E’ successo pochissime volte in passato, credo solo una volta (Yamaha, 2021, NDA): è sicuramente qualcosa di cui andare fieri. Mi ha fatto effetto vedere il numero uno durante la presentazione e farà ancora più effetto vederlo nella prima gara.

Siete la squadra da battere anche come piloti, non la cambieresti con nessun’altra?

Abbiamo il campione del mondo e l’altro pilota, Enea Bastianini, è quello che dopo Pecco ha vinto più GP nel 2022: sicuramente è una bella squadra, non la cambierei con nessun’altra.

Una volta ci si chiedeva: perché è così difficile battere i giapponesi? Adesso ci si chiede: perché è così complicato battere la Ducati?

Noi progressivamente siamo migliorati molto, sia tecnicamente sia nella gestione della squadra. Siamo quelli che in questo momenti riescono ad avere un giusto bilanciamento tra soluzioni nuove che vengono portate in pista e attenzione a non esagerare con le innovazioni. Siamo quelli che sono cresciuti di più in questi anni.

E questo perché? Per Dall’Igna, perché la Ducati crede nella MotoGP, o cosa?

Sicuramente Ducati crede nella MotoGP, sicuramente abbiamo avuto dei rivali molto forti negli anni passati che ci hanno portato a spingere molto sull’acceleratore dello sviluppo: prima o poi i risultati dovevano arrivare.

Facciamo un attimo il punto della situazione sul famoso sensore delle gomme.

Nelle prime tre gare verranno utilizzati solo per raccogliere dati e capire se e come utilizzarli nelle restanti gare. Siamo ancora in fase di sperimentazione: non è facile stare all’interno dei limiti imposti dal costruttore delle gomme. Se si sta troppo bassi di pressione si rischia di arrivare alla rottura della gomma - e questo, evidentemente, è pericoloso -, mentre se si sta troppo alti, si rischia di perdere grip e di far cadere il pilota. Bisognerà capire se si riuscirà a trovare il giusto compromesso all’interno di questi parametri, anche perché le condizioni in gara sono variabili, la scia ha una grande importanza.

Secondo molti appassionati di Moto.it, c’è troppa aerodinamica e tecnologia nelle motoGP di oggi: c’è il rischio che si esasperi troppo questo aspetto?

Secondo me le moto non sono diventate più brutte e anche sulle moto stradali si stanno vedendo tante soluzioni prima impensabili. L’aerodinamica delle MotoGP attuali è stata voluta così: si potrebbe anche tornare a fare delle ali meno evolute e più belle, probabilmente in futuro si farà così. Ma con le ali le moto sono sicuramente più sicure, la ruota anteriore sta più attaccata a terra e la direzionalità della moto è certamente migliore. Non credo sia ragionevole tornare indietro sulla sicurezza: possono essere rivisti e aggiornati, ma questi sistemi portano più sicurezza.

Torniamo alla pista: che campionati ti aspetti?

Credo sarà un campionato bellissimo, la competitività aumenta sempre, ci sono tanti costruttori e piloti che possono vincere. Le statistiche dicono che il numero di sorpassi è sempre aumentato anno dopo anno.

Ducati è favorita?

Partiamo con il numero uno sulla carenatura: credo di sì. Siamo favoriti sulla base di quello che è successo l’anno scorso, poi questi test ci diranno meglio i valori del 2023.