MotoGP 2020. GP di Aragon. Dovizioso: “Danilo poco intelligente”. Petrucci: “Devo fare il meglio per me”

MotoGP 2020. GP di Aragon. Dovizioso: “Danilo poco intelligente”. Petrucci: “Devo fare il meglio per me”
Giovanni Zamagni
Andrea durissimo nei confronti del compagno di squadra: “Non ho chiesto aiuti e non li chiederò mai, non c’era bisogna di parlarsi, basta ragionare: non aveva la velocità per andare in Q2, ci è andato solo per merito mio”. Danilo: “Avevo bisogno di una scia, mi spiace per lui”
17 ottobre 2020

Dopo quanto accaduto in qualifica, il primo a parlare, in ordine di tempo, è Danilo Petrucci, che, naturalmente, non può sapere quanto dirà Andrea Dovizioso mezz’ora più tardi: “Da Danilo non me l’aspettavo”, l’estrema sintesi delle parole di Andrea.


DANILO PETRUCCI

“Non c’era nessun ordine, ma sono veramente dispiaciuto per Andrea. Qui perdo tantissimo in rettilineo: mi serviva una scia, ho trovato Andrea e ho sfruttato la sua. Mi spiace che poi lui sia rimasto fuori dalla Q1: ci parlerò appena possibile. Io uso le armi che ho a disposizione, mi spiace solo che a farne le spese sia stato lui”.

 

Se fosse successo a te, ti saresti arrabbiato come Andrea?

“Sì, probabilmente sarei arrabbiato, ma c’erano tanti modi per andare in Q2, ma non sono nella testa di Andrea e non mi sto giocando il mondiale, non so come avrei reagito”.

 

Quanto è la differenza di velocità tra la tua Ducati e la sua?

“Non lo so, parecchi chilometri, comunque. E questo si traduce in decimi e decimi. Faccio fatica in 4, 5 e 6 marcia, anche per un motivo aerodinamico”.

 

La differenza con l’anno scorso è che adesso corri per te stesso, nel 2019 per la Ducati?

“Sì, l’anno scorso correvo per la Ducati, ma sono stato mandato via nel 2020, ancora prima che iniziasse la stagione. Adesso corro per me, ma se ricevo indicazioni dalla Ducati le rispetto fino all’ultimo GP. Ma io devo fare il meglio per me, usare tutte le mie armi”.

 

Andrea Dovizioso

Tocca a Dovizioso: non c’è più la rabbia feroce di quando è rientrato ai box, scagliando un guanto contro la parete, ma rimane l’amarezza, che si trasforma in parole dure nel confronto del compagno di squadra.

“Fino adesso è stato un GP complicato, per il freddo e tanti altri motivi. Sono anche caduto nelle FP3, ma sono rimasto calmo, ho lavorato bene e nelle FP4 sono riuscito a guidare con un gran passo con le gomme medie. Così sono arrivato in qualifica con una buona velocità e sensazioni positive. Sono arrabbiato perché penso che Danilo non abbia fatto la cosa giusta: non aveva la velocità per entrare in Q2. Mi ha seguito per tre volte: per il rapporto che abbiamo e considerando che io sono ancora in lotta per il mondiale, avrebbe dovuto essere più intelligente”.

 

Vuoi dire che avrebbe dovuto aiutarti?

“Non ho detto questo, assolutamente. Ho detto solo che lui ha fatto il tempo dietro di me e non aveva la velocità, ha guadagnato dei decimi per avermi seguito tre volte. E’ andato in Q2 per merito mio, non per la sua prestazione. Non ho chiesto nessun aiuto, è molto differente”.

 

Non vi siete parlati prima?

“Non c’era bisogno di farlo. Siamo usciti, io ero davanti, l’ho fatto passare, mi ha fatto ripassare. Ci può stare. Ma con la seconda gomma no. Non dobbiamo fare nessun accordo, credo che lui dovesse pensare in maniera più intelligente. Io ho fatto da solo il mio tempo, lui no: doveva capire la situazione”.

 

Non credi che la Ducati dovesse dare ordini?

“Non chiedo nessun aiuto, non l’ho mai fatto nemmeno quando ero in condizioni di farlo con un pilota spagnolo (Lorenzo: non lo nomina neppure! NDA). Non chiedo questo, non ho bisogno di strategia da Ducati, ma di velocità. Per tutto l’aiuto che ho dato a Danilo in questi anni e per il rapporto che abbiamo tra di noi, avrebbe dovuto essere più intelligente. E’ vero che quando ti giochi un mondiale, dovresti stare attento anche ai dettagli, ma non credo che Ducati abbia colpa. Non posso dire che Ducati non stia facendo il massimo di quello che può fare. Non è questo il punto”.

 

In F.1, però, si fanno queste cose?

“Queste situazioni sono complicate e a me non piace quello che succede in F.1, non fa parte delle cose delle moto. Ripeto, non credo che sia stato intelligente , non c’era bisogni che la Ducati dicesse niente. Difficilmente giustifico la Ducati sulle sue strategie, ma oggi non ha sbagliato”.

 

Adesso cosa succederà tra di voi?

“Non sono uno che porta rancore, non punto il dito, non voglio dargli troppa importanza. Non gli ho mai chiesto di farmi arrivare davanti, ma oggi non mi è piaciuto. E non è la prima volta”.

 

E’ una delusione sportiva o umana?

“Umana, non sportiva: è normale che lui provi a portare a casa il suo risultato”.