MotoGP 2020. Andrea Dovizioso: “Zarco veloce qui? Conta la classifica finale”

MotoGP 2020. Andrea Dovizioso: “Zarco veloce qui? Conta la classifica finale”
Giovanni Zamagni
Andrea dà l’addio al mondiale, anche se matematicamente è ancora in corsa: “Mai avuto sensazioni positive in tutto il 2020, non abbiamo carte da giocare”. Su Johann: “E’ stato bravissimo, come lo era stato a Valencia. Ma anche lui è stato incostante, io ho molti più punti di lui”
25 ottobre 2020

Non si è mai fatto illusioni, nemmeno quando era in testa al campionato, figurarsi adesso che è quinto in classifica a 28 punti dalla vetta. La matematica, ovviamente, tiene ancora in gioco Andrea Dovizioso, ma solo quella.

“Purtroppo, dentro al box sai com’è la situazione, in base alle sensazioni che hai sai se puoi dire la tua o no. Negli ultimi anni, ho sempre avuto la sensazione di farcela, ma nel 2020 mai. Non ha nessun senso parlare di campionato adesso, ci vuole velocità, conta quella. E noi non ce l’abbiamo. Non possiamo andare a Valencia, dicendo: beh, dai che ce la facciamo. Ma non bisogna arrendersi. E’ solo positivo, adesso, tornare a casa, allontanarci da queste brutte sensazioni”.

 

Difficile, adesso, avere motivazioni?

“No, non è una questione di motivazioni, ma è brutto correre così, con la consapevolezza di non potertela giocare, di non avere la possibilità di lottare per il podio o per le posizioni lì vicino. E’ questo che dà fastidio: ci fosse questa possibilità, sarei in lotta per il campionato”.

 

Però, guardando quello che ha fatto Zarco, è naturale pensare che si poteva fare qualcosa di più.

“Anche noi ci chiediamo il perché di certe prestazioni. Tutti hanno avuto alti e bassi, in particolare i piloti Ducati e quando uno va più forte cerchi sempre di capire perché. Ma alla fine contano i punti in classifica: io, a parte Jerez1 e Austria1 non ho fatto chissà cosa, ma alla fine sono sempre davanti in campionato e di tanto. Zarco qui è stato bravo, come lo era stato a Brno, ma su altri tracciati è successo l’opposto. Anche per lui è difficile essere sempre davanti”.

 

Sicuramente la Ducati ha delle colpe, ce le hanno anche i piloti?

“E’ giusto mettere sotto processo i piloti, è normale che sia così nello sport, ma ci sarebbero altri discorsi da fare. E’ brutto correre così, senza nessuna carta in mano da poter usare: perdi un po’ qui, perdi un po’ là, alla fine diventa difficilissimo. Fino all’anno scorso, noi potevamo sempre montare una gomma più morbida rispetto agli altri, adesso non è più così e soffriamo”.

 

Morbidelli ti ha passato in classifica, come lo vedi?

“Può giocarsi il campionato, perché lavora bene per la gara: in un campionato con così tanti alti e bassi può succedere di tutto. Morbidelli ha una buona moto, un buon team, ha sicuramente la possibilità di giocarsela”. 

 

Colpisce che tu non sappia cosa Michele Pirro abbia provato a Valencia?

“Ma non è la prima volta che succede, questo è un metodo di lavoro che c’è in Ducati. Si va avanti seguendo una certa mentalità: Ducati lavora su tantissimi aspetti e hanno il loro modo di comunicare e spiegarti le cose”.

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