MotoGP 2019. Le pagelle del GP d'Argentina

MotoGP 2019. Le pagelle del GP d'Argentina
Giovanni Zamagni
Lode a Márquez, 9 a Rossi e 8 a Dovizioso. Brutte pagelle per Viñales, 5, e per Lorenzo, 4
1 aprile 2019

MARC MÁRQUEZ:  VOTO 10 E LODE

La gara perfetta, il fine settimana perfetto da venerdì mattina a domenica pomeriggio. Lui dice che ci sono pochi giorni all’anno nei quali ti senti così a posto con la moto, ma la verità è che ci sono pochissimi giorni all’anno nei quali lui non è così veloce. Sembra imbattibile, e in un certo senso lo è. Imbarazzante.

 

VALENTINO ROSSI:  9

Guida da campione quale è, questa volta efficace anche in qualifica e non solo in gara. Ironizza sulla sua età dicendo che quando ha iniziato a correre le immagini TV erano ancora in bianco e nero, ma quando è in pista si dimentica di avere 40 anni, ha ancora la stessa fame di sempre, fisicamente è a postissimo ed è ancora capace di sorpassi da applausi. Márquez sa quanto sia difficile superare Dovizioso all’ultimo giro: lui ci riesce alla grandissima. Che spettacolo!

 

ANDREA DOVIZIOSO:  8

Si rammarica per aver perso il secondo posto, era convinto di poter battere Rossi nella volata finale. Si conferma solido, bravo a sfruttare al meglio una Ducati che in Argentina soffre più che in altre piste, e che anche lui non ama particolarmente. La risposta importante è che può lottare per il podio tutte le domeniche. Concreto.

 

JACK MILLER:  8

Su questa pista si esalta: è stato uno dei protagonisti. Non deve però rimane un caso isolato: la velocità ce l’ha, adesso ci vuole anche continuità. Bravo.

 

ALEX RINS:  7

Peccato per le prove: se in qualifica avesse fatto un po’ meglio (è partito 16°), il podio sarebbe stato ampiamente alla sua portata. In gara è andato forte, confermando la sua positiva attitudine a rendere di più la domenica. Si può comunque dire che ormai sia costantemente con i migliori. (Quasi) una certezza.

 

DANILO PETRUCCI:  6

In prova era in grande difficoltà, in gara non ha fatto male, anzi. Pesa l'essere arrivato dietro a Miller,  ma il bicchiere, alla fine, è mezzo pieno. Bravo a non demoralizzarsi dopo le qualifiche. Tenace.

 

ALEIX ESPARGARÓ:  7

Strapazza in tutti i modi il compagno di squadra: conta solo questo. Rimane lui il punto di riferimento dell’Aprilia.

 

POL ESPARGARÓ:  7

Alla fine vince la volata con Oliveira (voto 7): è sempre la sua la prima KTM al traguardo.

 

JORGE LORENZO:  4

Un GP da dimenticare, su una pista sulla quale ha sempre faticato. Come se non bastasse, un errore inconcepibile in partenza, quando ha inserito il controllo elettronico che limita la velocità nel rientrare ai box. Ma si riprenderà alla svelta. Credo…

 

CAL CRUTCHLOW:  6

Si è effettivamente mosso in partenza, ma ha pagato con una pena troppo grande un errore piccolissimo. Peccato, aveva un gran passo, il podio era ampiamente alla sua portata. Anche in qualifica, però, avrebbe dovuto fare meglio.

 

PECCO BAGNAIA:  5

Pista difficilissima per un debuttante, soprattutto con la Ducati: non è così preoccupante che abbia faticato.

 

JOHANN ZARCO:  4

Non riesce proprio a guidare questa moto.

 

ANDREA IANNONE:  2

Ultimo in qualifica, ultimo al traguardo: peggio di così non si può.

 

MAVERICK VIÑALES:  5

Velocissimo fino al warm up, ancora in difficoltà quando conta davvero. Alla fine sarebbe arrivato sesto (forse), ma il giudizio sarebbe stato comunque negativo. Il team manager Maio Meregalli sostiene che si è troppo negativi quando si dice che è un pilota da recuperare, ma nemmeno lui può negare - almeno questa è la mia opinione - che da lui ci si aspetta ben altro. Per certi versi, è sconcertante la differenza tra il sabato e la domenica.

 

FRANCO MORBIDELLI:  6

Alla fine fa un errore grave, sbagliando la frenata e coinvolgendo anche l’incolpevole Viñales, ma fino a quel momento era piaciuto un bel po’, per grinta, autorevolezza, gestione della gara, sorpassi: ha dimostrato tutto il suo potenziale. In crescita.

 

HONDA RC213V:   VOTO 9,5

Márquez fa la differenza, ma in Argentina anche Crutchlow è andato fortissimo, al di là del risultato finale. Qui era la moto più competitiva.

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