MotoGP 2018. Webb: "Non si può battere la natura"

MotoGP 2018. Webb: "Non si può battere la natura"
Giovanni Zamagni
Il direttore corsa Mike Webb spiega come si è arrivati alla decisione dell’annullamento del GP: “Siamo stati costretti a farlo per motivi di sicurezza: sull’asfalto si formava una pericolosa pellicola d’acqua. Abbiamo provato in tutti i modi a fare la gara, ma non c’erano le condizioni”
26 agosto 2018

SILVERSTONE - Ecco cosa ha detto Mike Webb, “race director”, direttore di corsa e rappresentate dell’Irta nella “Race Direction” composta anche da Franco Uncini e Loris Capirossi.

«Siamo stati costretti a cancellare il GP a causa delle condizioni del tracciato. Sul circuito c’era troppa acqua e tutti hanno visto cosa accadeva girando con la Safety Car. Abbiamo fatto tutto il possibile per poter disputare la gara, ma la sicurezza dei piloti è una priorità assoluta. Abbiamo fatto più di un tentativo, prima anticipando il GP, ma quando i piloti sono entrati in pista non c’erano le condizioni per far partire la gara. Abbiamo così rimandato la partenza, abbiamo discusso più volte, ma era palese che le condizioni non miglioravano anche quando pioveva poco».

 

E’ stata valutata la possibilità di correre domani?

«Sì, ma non era possibile».

 

Un inciso: verso le 13, quando si era capito che la possibilità di non correre era concreta e reale, è stata fatta una riunione con i team manager e la maggioranza ha votato per non correre domani: solo Ducati ufficiale, Ducati Avintia e Yamaha Tech3 erano disposti a rinviare il GP a lunedì, come era già successo nel 2009 in Qatar.

 

Si può dire che la colpa sia del nuovo asfalto?

«Abbiamo avuto tante esperienze di gare con il bagnato, ma è la prima volta che ci capita che si formi una pellicola di acqua: sicuramente quanto è accaduto è legato alla nuova superficie. Ma voglio sottolineare come sia stato fatto uno sforzo gigantesco per disputare il GP, ma battere la natura è impossibile».

 

Non si poteva anticipare la gara al mattino relativamente presto, diciamo alle 9.30, quando le condizioni erano migliori?

«No, ci sono delle esigenze tecniche: le tempistiche sono state decise assieme ai team».

 

Non bisognerebbe poter provare prima sull’acqua per capire com’è il circuito?

«Il problema è come replicare le condizioni di accumulo dell’acqua. Bisogna trovare un modo tecnico per farlo: l’esperienza fatta quest’anno in Qatar (durante i test invernali, NDA) ha dimostrato come sia un lavoro enorme riuscire ad allagare completamente un circuito. Non è quello il modo, non è un problema di facile risoluzione».