MotoGP 2018. Rossi: “Yamaha, vuoi vincere?”

MotoGP 2018. Rossi: “Yamaha, vuoi vincere?”
Giovanni Zamagni
Valentino, sorridente, usa parole durissime: “Honda e Ducati si impegnano di più e investono più soldi, come dimostrano il test team, gli sviluppi elettronici e il numero di persone in pista. Per recuperare, bisogna essere aggressivi, rischiare come fece a suo tempo Furusawa”.
9 agosto 2018

Zeltweg – Sorride, non alza i toni, parla pacato. Ma le parole di Valentino Rossi nei confronti della Yamaha sono durissime.
«Spero che la situazione migliori già quest’anno: la politica della Yamaha è sempre stata quella dei piccoli passi. Bisogna capire quanta voglia hanno di vincere, quanto impegno ci mettono, quanti soldi investono. Honda e Ducati spendono molti più soldi, come confermano il test team e gli investimenti fatti per l’elettronica, la gente che viene alle gare. A me piacerebbe si impegnassero al 100%».

Come dire: chissà se lo fanno per davvero. Ma non è ancora tutto: Rossi paragona questa Yamaha a quella del 2004, quando Masao Furusawa fu capace di rendere competitiva una moto perdente. «Furusawa è stato il mio riferimento tecnico e mi ha fatto crescere: lui, allora, fece delle mosse aggressive e coraggiose. Per progredire bisogna rischiare», completa un concetto piuttosto chiaro, che può essere così sintetizzato: la Yamaha non si impegna e non investe abbastanza; la politica dei piccoli passi non paga più. Come se non bastasse, ecco la pista meno indicata alla Yamaha.

«Questa è, sulla carta, una delle due o tre piste peggiori, se non addirittura la più ostica in assoluto per noi. Questo, perlomeno teoricamente, poi può accadere di tutto: nel 2017 avevo fatto una gran fatica, ma nel 2016 io e Lorenzo non avevamo fatto una brutta gara, eravamo arrivati vicino alle Ducati. Certo, non siamo in un momento tecnico invidiabile ed è un peccato, perché con la squadra stiamo lavorando bene».

I test di Brno sono serviti a qualcosa?
«Abbiamo provato tante cose, anche nei punti giusti, ma non è facile migliorare. La nostra moto è bella da guidare, è precisa, possiamo entrare forte in curva, ma perdiamo troppo in accelerazione».

E la nuova carenatura?
«È molto diversa esteticamente da quella vecchia, ma sulla moto non senti vantaggi. Va detto che Brno non è una pista indicata per fare questo tipo di prove: per il momento continueremo con quella vecchia, per poi fare altre comparative in altri circuiti».

La pioggia, eventualmente, potrebbe darvi una mano?
«Nel 2017 la pioggia era un incubo per noi, mentre credo che quest’anno la situazione sia migliore. Ma non lo posso sapere: non abbiamo mai girato con l’acqua. Ma io preferire che fosse asciutto, perché con l’acqua i controlli elettronici fanno ancora di più la differenza».

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