MotoGP 2018. Rossi: "Dovi strategicamente poco intelligente"

MotoGP 2018. Rossi: "Dovi strategicamente poco intelligente"
Giovanni Zamagni
Valentino si rammarica per quanto accaduto nel finale con il pilota della Ducati: “Eravamo secondo e terzo, saremmo finiti sul podio, invece lui ha provato a passarmi alla uno, dove io ero molto forte”. Sulla gara: “Sicuramente non è stata noiosa… Rimane il rammarico di non essere salito sul podio”
1 luglio 2018

 

ASSEN – Il GP dei rimpianti. Cosa sarebbe successo senza quel terribile tamponamento a Lorenzo, causato dalla perdita dell’anteriore del pilota della Ducati, al quinto giro? Come sarebbe andata a finire se al 12esimo giro, non si fosse ritrovato ottavo, per un altro contatto davanti a lui (Rins e Marquez)? Come sarebbe arrivato al traguardo senza l’escursione all’esterno della curva 1 all’inizio del 25esimo giro mentre era secondo e lottava con Dovizioso? La sensazione è che Valentino Rossi abbia perso un’occasione favorevole, non solo per salire sul podio, ma, forse, anche per vincere, al di là che, forse, Marc Marquez ne aveva per andare più forte se fosse stato necessario.


«Sicuramente non è stata una gara noiosa… E’ stato un GP incredibile e sono contento di averne fatto parte, di essere stato uno dei protagonisti. Peccato per il podio, avevo il potenziale per conquistarlo. Fin dall’inizio c’è stata una grande battaglia e sono stato fortunatissimo con Lorenzo: alla curva 12 ha perso l’anteriore, l’ho centrato a 220 km/h, ma è andata molto bene a entrambi. Anzi, forse il contatto l’ha addirittura aiutato a rialzarsi… Oggi era veramente difficile guidare bene, perché erano tutti molto aggressivi ed eccitati: all’inizio ho cercato di salvare la morbida posteriore, ero veloce come conferma il fatto che quando mi sono trovato con la strada libera davanti ho subito ripreso chi mi precedeva».

 

Alla fine, cosa è successo con Dovizioso?

«Stavamo lottando, l’ho passato all’ultima variante, eravamo secondo e terzo. Lui è uscito forte dalla chicane e ha provato a passarmi alla prima curva, dove io ero molto forte. Ho lasciato i freni, ma lui ci ha provato lo stesso: è stato un sorpasso aggressivo e mi ha buttato fuori. Ma di sorpassi così, oggi ce ne sono stati almeno trenta… Diciamo che strategicamente non è stato un sorpasso intelligente: potevamo salire entrambi sul podio, invece abbiamo finito quarto e quinto. Rimane il guasto per aver lottato, ma c’è l’amaro in bocca per non essere salito sul podio: era alla mia portata».

 

Ti ricordi altre gare così nella tua carriera?

«Sì, ma non tante in MotoGP. Assen è un po’ come Phillip Island, non si riesce a fare la differenza: si è formato un gruppone da 125 o Moto3. Bellissimo, anche se sulla moto non sei proprio rilassato».

 

La vittoria di Marquez è pesante per il campionato?

«Anche oggi lui era quello che ne aveva di più e quando ha voluto allungare è riuscito ad andare via. Qui eravamo a posto, vediamo se riusciamo a migliorare la moto per la parte finale della stagione».

 

Intanto, la Yamaha non vince da 18 GP…

«Io e Vinales abbiamo conquistato dei podi, lui ha fatto anche secondo ad Austin, ma è una vita che non vinciamo. I rivali hanno fatto un passo in avanti in accelerazione grazie ai controlli elettronici: la Yamaha è una moto bella da guidare, ma ha dei limiti. Ma la stagione è ancora lunghissima».

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