MotoGP 2018. Le pagelle del GP delle Americhe

MotoGP 2018. Le pagelle del GP delle Americhe
Giovanni Zamagni
Márquez 10; Iannone e Viñales 9; 6 a Rossi e 7 a Dovizioso
23 aprile 2018

MARC MÁRQUEZ - 10

Perde la lode solo per quanto successo in qualifica, ma la sua superiorità è stata evidente e schiacciante fin dalle FP1, in qualsiasi condizione. Da due GP mette in mostra una velocità perfino imbarazzante per gli avversari: e chi lo ferma uno così? (Quasi) Imbattibile.


MAVERICK VIÑALES - 9

Una prestazione convincente, sotto tutti i punti di vista: mentale, prestazionale, gestionale. Márquez qui non si batte, e lui non poteva fare di più. Sembra finalmente aver ritrovato la convinzione e la serenità di inizio 2017: se si mantiene così può ambire a grandi risultati. Ritrovato?



ANDREA IANNONE - 9

Eccolo, finalmente, il pilota che è stato capace di riportare la Ducati sul gradino più alto del podio nel 2016, e che in passato ha spesso entusiasmato per i suoi sorpassi e la sua velocità. Con la Suzuki sembrava penalizzato da un avantreno che non gli dà la necessaria sicurezza, ma ad Austin è tornato a fare il “Iannone”: che bello! E in TV, quando si è lasciato andare in un pianto liberatorio, ha mostrato un aspetto “umano” che a volte tenta di nascondere. Emozionante.


VALENTINO ROSSI - 6

Una sufficienza stiracchiata, una gara al di sotto delle aspettative. Si era visto dopo le prove che Márquez e Viñales ne avevano di più, ma sembrava che il terzo gradino del podio fosse alla sua portata. Invece non è mai stato della “partita”, ha sempre visto da lontano la Suzuki di Iannone. Sgommato.


ANDREA DOVIZIOSO - 7

Dopo venerdì si temeva una gara complicatissima. Effettivamente lo è stata ma il Dovi ci ha messo una bella pezza, conquistando un risultato prezioso che gli consente addirittura di tornare in testa al campionato. La differenza con Lorenzo è pazzesca: 17”785. Cosa deve fare di più? Primo in classifica.


JOHANN ZARCO - 5

Con quella moto non avrebbe dovuto arrivare dietro alla Ducati. Questo è stato il suo peggior GP stagionale: mai protagonista, sempre in affanno rispetto agli altri piloti Yamaha. Passo indietro.
 


DANI PEDROSA - 9

Chi pensava che il “robottino” non sia un pilota in grado di soffrire, si deve ricredere. Bravo Dani.


TITO RABAT - 8

Con la Ducati sta dimostrando di non aver vinto un mondiale in Moto2 per caso: non sarà un fenomeno, ma non è nemmeno così male. Conferma di meritare un posto in MotoGP. E non è solo una questione di soldi.


JACK MILLER - 5

Te lo aspetti davanti a Rabat, non dietro. Brutta gara.


ALEIX ESPARGARÓ - 6

Finisce nei dieci, ma la sua non è stata certo una prestazione esaltante.
 


JORGE LORENZO - 4

Siamo al punto più basso della sua avventura in Ducati, come ha ammesso lui stesso. Per un giro riesce anche a essere efficace, come si è visto nelle prove, ma sulla distanza non ci siamo proprio. E, purtroppo, è quasi sempre così. Nel baratro.


DANILO PETRUCCI - 4

Altra gara da dimenticare: dopo il promettente avvio in Qatar ci si aspettava molto di più. Invece le ultime due gare sono state complicate oltre ogni ragionevole aspettativa.


FRANCO MORBIDELLI - 4

Ultimo tra i piloti arrivati al traguardo, in difficoltà dalle FP1 fino alla bandiera a scacchi. C’è da lavorare.


CAL CRUTCHLOW - 4

E’ arrivato in Texas da capoclassifica, torna a casa quarto e avvilito da una caduta determinata da un errore “banale”, perché non sotto pressione in quel momento.


HONDA RC213V - VOTO 9,5

D’accordo, qui Márquez vincerebbe probabilmente anche con il mio Garelli Vip 3V, ma la Honda 2018 sembra godere di una grandissima competitività, in ogni situazione. Decisamente più avanti rispetto allo stesso periodo del 2017.


YAMAHA M1 - VOTO 9

Su una pista non troppo favorevole ha messo due piloti ai primi quattro posti: a livello elettronico non è ancora a posto, ma il resto sembra funzionare meglio.


SUZUKI GSX-RR - VOTO 9

Due podi consecutivi con due piloti, su piste e in condizioni molto differenti: ha ragione il nostro ing, è una moto competitiva.


DUCATI DESMOSEDICIGP - VOTO 6

Purtroppo rimangono i limiti del 2017: quando conta la velocità a centro curva, la Ducati va in crisi. Il problema è che se questo aspetto non è stato migliorato fino adesso, difficilmente ci si riuscirà nel proseguo della stagione.


APRILIA RS-GP - VOTO 5

Le aspettative – perlomeno le mie – sono altre: ha finito a 28”875 da Márquez. Va bene, Marc qui non conta, non prendiamolo in considerazione: sono comunque oltre 25 secondi da Viñales. Più di un secondo al giro: troppi.


KTM RC16 - VOTO 4

Dopo i progressi fatti nel 2017, adesso sembra essersi fermata. Anzi, pare addirittura aver fatto un passo indietro.