MotoGP 2018. Iannone: "Merito mio se la Suzuki è così competitiva"

MotoGP 2018. Iannone: "Merito mio se la Suzuki è così competitiva"
Giovanni Zamagni
Andrea commenta il secondo posto e si toglie qualche sassolino dallo stivale: “Ho fatto un errore alla curva 4, perché quando devi recuperare in curva quello che perdi in rettilineo, devi spingere di più. Non capirò mai perché mi hanno mandato via: forse sono scomodo”
28 ottobre 2018

PHILLIP ISLAND – Sembrava il favorito, ma un errore al 13esimo giro alla curva 4 e la mancanza di un po’ di motore hanno impedito ad Andrea Iannone di conquistare il successo, di tornare sul gradino più alto del podio su una pista dove si esalta ed è sempre andato fortissimo. Iannone celebra un secondo posto comunque più che positivo, togliendosi poi qualche sassolino dallo stivale.


«E’ stato un ottimo fine settimana: sono sempre stato veloce, abbiamo migliorato costantemente la moto, avevo il potenziale per provare a vincere. Purtroppo, un errore alla staccata del tornantino mi ha fatto perdere 4-5 posizioni e ho dovuto recuperare. Ho cercato di non consumare troppo le gomme, sono stato lì, poi a quattro giri dalla fine ne avevo di più: ho attaccato, ho recuperato 1”5, ma non è bastato per prendere Vinales».

 

Senza quel dritto, avresti potuto vincere?

«Forse sì, me la sarei giocata. Ma quando sei così tanto al limite, quando devi recuperare in curva tutto quello che perdi in rettilineo, devi spingere fortissimo per provare a guadagnare qualche decimo per non farti ripassare nel rettilineo successivo. Sono stato bravo a recuperare senza distruggere la gomma e alla fine è arrivato un buon secondo posto, positivo dopo una battaglia così. Purtroppo, le Ducati erano velocissime in rettilineo e in frenata: mi passavano e dovevo ricominciare tutto da capo, non potevo impostare il mio ritmo, nonostante fossi più rapido di loro».

 

Alla fine, hai sperato di riprendere Vinales?

«Ci ho provato, ho dato tutto quello che avevo, ho recuperato 1”5, ma poi la mia moto scivolava troppo, non potevo andare più forte».

 

E’ il tuo quarto podio con la Suzuki, come ne avevi conquistati nel 2016 con la Ducati.

«Dopo un 2017 difficile siamo cresciuti tanto e se avessi continuato con la Suzuki anche nel 2019 ne avremmo conquistati di più, perché ci sarebbe stato più entusiasmo. Io ormai sono fuori da questo gruppo, da questa Casa, da questo box e credo che un risultato così valga doppio. Dopo un anno complicato, ho fatto crescere la moto: non prendiamoci in giro, il merito più grande è mio, assieme al lavoro degli ingegneri».

 

Perché non ti hanno rinnovato il contratto?

«Non lo so e non lo capirò mai perché non andiamo avanti. La verità è che avere Iannone in squadra può essere scomodo, perché io voglio vincere, rompo le scatole per questo».

 

Tu non hai colpe in questo divorzio?

«Mi sono sempre assunto le mie responsabilità, ho sempre detto che il nostro 2017 era stato deludente, ma nel 2018 ho dimostrato tanto. Quando è arrivato materiale differente, quello che io ho chiesto insistentemente, siamo andati sempre più forte, abbiamo fatto sempre meglio: sono molto contento di aver dato il mio contributo. Ho dimostrato che avevo ragione, che Iannone è un grande, altro che pilota poco motivato: sono io che guido la moto, so quali erano i problemi».

 

A Valencia, però, dovrai ricominciare tutto da zero.

«Sì, ma sono sempre carico. Ci vorrà un po’ di tempo, basta che non cominciate a scrivere che Iannone è finito se arriva 13esimo…».

 

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