MotoGP 2018. Gp Brno, Rossi: "Cala troppo la gomma posteriore"

MotoGP 2018. Gp Brno, Rossi: "Cala troppo la gomma posteriore"
Giovanni Zamagni
Valentino poco soddisfatto dopo una giornata complicata per il caldo: “Ho poca fiducia nell’anteriore e, soprattutto, consumiamo troppo lo pneumatico dietro. Bisogna lavorare su assetto ed elettronica. Ma solo sabato i valori saranno più chiari”
3 agosto 2018

BRNO – Nel complesso una giornata complicata. Per diversi motivi: il caldo; la poca fiducia sull’anteriore; l’eccessivo consumo della gomma posteriore: per tutto questo Valentino Rossi è settimo a 0”504 e, in definitiva, poco soddisfatto. Ma, naturalmente, ancora possibilista.

«E’ stata una giornata difficile, con condizioni al limite con più di 50 °C sull’asfalto (55, NDA). Così è difficile guidare al massimo, anche per le numerose buche, sicuramente di più che nel 2017. Ho poca fiducia nell’anteriore, ma soprattutto sono preoccupato per il calo della gomma posteriore: così è difficile mantenere il ritmo... La situazione, però, non è ancora completamente chiara, perché molti piloti hanno girato con gomme differenti: io, per esempio, non ho provato la dura, che sembra funzionare bene e piacere a più avversari. Domani i valori saranno più chiari. Tutti soffrono molto con le gomme, bisognerà vedere chi soffrirà meno, perché c’è tantissima differenza tra i primi e gli ultimi giri: è obbligatorio essere il più gentili possibili per conservare gli pneumatici».

Su quali aspetti si lavora per far rendere la moto con queste temperature?

«Principalmente due: sull’assetto, per trovare il giusto bilanciamento, e sull’elettronica per conservare le gomme. Bisogna mantenere potenza, evitando però lo “spin”, perché se la gomma “spinna” tanto, cala di più. Con questo caldo l’asfalto perde grip, e con le buche in entrata devi avere il feeling per frenare sugli avvallamenti».

Quanto dà fastidio il caldo?

«Quando fa così caldo incameri meno ossigeno e sembra di andare in affanno con il fiato. Di conseguenza i muscoli sono meno reattivi: è molto importante il lavoro che è stato fatto a casa. Ogni volta che ti fermi, devi bere molto, anche sali minerali, per compensare la sudorazione».

E’ paragonabile alla Malesia?

«No, in Malesia è peggio».

Nelle FP2 sei sembrato meno efficace che nelle FP1: è così?

«Nelle FP1 ho fatto un buon tempo alla fine, montando le gomme nuove, mentre nelle FP2 sono partito con gli pneumatici usati del mattino. Ed effettivamente ho sofferto tanto, ci sono diversi punti dove non riesco a entrare al 100%».

Quali sono, oggi, i valori in campo?

«Márquez, Pedrosa, Dovizioso e Petrucci sembrano quelli messi meglio. Ma è solo venerdì».

Le novità di elettronica hanno portato qualche vantaggio?

«Si tratta di piccoli aggiustamenti, non ci può essere troppa differenza».

E’ ormai sicuro che anche la Yamaha avrà un test team europeo: cosa ne pensi?

«E’ un’ottima idea. In Giappone i circuiti sono differenti, ed è fondamentale avere una squadra in Europa, con un pilota sufficientemente veloce: si parla si Smith, Folger e qualcun altro. Siamo gli ultimi ad avere un test team, mentre la Ducati è stata la prima e ha investito parecchi soldi, con collaudatori come Pirro e Stoner. Il test team deve anche fare un po’ di lavoro che adesso fanno i piloti: non è possibile fare in una stagione 19 GP e 4 o 5 test extra durante l’anno».