MotoGP 2018. Dovizioso: "Non è stato facile, ma non ho fatto errori"

MotoGP 2018. Dovizioso: "Non è stato facile, ma non ho fatto errori"
Marco Berti Quattrini
Andrea soddisfattissimo di una vittoria solida che ha messo in mostra tutto il lavoro fatto sulla moto ma soprattutto da Dovizioso
9 settembre 2018

MISANO - Una vittoria assoluta e cristallina (leggi l'articolo). Costruita con lavoro,  talento e tanta testa. Una vittoria che per Dovizioso è anche una risposta importantissima. 

 

«E' una delle migliori vittorie con Ducati, per come l'abbiamo ottenuta e per il momento del campionato in cui ci troviamo. Era troppo importante vincere qui, dare una bella risposta un po' a tutti. Abbiamo lavorato veramente bene e ho guidato bene. Ero fluido e facevo le cose giuste. Non si poteva forzare, lo dimostrano anche il gap con gli altri piloti e la caduta di Lorenzo. E' strano vedere Jorge cadere a fine gara. Eravamo veramente al limite e riuscivo lo stesso ad avere quella velocità comoda».

 

Adesso sei il secondo in classifica. Aragon?

«Ad Aragon mi aspetto di essere veloce. E' una pista che si addice molto allo stile di Lorenzo e l'anno scorso è andato molto forte quindi vorrà vincere e poi soprattutto Marc vorrà vincere. Perché nonostante sia comunque il più spericolato e che fa fatica a limitarsi, negli ultimi tre anni ha corso facendo la strategia a tavolino. Sa bene dove sono le gare in cui può fare la differenza e lì prova a vincere, nelle altre prova lo stesso a vincere ma non dà la vita se non ci riesce. Questo ha pagato, ha imparato dai primi anni della MotoGP. Ad Aragon  c'è un grosso problema di consumo gomme e dovremo essere bravi. Secondo me saremo comunque più veloci dell'anno scorso».

 

Dal Mugello in poi  si è parlato tanto di rimpianti Ducati per l'addio di Lorenzo?

«Se rispondo quello che penso viene fuori un casino. Godiamoci questo momento e guardiamo avanti».

 

Quando vince Jorge è il grande campione, tu invece ogni volta devi dimostrarlo. 

«Succede perché la gente mi ha visto per troppi anni in un certo modo e di conseguenza quando vede certi risultati dà più importanza al mezzo che a me. Jorge viene visto giustamente come quello che è riuscito ad adattarsi e vincere con la Ducati. A me queste cose non importano, anche perché la gente tante cose non le sa, ed è giusto che non le sappia. Cosa succede all'interno di un team non si deve sapere. Alla fine bisogna riderci sopra e rimanere concentrato sulle cose importanti per ottenere risultati. Questo lo stiamo facendo bene, anche se non basta. Lottare contro Marquez è tosta perché anche nella sua giornata no lui è lì. Dobbiamo migliorare la moto per essere sempre più competitivi».

 

Misano sta in qualche modo diventando il tuo GP?

«Non esageriamo. Qui rimane casa di Valentino. Questa è sempre stata una gara su cui ho avuto poche aspettative e ho sempre fatto fatica. E' una pista che non amo particolarmente, ma vincere qui oggi mi ha dato tanta soddisfazione. E' la conseguenza di tanto lavoro fatto sulla moto e su di me e di come gestire certe situazioni. Scontrarsi contro dei fenomeni come Marc e Jorge è complicato però bisogna batterli».

 

Avevi studiato la gara in questo modo?

«No. Le uniche cose importanti erano: non perdere Jorge e salvare le gomme. Il resto dipendeva da come guidavano gli altri e come mi sentivo "comodo" io. La strategia l'ho decisa in gara. ho giocato un po' con i tempi per capire la reazione dei piloti e così sono riuscito a creare un gap e a gestirmi. Non è stato per niente facile, ma non ho fatto errori».

 

Lorenzo, a parte la caduta, ha sbagliato qualcosa? Aveva dei problemi?

«Quando l'ho passato ho avuto la sensazione che non stesse spingendo al 100%. Però è strano vederlo così. Non so se il fatto che non si potesse "frenare sul davanti" gli creasse problemi».

 

Quando ti hanno recuperato qualche decimo stavi gestendo?

«No, io sono rimasto più o meno sugli stessi tempi. Mi ero alzato di due decimi per non prendere rischi. Lorenzo girava su 1'32"8 e sono giri veloci a fine gara. L'ho fatto anche io però è un rischio. Con le Michelin è sempre un bilanciamento tra andare forte e salvare la gomma. Fare un gap più grande è prendersi un riuscito che non ha senso. Quando eravamo a 1"3 di distacco la differenza è stata nel rispondere con un tempo di 1'32"8 perché se avessi continuato a fare 1'33"2 sarebbo potuto succedere di tutto. Sono riuscito a rispondere ed è bastato per fermarlo». 

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