MotoGP 2018. Dovizioso: "Inutile pensare a una strategia"

MotoGP 2018. Dovizioso: "Inutile pensare a una strategia"
Giovanni Zamagni
Al di là del quinto posto in QP, tutti indicano Andrea come il pilota da battere. “Siamo messi bene, ma è impossibile sapere il valore degli avversari. Molte le variabili: le condizioni della pista, il vento, la sabbia, la tenuta sulla distanza. Non si possono fare pronostici”
17 marzo 2018

LOSAIL – Marc Marquez non ha dubbi: «Il più veloce, il favorito alla vittoria non è qui tra noi» dice nella conferenza stampa indicando i tre piloti della prima fila (Zarco, Marquez e Petrucci) e facendo chiaramente riferimento ad Andrea Dovizioso. Conscio della sua forza, Andrea non perde la tranquillità di fronte a un quinto posto per certi versi deludente, vista la superiorità messa in mostra fino alle qualifiche.

«Noi siamo messi molto bene, il problema è che si fa fatica a capire come sono messi gli altri. Non so proprio cosa aspettarmi, per il momento è un GP difficilissimo da decifrare».


Hai una tua tattica?

«Sicuramente prima della gara farò una mia strategia, ma, in realtà, quando c’è così tanto equilibrio la fai in gara. Molto dipende da come ti senti sulla moto, dalle condizioni della pista, dal ritmo che verrà tenuto: bisogna sapersi adattare alle differenti situazioni. Oggi, per esempio, erano molto differenti rispetto a ieri e ai test, sia per il cambio di grip a causa della sabbia sia per il forte vento. Noi siamo messi bene, ho una buona confidenza, ma non si può sapere il livello degli avversari: molto probabilmente sarà una gara di gruppo, almeno per un po’ di giri».


Cosa è successo in qualifica?

«Avevo ipotizzato di fare il tempo al secondo giro, ma quando ho rallentato mi sono accorto che in tanti usavano la stessa tattica. Mi sono trovato nel traffico, dietro di me avevo alcuni piloti: non sono riuscito a trovare il momento giusto per spingere, facendo anche qualche errore».


E’ un problema partire dalla seconda fila?

«Direi di no, questa non è una pista dove la posizione di partenza è determinante».


Qui hai fatto tre volte secondo: è un peso in più?

«Potrebbe esserlo, ma io non sento la pressione per non essere mai riuscito a vincere, così come non la sento per essere in lotta per il titolo fin dalla prima gara».


In caso di arrivo in volata, si può vincere se esci secondo dall’ultima curva?

«Molto difficile, ma molto dipende dalla trazione che ti rimane a fine gara, non dalla potenza del motore».

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