MotoGP 2017. Rossi: "Nieto, un grande uomo"

MotoGP 2017. Rossi: "Nieto, un grande uomo"
Giovanni Zamagni
Valentino ricorda il campione scomparso: “E’ stato il primo pilota moderno, ha contribuito a rendere grande il motociclismo. Io non l’ho mai visto correre, mentre apprezzavo il suo modo di vivere”. Sul campionato: “Riparto da meno dieci, ma sono contento di essere fra quelli che si giocano il titolo”
3 agosto 2017

BRNO – Angel Nieto era ancora in vita quando Valentino Rossi lo ricorda con grande affetto.

«Più grande come pilota o come uomo? Difficile dirlo di uno che ha vinto 13 mondiali… Io, però, non l’ho mai visto correre e quindi lo ricordo più come persona, davvero eccezionale. Ricordo una volta, una decina di anni fa, siamo andati a cena insieme a Ibiza. Poi siamo andati a una festa: io alle 5 del mattino ero distrutto, volevo solo andare a letto, lui invece era pimpante come un ragazzino. Sicuramente ha vissuto una vita al massimo sotto tutti i punti di vista: si può dire che sia stato il primo pilota moderno, uno di quelli che ha fatto diventare famoso il motociclismo. Mi è sempre piaciuto il suo modo di vivere».


Difficile parlare di moto in questi momenti, ma, naturalmente, bisogna farlo. Valentino, come al solito, lo fa alla sua maniera.


Allora, si riparte da zero?

«No, da meno dieci… La prima parte della stagione è stata incredibile: un po’ come era successo nel 2016, con la differenza che adesso siamo in quattro in dieci punti e in cinque in 26. Sono contento di far parte di quelli che lottano per il campionato: non so se continuerà così, o se una tra Honda, Yamaha o Ducati riuscirà a risolvere i problemi e farà la differenza in questa seconda parte di campionato. Molto, naturalmente, dipenderà dalle gomme».


Parli di moto e non di piloti: quindi è soprattutto una questione tecnica?

«Secondo me sì. Campioni come Vinales o Marquez non possono vincere una gara e in quella dopo fare ottavi… Insomma, non è un problema di piloti, ma di tecnica, se le moto funzionano o no. In passato sapevi che su certe piste la Yamaha, per esempio, era più competitiva: adesso è differente, cambia tutto da una settimana all’altra».


In un campionato così, si può fare strategia?

«No. Puoi fare strategia quando lotti contro un solo avversario, non contro quattro. Io spero di fare più punti che nella prima parte della stagione: sarebbe bello arrivare così fino a Valencia. Anzi, ancora meglio: cinque piloti a pari punti a giocarsi il titolo…».


Se non altro c’è il punto fermo del “nuovo” telaio…

«Nelle ultime gare siamo andati meglio, anche al Sachsenring dove in passato eravamo in difficoltà. Ma non si può stare tranquilli: quest’anno bisogna lottare per stare nei primi 10 che accedono direttamente in Q2…».