MotoGP 2017. GP delle Americhe, Vinales o Marquez?

MotoGP 2017. GP delle Americhe, Vinales o Marquez?
Giovanni Zamagni
Si arriva negli USA con Vinales a punteggio pieno, ma Austin è anche il tracciato dove nessuno è mai riuscito a battere Marquez
20 aprile 2017

AUSTIN – Si arriva negli Stati Uniti con Maverick Vinales a punteggio pieno: 50 punti, dopo due vittorie per certi versi schiaccianti, mai in discussione. Ma Austin è anche il tracciato dove nessuno è mai riuscito a battere Marc Marquez, in prova come in gara: è certamente questo il tema principale del GP degli Stati Uniti. Naturalmente, non è l’unico.

VINALES O MARQUEZ?

Da una parte c’è Vinales con le sue due vittorie e un inverno sempre davanti a tutti, dall’altra c’è Marquez, imbattuto su questo tracciato: chi è il favorito tra i due? Difficile dirlo a priori, senza nemmeno aver fatto un turno in pista. Sicuramente, Vinales è molto determinato: «Siamo andati forti su due piste molto differenti, possiamo riuscirci anche qui, su un tracciato che mi piace moltissimo e con tante accelerazioni, un settore dove la Yamaha è competitiva. Bisogna spingere ed essere intelligenti in gara, specie nel gestire le gomme: nel 2016, per me era stato un disastro a fine gara» dice Maverick, convinto di poter fare bene anche qui. Più prudente, perlomeno nelle dichiarazioni, il suo rivale della Honda. «Al di là della caduta in Argentina, ho buone sensazioni con la moto. La prima vittoria? Per il momento mi accontenterei di conquistare il primo podio» risponde Marquez. Al di là delle parole, io credo che il pilota da battere sia Vinales più di Marquez.

ROSSI PUO’ GIOCARSI LA VITTORIA?

Difficile ma non impossibile. Vinales in questo momento ha qualcosa in più di Rossi e su questa pista anche Marquez, ma Valentino è in crescita e qui, nel 2016, era stato competitivo, ma era caduto. Quindi, quanto meno può giocarsi il podio.

COSA CI SI PUO’ ASPETTARE DALLA DUCATI?

Andrea Dovizioso è convinto di poter fare bene. «Come sempre, si parte pensando alla vittoria» dice, ricordando i due podi conquistati qui in passato e l’ottima prestazione del 2016 prima di essere centrato da Pedrosa. E’ vero che la Ducati è reduce da un GP disastroso, ma non ci si può dimenticare che in Qatar Andrea si era giocato il successo: ci sono le possibilità per tornare sul podio. Per quanto riguarda Jorge Lorenzo, c’è da verificare se la nuova posizione di guida porti reali vantaggi, anche se Jorge sa che, in questo momento, non è pronto per giocarsi un risultato importante. Personalmente non credo che Lorenzo possa fare chissà cosa: spero di sbagliarmi, ma sarei stupito di vederlo nei primi sei. Jorge, tra l’altro, ha commentato il video nel quale si vede che butta per terra la moto dopo la caduta in Argentina. «Sicuramente non è stato un gesto da campione, non sono orgoglioso di quello che ho fatto e non accadrà più. Ma chi ha praticato sport sa che ci possono essere momenti di rabbia e frustrazione, come capita, per esempio, a un tennista quando butta per terra la racchetta. Non ce l’avevo con nessuno, tanto meno con la Ducati e i meccanici, ma solo con me stesso per l’errore fatto», dice. Convincente.

COSA PUO’ FARE IANNONE CON LA SUZUKI?

Andrea dice che, in questo momento, la GSX-RR può giocarsi il 5/6 posto, con alcune piste più o meno favorevoli. Iannone non si è sbilanciato in pronostici se Austin può essere un circuito amico oppure no, ma le difficoltà nella seconda parte della gara di Vinales nella passata stagione non fanno stare troppo ottimisti. Ma il potenziale c’è.

LA MICHELIN HA PORTATO L’ANTERIORE “70”, QUELLA DEL 2016?

No e non la porterà nemmeno nel GP di Spagna. Verrà invece provata a Jerez il lunedì successivo alla gara.