MotoGP 2013 - Rossi: "Sarei comunque arrivato quarto"

MotoGP 2013 - Rossi: "Sarei comunque arrivato quarto"
Giovanni Zamagni
Valentino spiega i due errori nei primi giri: "Non riuscivo a fermarmi, nonostante non avessi forzato la staccata. E' un problema di messa a punto, ma Pedrosa non sarei riuscito a batterlo" | G. Zamagni, Motegi
27 ottobre 2013

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MOTEGI – Una partenza strepitosa, un ottimo primo giro, un buon finale con il proprio miglior tempo all’ultimo passaggio. In mezzo, però, due errori, al secondo e al terzo giro, che hanno compromesso un GP che poteva essere più che positivo, anche se Valentino Rossi, onestamente, dice: “Sarei comunque arrivato dietro a Pedrosa”. Difficile capire esattamente cosa sia successo: problemi ai freni? Una messa a punto sbagliata? E perché solo in quei due giri lì?

“Sono partito forte, tenevo bene il ritmo di Lorenzo, alla 11 (la curva preceduta da un lungo rettilineo in discesa, NDA) ho frenato come al solito, ma è mancata forza al primo “morso” e ho perso due posizioni. Nel giro successivo (il terzo, NDA) mi sono tenuto ancora più margine, ma non ce l’ho fatta a fermarmi, forse perché in quel punto si arriva dopo due frenate violente e i dischi erano troppo caldi. E’ un mio errore, ma la realtà è che non riusciamo a risolvere questo problema, continuiamo a faticare a fermare la moto: quando sono finito nella sabbia, per i primi 50 metri non ho rallentato per niente. Poi, nei giri successivi, con meno benzina nel serbatoio, la situazione è migliorata, ma non era comunque perfetta”.


E’ quindi una questione di messa a punto?
“Sì. Se voglio frenare forte non ce la faccio, quando devo rallentare la moto sono in difficoltà: è lì che, soprattutto, soffro rispetto a Lorenzo. Ma al secondo errore sono rimasto quasi senza freni, mi sono anche spaventato: forse avrei dovuto tenermi ancora più margine”.


Come sarebbe andata senza quei due sbagli?
“Ero partito benissimo, stavo guidando forte, potevo stare lì con loro, anche se, onestamente, analizzando i tempi che hanno fatto non sarei comunque riuscito a battere Pedrosa: probabilmente gli sarei arrivato dietro, anche se non di molto. Non si può mai dire, però: magari trovandomi lì sarebbe cambiato qualcosa”.


Lorenzo, quindi, ha fatto una grande gara.
“Sì, grandissima: è stato veramente bravo. Ha rischiato montando la gomma morbida, mentre io non me la sono sentita, ma non credo che sia stata questa scelta a fare la differenza”.


Adesso si va a Valencia, con Marquez davanti di 13 punti: può arrivare quarto per conquistare il titolo. Come la vedi?
“Marc ha ancora un po’ di vantaggio, va forte e rimane il favorito. Certo non è il massimo giocarsi il mondiale all’ultima gara: può succedere di tutto, specie considerando che a Valencia si corre tardi (il 10 novembre, NDA), può piovere, fare freddo, esserci condizioni intermedie, dover effettuare il “flag to flag”. Insomma, sono tante le variabili. Lorenzo sarà molto veloce, ma lo sarà anche Marquez: io spero di essere competitivo per stare lì con loro”.

 

Vitto Guareschi sarà il team manager del team VR46: qual è il tuo commento?
“Sono contentissimo. Conosco Vitto da quando, a 14 anni, correvamo nella Sport Production, sono amico della famiglia Guareschi, sono legatissimo a suo fratello Gianfranco e con Vitto mi sono trovato benissimo nei due anni in cui ho lavorato con lui in Ducati. Gli abbiamo chiesto se voleva fare il team manager della VR46 e lui ha accettato con entusiasmo, anche se passa dalla MotoGP alla Moto3: gli è piaciuto il progetto e poter lavorare con i ragazzi giovani”.