La versione di Zam. "Mercato piloti, giusto regolamentarlo?"

Giovanni Zamagni
E' giusto che a stagione non ancora iniziata si sappia già di contratti riguardanti quella successiva? Che fine faranno Moto2 e Moto3, sempre più sottovalutati dai piloti?
22 febbraio 2018

Il Team Pramac Ducati ha già annunciato l'ingaggio di Francesco “Pecco” Bagnaia per il 2019 e il 2020. Un accordo già anticipato dalla Gazzetta dello Sport a inizio gennaio, e che adesso è ufficiale: una grandissima mossa di Francesco Guidotti, uno dei migliori team manager di tutto il motomondiale, perché Bagnaia è, a mio modo di vedere, un grandissimo talento, il più bravo tra i giovani italiani.


Detto questo, dopo questo annuncio volevo spostare la discussione su due aspetti.

Il primo è la conferma di come Moto3 e Moto2 contino poco o nulla: la Dorna ha portato la MotoGP a un livello pazzesco, a discapito però delle cilindrate più piccole. D’accordo, è sempre stato così, la 500 è sempre stata più importante di 125 e 250, come è giusto che sia: ma 125 e 250 avevano un loro spazio e una loro dignità, spazio e dignità che Moto3 e Moto2 non hanno. Così, in un certo senso, i piloti sono “obbligati” ad anticipare i tempi, a scappare il prima possibile verso la MotoGP.


Il secondo aspetto è quello del “mercato piloti”: è giusto che a stagione non ancora iniziata si sappia già di contratti di quella successiva?

Come si sentiranno Petrucci (soprattutto) o Miller dopo questo annuncio? D’accordo, il percorso di Petrucci era già segnato, il pilota sa che il suo lavoro all’interno del team Pramac è giunto al termine per le caratteristiche di “Junior Team” della squadra di Paolo Campinoti: ma il mio discorso è più generale, non soltanto specifico a questo episodio. Allora mi chiedo: sarebbe più giusto regolamentare il “mercato piloti” come si fa per esempio nel calcio, con un periodo ben definito per il passaggio dei calciatori da una squadra all’altra? Difficilissimo farlo nelle moto. Secondo me, però, così si sta esagerando.