La MotoGP ad Indianapolis. I commenti dei piloti

La MotoGP ad Indianapolis. I commenti dei piloti
Giovanni Zamagni
Fa un gran caldo a Indianapolis, il "catino" è affascinante, ma anche la pista dove corrono le moto non è male. L’unico problema è la scarsa tenuta dell’asfalto | G. Zamagni, Indianapolis
26 agosto 2011

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INDIANAPOLIS – Fa un gran caldo a Indianapolis, solo sfiorata mercoledì sera da un uragano che sta creando parecchi problemi in altre zone, non troppo lontane, degli Stati Uniti. Ma, fortunatamente, per tutto il fine settimana è previsto bello, con temperature piuttosto elevate.
Il “catino” è affascinante, ma anche la pista dove corrono le moto non è male. L’unico problema è la scarsa tenuta dell’asfalto, quest’anno quasi completamente rifatto e omogeneizzato al tratto realizzato l’anno scorso, decisamente scivoloso: una variabile in più da tenere in considerazione.

I piloti arrivano alla spicciolata: il primo a parlare è Dani Pedrosa

“In un campionato del mondo – attacca lo spagnolo – devi essere soprattutto costante: per questo Stoner è davanti a tutti. Per quanto mi riguarda, ho perso troppe gare (tre, nda) e a Brno sono caduto subito. Non so esattamente cosa sia successo: forse la gomma era ancora un po’ fredda, forse la mia linea non era perfetta, fatto sta che sono finito a terra. Qui, come sempre, penserò solo a vincere, senza preoccuparmi troppo di eventuali giochi di squadra: io credo che né a Stoner né a Lorenzo piaccia conquistare il titolo con l’aiuto degli altri. Chi preferisco che vinca tra i due? Quello che se lo merita di più”.
Poi una battuta piuttosto significativa sul GP del Giappone.
“La gara si farà. La Honda vuole che tutti i suoi piloti vadano a Motegi a correre: io ancora non ho comprato il biglietto aereo, ma bisognerà andarci. Evidentemente sono preoccupato, ma temo che non ci siano alternative e anche la possibilità di andare a Suzuka, invece che a Motegi, non sembra attuabile, perché non c’è l’omologazione”.

Andrea Dovizioso parla soprattutto del futuro

“Il mio obiettivo primario – spiega – è rimanere in Honda, ma non sono così convinto che ci riuscirò. Qui parleremo ancora con la HRC, vedremo se è cambiato qualcosa rispetto a Brno: l’aspetto principale è capire se c’è la possibilità di continuare a essere un pilota ufficiale in un team satellite. I test di Brno hanno dimostrato che la Yamaha 1000 è molto competitiva: è chiaro che se c’è una possibilità di andare a correre con il team Tech3 la si valuta”.

Il discorso di Dovizioso è piuttosto logico

“Io vorrei continuare a essere un pilota ufficiale, ma se la Honda non avrà la possibilità di supportarmi, correre con una RCV satellite in un team satellite sarebbe un passo indietro troppo grande per le mie motivazioni. In altre parole, se non avrò la possibilità di giocarmi il mondiale, allora tanto vale cambiare. Certo, è un po’ frustrante vedere che essere il secondo pilota Honda in classifica generale conti poco, così come il fatto che non ero mai andato così forte nella mia carriera”.
Dovi analizza le alternative.
“Stiamo parlando con la Suzuki (che però inizierà il campionato 2012 con la 1000, nda), ma non è in linea con i miei obiettivi. La Ducati ha tanta voglia di vincere e lavora per questo, ma sarebbe una scelta più difficile e rischiosa delle altre, forse un po’ azzardata in questo momento. Da fuori la Yamaha è forse la più adatta al mio stile di guida e questo mi fa guardare con un certo interesse al team Tech3”.

Tocca ai piloti Yamaha, con Ben Spies decisamente più in forma di Brno

“Effettivamente sto meglio – commenta il pilota americano, uno che potrebbe essere tra i grandi protagonisti di Indianapolis -: il braccio sinistro non è ancora al 100%, però non dovrei avere i problemi dello scorso GP”.
Lui, come peraltro il compagno di squadra, salterebbero volentieri il GP del Giappone, anche se la Yamaha ha comunicato ufficialmente che Lorenzo e Spies dovranno partecipare alla gara spostata da aprile a ottobre, in seguito al terremoto e alla tsunami.
“Non ho parlato con i piloti spagnoli del trial che hanno corso a Motegi settimana scorsa – afferma Lorenzo -, ma il fatto che ci siano andati, non significa che la zona sia sicura. Sicuramente in questo fine settimana non deciderò nulla, ma per settembre bisogna fare una scelta definitiva”.

Per quanto riguarda il GP, Jorge ripete più o meno le cose di sempre

“La tattica è quella: sperare di essere a posto e provare a vincere. Qui nel 2010 avevamo avuto parecchie difficoltà, ma ogni anno la situazione è differente. Sono parecchio indietro, non penso né al campionato né ai 32 punti da recuperare: bisogna concentrarsi sulla singola gara e vedere cosa succede. Useremo un motore leggermente più competitivo e bisogna affrontare la gara con l’obiettivo di vincere”.

Casey Stoner, capoclassifica iridato grazie a sei vittorie e dieci podi, sottolinea le difficoltà del circuito

“Negli ultimi due GP abbiamo avuto tanti problemi in prova, poi in gara siamo andati bene. L’obiettivo è fare un passo in avanti, far scivolare meno la moto e poter guidare più rilassati. Bisognerà anche vedere il nuovo asfalto, perché in passato uno dei problemi erano le buche. Questo, in ogni caso, è un circuito molto duro, diverso dagli altri, con alcuni punti molto complicati”.