Il GP del Mugello visto da Daniele Romagnoli

Il GP del Mugello visto da Daniele Romagnoli
Giovanni Zamagni
Intervista a Romagnoli, fino al 2009 team manager di Jorge Lorenzo alla Yamaha. Uno sguardo da dietro le quinte e tanti, tanti spunti interessanti tra considerazioni tecniche e pronostici per la stagione | G. Zamagni, Mugello
8 giugno 2010

Punti chiave


Daniele Romagnoli, oggi responsabile tecnico di Raffaele De Rosa in Moto2, in passato, tra l’altro, team manager di Jorge Lorenzo alla Yamaha, analizza per Moto.it il GP d’Italia.

«Ho vissuto molto male il primo GP senza Valentino Rossi, perché non vedevo l’ora di assistere a una sfida qui al Mugello tra Rossi e Lorenzo. Valentino era reduce da due sconfitte e, certamente, aveva voglia di una rivincita, come peraltro si era visto venerdì».

Lorenzo ha fatto secondo, in quattro gare ha totalizzato 90 punti su 100 disponibili, eppure il secondo posto è stato un po’ criticato: dovrà fare i conti con una pressione nuova, quella di dover vincere a tutti i costi?
«Non credo che Lorenzo debba arrivare primo per forza. Le sue gare le ha già vinte e deve pensare prima di tutto al mondiale. In questo momento ha una bella opportunità: lo conosco bene, so che non è uno che si accontenta del secondo posto, ma mi sembra che quest’anno abbia fatto un passo in avanti nella sua strategia. Quindi non le deve vincere tutte, anche se, certamente, non gli sta bene arrivare dietro a Pedrosa».

Com’è la rivalità con Pedrosa?
«Sicuramente in passato era elevata, ma quest’anno la situazione mi sembra più tranquilla. E’ chiaro che sono due spagnoli e ognuno vuole battere l’altro».

Come giudichi il livello della Honda, sempre sul podio in questa stagione, al di là delle critiche, e di Pedrosa?
«La Honda con Pedrosa, ma anche Dovizioso è andato forte, ha dominato il GP d’Italia. Sono convinto che se ci fosse stato Valentino, non ci sarebbe stata così tanta differenza con la Yamaha, però Pedrosa, sia in qualifica

Pedrosa era reduce da una gara nella quale era stato piuttosto criticato e quindi ha reagito, anche perché il suo posto in Honda è un po’ un punto interrogativo

sia in gara è andato molto molto forte. Credo che in Honda abbiano lavorato bene, conosco anche i tecnici che si sono aggiunti (provengono dalla Yamaha, ndr) e Pedrosa era reduce da una gara nella quale era stato piuttosto criticato e quindi ha reagito, anche perché il suo posto in Honda è un po’ un punto interrogativo».

Al contrario, la Ducati è in crisi: Stoner quarto e lontanissimo dai primi, Hayden a terra al sesto giro.
«La delusione del GP d’Italia 2010 è la Ducati, perché qui siamo abituati a vederli super competitivi, su un tracciato dove provano tantissimo. E’ sotto le aspettative vedere Stoner in lotta con delle moto clienti (le Honda di Melandri e De Puniet, ndr): si è salvato alla fine, ma non è quello il suo posto, deve arrivare a podio tutte le gare».

Il prossimo GP sarà a Silverstone, un tracciato nuovo per tutti: ti aspetti qualche cambiamento, o quelli forti sono i più forti anche su una pista inedita?
«Quelli davanti sono sempre lì davanti! Il livello è molto alto e in MotoGP sono tutti bravi ad arrivare pronti con delle simulazioni, quindi con una buona base di partenza. Non ci saranno delle sorprese, se non forse nel turno di venerdì».

E la Moto2?
«Purtroppo Raffaele ha fatto il quarto zero in quattro gare: qui abbiamo sofferto per il chattering. Sulla Moto2, confermo il mio giudizio positivo: è divertente e spettacolare. Iniziate a convincervi anche voi giornalisti…».

Insomma…