Ezpeleta (Dorna), il futuro della MotoGP e della SBK

Ezpeleta (Dorna), il futuro della MotoGP e della SBK
Giovanni Zamagni
E’ il numero uno del motomondiale, anzi delle più importanti corse a due ruote su pista, perché da quest’anno gestisce anche la SBK. Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna, è un uomo d’affari che non rifiuta mai il confronto | G. Zamagni
19 settembre 2013

Punti chiave


MISANO ADRIATICO – E’ il numero uno del motomondiale, anzi delle più importanti corse a due ruote su pista, perché da quest’anno gestisce anche la SBK. Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna, è un uomo d’affari che non rifiuta mai il confronto, che risponde a qualsiasi domanda, cercando naturalmente di convincerti che tutto quello che è stato fatto e che si farà in futuro è la soluzione giusta per qualsiasi problema.


Carmelo, qual è lo stato di salute del motomondiale?
“Stiamo crescendo, ogni stagione è migliore della precedente. Naturalmente stiamo già preparando il 2014, quando verrà introdotta la nuova centralina e la nuova categoria – denominata “no factory” NDA -: sono sicuro che la differenza tra le moto “factory” e le “no factory” sarà ancora minore”.


Quando è stata introdotta la categoria CRT, hai ricevuto molte critiche: personalmente la trovo come un qualcosa che va contro la filosofia dalle corse, ma è vero che è servita per “costringere” le Case a rivedere certe posizioni. Dopo due anni, qual è il tuo giudizio su questa categoria?
“Capisco le critiche, ma chi è “fuori” non conosce tutte le situazioni: noi sappiamo qual è la situazione economica e le CRT si sono dimostrate un’opzione valida, non per vincere ma per essere dignitosamente competitivi, con una grande differenza di costi rispetto alle moto ufficiali. E’ stata una sfida che ha raggiunto il suo scopo”.


Il futuro è per la centralina unica anche nel software e non solo nell’hardware come sarà nel 2014?
“Sì, nel 2017 la centralina sarà completamente “Dorna” (realizzata da Magneti Marelli, NDA). Il 2014 servirà per mettere a punto anche il software, che verrà utilizzato da moto come la Honda RC1000R e la Yamaha M1 del team Forward, che saranno molto vicine, come prestazioni, alle factory. Siamo sicuri che già alla fine del 2014 saremo competitivi con la nostra centralina. Il regolamento del 2017 verrà discusso a metà del prossimo anno”.


In molti ritengono – io sono fra questi – che le Case abbiano troppo potere nella decisione dei regolamenti.
“Le Case sono quelle che fanno le moto: senza di loro non ci sarebbe nulla. Sarebbe ridicolo non parlare con loro: il problema è che le Case sono molte e bisogna trovare un accordo. Per la MotoGP non c’è bisogno di più costruttori, ma l’obiettivo è avere un campionato più spettacolare e meno costoso, anche se può significare ridurre un po’ le prestazioni, soprattutto la velocità massima in rettilineo”.


A proposito di prestazioni: Stoner ha detto che tornerebbe in MotoGP se le moto avessero meno elettronica e più cavalli…
“Stoner può dire quello che vuole, ho grande rispetto per quello che dice, ma non sa come funzionano le cose qui”.

Cal Crutchlow
Cal Crutchlow


Crutchlow ha lasciato la Yamaha per la Ducati: c’è lo “zampino” di Ezpeleta dietro questa operazione?
“Io parlo con tutti i piloti, perché ho l’onore di essere preso in considerazione: tutti mi chiedono un parere e sono orgoglioso di questo. Ma non sono io a decidere, io non posso decidere niente”.


Ma per la spettacolarità del campionato, non è una perdita che un pilota oggi capace di lottare costantemente – o quasi – per le posizioni di vertice corra nel 2014 con una moto poco competitiva come la Ducati?
“Io e Crutchlow pensiamo che un pilota del suo valore, assieme a Dovizioso, possa fare un buon lavoro e far crescere la moto: chiaramente servirà anche qualcos’altro, ma siamo convinti che la Ducati crescerà. Credo che Crutchlow può portare tanto alla Ducati”.


Marquez, Pedrosa e Lorenzo ci stanno regalando emozioni incredibili e uno spettacolo di altissimo livello, ma tutti questi spagnoli non fanno male all’immagine del motomondiale?
“Mi ricordo che negli anni Ottanta c’era il dominio dei piloti USA, poi c’è stato quello dei piloti italiani: non possiamo fare niente contro il dominio di una nazione. Il compito della Dorna è quello di cercare nuovi talenti in tutto il mondo, come stiamo facendo con le varie competizioni “propedeutiche” o anche con il CEV (Campionato spagnolo), che oggi ha l’80% di piloti non spagnoli. Quando la Dorna è entrata nel motomondiale nel 1992 era pieno di piloti italiani e giapponesi, mentre adesso c’è praticamente solo Nakagami, che è qui grazie a noi, perché ha iniziato con il programma di Dorna, l’abbiamo supportato quando correva in 125, poi quando è tornato in Giappone, quindi quando è ritornato nel motomondiale. Quando scopriamo qualcuno che ha un buon potenziale, facciamo di tutto per aiutarlo”.


Marquez è il più grande fenomeno che hai mai visto?
“Non dico mai che uno è più grande di un altro. Ci sono e ci sono stati tantissimi campioni straordinari come Rainey, Doohan, Rossi, Stoner, Pedrosa, Lorenzo: Marquez è uno di questi. Sicuramente è molto giovane e ha una grande personalità”.


La Moto3 è una bella formula, ma troppo costosa: state pensando a dei cambiamenti?
“Sì, siamo molto preoccupati per i costi della Moto3 e stiamo lavorando sui regolamenti: già nel 2014 si cambierà qualcosa, con importanti novità per il 2015”.


Una domanda sulla SBK: la situazione è peggiore di come te l’aspettassi?
“No, non è peggiore di come me l’aspettassi, ma è peggiore di come la raccontavano: la SBK ha bisogno di interventi importanti, molto più che in MotoGP. Nel 2014 la metà dello schieramento sarà delle SBK “EVO” e nel 2015 saranno tutte EVO: la SBK deve essere per moto derivate dalla serie. Poi, se lo vorranno, le Case potranno sviluppare lì la loro elettronica per le moto di serie, ma a un costo contenuto”.