Dovizioso: "Benvenuto Dall'Igna. Adesso ci vuole una moto esagerata"

Dovizioso: "Benvenuto Dall'Igna. Adesso ci vuole una moto esagerata"
Giovanni Zamagni
Il pilota della Ducati commenta l'arrivo dell'ex ingegnere Aprilia, ben consapevole che ci vorrà molto tempo per avvicinare Honda e Yamaha | G. Zamagni, Sepang
11 ottobre 2013

Punti chiave

 SEPANG – Sul presente è meglio stendere un velo pietoso, così, inevitabilmente, con Andrea Dovizioso si parla praticamente solo del futuro, di quello che potrà portare l’ingegnere Gigi Dall’Igna.

“Non ho mai lavorato con lui – non si sbilancia il Dovi -, è sempre stato un mio “rivale”, soprattutto in 250. Da fuori, si può solo dire che in SBK ha fatto bene, pur non avendo tanti soldi a disposizione. Qui in Ducati, probabilmente, avrà un budget superiore: sicuramente le premesse sono positive, ma non posso dire di più”.


Adesso ti aspetti un grande cambiamento tecnico?
“Non conosco i tempi per fare una moto nuova, ma è chiaro che con questa non si può andare avanti, non ci permette di centrare i nostri obiettivi. Ma non conosco le idee di Dall’Igna”.


Torniamo un attimo all’inizio del 2013, quando è stata adottata la linea dei piccoli passi: era una politica che condividevi?
“Rispondo a questa domanda prendendo come esempio Valentino Rossi. Valentino, nella sua carriera, è stato bravissimo a sviluppare le moto, prima la Honda e poi la Yamaha, ma in Ducati ha incontrato delle difficoltà. Un pilota può essere più o meno bravo, più o meno sensibile, ma non è un ingegnere, non può essere lui a risolvere i limiti che ci sono. Io, all’inizio, non potevo sapere cosa bisogna fare e non sono nemmeno un pilota che arriva nel box e detta legge: io, come tutti gli altri, ho cercato di capire come migliorare la situazione. Quando abbiamo provato la Desmosedici per la prima volta qui in Malesia, la situazione era difficile, ma nei secondi test di Sepang c’è stato un buon passo in avanti. Sembrava di buon auspicio, ma durante la stagione i problemi non sono stati minimamente risolti, mentre Honda e Yamaha sono andate ulteriormente avanti”.


Ci vuole quindi un intervento radicale.
“E’ inevitabile dire che questo pacchetto non funziona. Adesso il nostro gap in gara è mediamente di 1”2-1”5 al giro: magari con un intervento grande lo puoi dimezzare, ma rimane sempre elevato. Honda e Yamaha sono particolarmente a posto e hanno piloti fortissimi: per combattere con loro devi fare una moto esagerata, migliore in tutto. Prenderte Lorenzo: sta facendo delle cose mostruose, in partenza e nei primi giri, ma per battere Marquez avrebbe bisogno di una moto ancora più competitiva”.


Bisogna ripartire da zero, da un foglio bianco?
“Questo non lo so, è troppo presto per dirlo, bisogna capire cosa vuole fare Dall’Igna”.


Intanto, però, le moto del 2014 dovrebbero già essere pronte…
“E’ vero, ma non potevamo fare diversamente. Ci vuole pazienza: è possibile anche che sia necessario tutto il 2014 per cambiare completamente strada. I tempi non li puoi cambiare, non ti puoi inventare niente”.

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