Biaggi e Suzuki MotoGP sempre più vicini

Biaggi e Suzuki MotoGP sempre più vicini
Carlo Baldi
Biaggi annuncia su Twitter che tra dieci giorni salirà in moto. Si fa sempre più forte l’ipotesi di un suo impegno con la Suzuki per sviluppare la nuova MotoGP. “Il pilota ha detto basta”, ma evidentemente il collaudatore no | C. Baldi
30 aprile 2013

Punti chiave


Max Biaggi
si diverte a lanciare messaggi sibillini su Twitter, che di volta in volta alimentano supposizioni e fantasie. A seguito dei messaggi lanciati da Max su Twitter qualcuno aveva affermato che Max avrebbe corso ad Assen al posto di Camier sulla Suzuki del team Fixi Crescent e ad un certo punto sembrava invece certa la sua partecipazione al round SBK di Monza nel qual caso sarebbe salito su di una Kawasaki. Ad Assen però poi Biaggi ha smentito tutti : “Parole buttate la” aveva scritto su Twitter, salvo poi fare una clamorosa retromarcia twittando che “tra dieci giorni sarò di nuovo in moto”. Un messaggio che naturalmente non è passato inosservato e che ha dato il via a tutta una uova serie di illazioni, tra le quali quella che ha fatto più proseliti, parla di un Biaggi che dovrebbe correre in soccorso della Ducati, per aiutarla nello sviluppo della Panigale.


Ma in Ducati smentiscono seccamente, dichiarando che non c’è mai stato nessun contatto con il campione mondiale Superbike 2012 e che lo sviluppo della nuova 1199 sarà ancora portato avanti dai piloti del team Ducati Alstare e dal tester Matteo Baiocco, che proprio la settimana prossima scenderà in pista al Mugello con il Ducati test team. Ma allora su quale moto scenderà in pista Biaggi tra meno di due settimane? Analizzate le varie possibilità e tolte di mezzo le fantasie, resta una solo strada percorribile ed è quella della Suzuki MotoGP. Ricordiamoci infatti che lo stesso Max ha twittato giorni fa :“il pilota ha detto basta”. Il pilota, ma non il collaudatore. Le doti di tester di Biaggi sono universalmente riconosciute ed è quindi più che plausibile che la Suzuki pensi di affidarsi al Corsaro per sviluppare la sua nuova MotoGP. Un lavoro di sviluppo che non andrebbe in contrasto con il suo ruolo di commentatore della Superbike sulle reti Mediaset e che gli consentirebbe di tornare ad indossare tuta e casco con la speranza neanche tanto nascosta di qualche wild card in MotoGP per confrontarsi con vecchi e nuovi rivali.

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