Ben Spies, la carriera fino ad oggi

Ben Spies, la carriera fino ad oggi
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
In occasione del suo cambio di casacca ripercorriamo la carriera del pilota texano campione del mondo Superbike 2009
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
12 settembre 2012

Punti chiave

 Ben Spies, nato a Memphis l’11 luglio 1984 (si considera Texano a tutti gli effetti essendosi trasferito a Longview, TX, in giovanissima età) si è avvicinato alle corse molto giovane, con l’appoggio della madre ma soprattutto del suo patrigno, che ne ha intuito fin da piccolo il talento e lo ha sempre supportato nella sua carriera. Dopo l’inevitabile debutto nel motocross, Spies si orienta però rapidamente verso la pista con un breve passaggio sulle 125GP per arrivare fra i grandi dell’AMA nel 2000, dove debutta nella categoria Supersport.

 

I titoli AMA e le wild card in MotoGP

Un po’ di purgatorio in Superstock per poi arrivare nel 2003 sulla sella più ambita del Campionato Americano: quella della Suzuki GSX-R del team Yoshimura, partendo anche qui dalla Supersport per poi arrivare alla Superbike nel 2005, dove si presenta con un secondo posto alle spalle del suo compagno Mat Mladin, recordman assoluto di vittorie nell’AMA e dominatore di sei delle sette stagioni precedenti. Spies, nonostante Mladin si dimostri un avversario durissimo tanto in pista quanto fuori, lo batte per tre anni consecutivi vincendo nel 2006, 2007 e 2008 il titolo statunitense SBK.

 

Suzuki, che segue con grande impegno il campionato AMA, ne premia l’impegno con tre partecipazioni da wild card in MotoGP. La prima a Donington, in sostituzione dell’infortunato Loris Capirossi, poi nelle due prove statunitensi di Laguna Seca ed Indianapolis; nell’ultima, in particolare, Ben taglia il traguardo primo fra i piloti Suzuki al traguardo, con un ottimo sesto posto. La logica evoluzione della sua carriera sarebbe il debutto in MotoGP, ma qualcosa nel programma va storto. Che sia stato il rifiuto di correre ad Assen (Spies avrebbe ricevuto richiesta da Suzuki di sostituire Capirossi anche in Olanda, ma si rifiutò per la sovrapposizione con una prova del campionato AMA) o una trattativa troppo aggressiva di mamma Mary, che gli fa da manager e premuroso – anche troppo, dicono alcuni – angelo custode non si sa bene, fatto sta che l’arrivo in Europa di Spies avviene si, ma sulla sella della R1 del team ufficiale Yamaha.

 

Il titolo Superbike e il passaggio alla MotoGP

Ben stupisce tutti vincendo 14 manches su 28, imparando a velocità lampo piste mai viste né conosciute e recuperando un distacco da Haga apparentemente incolmabile; all’ultima gara Spies conquista il titolo e regala a Yamaha il primo iride piloti in Superbike – l’ultimo che mancava al palmarés della casa dei tre diapason – con la debuttante R1 a scoppi irregolari. A fine anno Ben viene premiato con la partecipazione al GP di Valencia sulla M1, per poi passare armi e bagagli alla MotoGP nel 2010 – nel team Tech3, dal momento che Rookie Rule o meno il team interno Yamaha è già forte di Rossi e Lorenzo. Due podi (Silverstone, terzo, e Indianapolis, secondo) ed il sesto posto finale ne fanno di gran lunga il migliore dei privati, tanto che nel 2011 la promozione nel team ufficiale a seguito della partenza di Rossi è praticamente scontata.

 

Da ufficiale, su una M1 in sella alla quale lo stesso Lorenzo non riesce a conquistare più di due gare, Ben porta a casa la sua prima (e finora unica) vittoria nella massima categoria ad Assen, chiudendo il mondiale in una più che onorevole quinta posizione finale. Purtroppo, la stagione 2012 è un vero disastro: errori del pilota ma anche tanti cedimenti della moto fanno si che dopo dodici gare sia solo decimo con 66 punti. Già a fine luglio, Spies ha annunciato il divorzio da Yamaha; solo oggi la conferma dell’ingaggio da parte di Ducati per il suo inserimento nello Junior Team.

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