Lorenzo Baldassarri: “Senza la MotoGP, Moto2 è la classe regina”

Giovanni Zamagni
Vincitore in Qatar nel 2019, Lorenzo ci spiega la pista di Losail e quali sono le sue sensazioni ed emozioni alla vigilia delle prime prove. Inoltre, ci racconta come è il paddock: “E’ tutto un po’ strano, ma dobbiamo sfruttare l’occasione”
6 marzo 2020

Pronti a partire. Lo sono i piloti di Moto3 e Moto2, lo è Lorenzo Baldassarri, vincitore in Qatar nel 2019 (leggi tutti gli articoli). A Lorenzo abbiamo chiesto di svelarci qualche segreto della pista di Losail. E non solo…

Allora Lorenzo, sei pronto?
“Sono prontissimo. Non vedo l’ora che inizi. Quest’anno l’inverno è passato abbastanza velocemente, ma l’attesa invernale è sempre lunga: ci si allena, ma non si può girare in moto. Abbiamo fatto tre giorni di test a Jerez e tre qui in Qatar; adesso, dopo tre giorni di riposo scendiamo in pista. Non vedo l’ora, sono veramente carico: anche se sono rimasto nella stessa squadra (quella di Sito Pons, NDA), ho fatto dei cambiamenti, sono curioso di vedere come va”.

Cosa hai cambiato?
“Sono cambiate diverse cose attorno a me, e anche la squadra è tutta nuova: ho cambiato il capo tecnico, i meccanici, il gommista. Le persone che mi seguono sono cambiate (Lorenzo non fa più parte della VR46 Academy), ho un manager nuovo, ho modificato la preparazione fisica. Mi sento bene e carico: vediamo come va, credo si possa fare molto bene”.

Lorenzo la tua velocità non è in discussione - tre vittorie nei primi tre GP nel 2019 -, ma fino adesso ti è mancata la costanza; hai lavorato per migliorare questo aspetto, come si può fare?
“Bisogna puntare sulla costanza: l’anno scorso sono partito alla grande, poi sono venute a mancare diverse corse per poter vincere il campionato. Per lottare per il campionato bisogna stare sempre lì davanti, non si può fare troppi alti e bassi. Come ho detto, ho cambiato diverse cose, anche attorno a me: stavo facendo fatica. Il pilota, oltre ad andare forte, deve essere forte mentalmente. Se ti manca serenità, puoi dare tutto il gas che vuoi, ma non ottieni risultati”.

Prova a fare una presentazione del campionato.
“Nei test non ho brillato più di tanto, ma mi sono focalizzato per trovare un buona messa a punto di base per la stagione. Quest’anno si è ritirata la KTM: credo che la moto da battere sarà la Kalex (la mia moto), senza dimenticare la SpeedUp, sempre in crescita e competitiva. Navarro è andato molto forte nei test, Di Giannantonio ha tenuto un bel passo, ma sono tanti i piloti che possono giocarsi il campionato. Gara per gara ci saranno delle sorprese: vedo una Moto2 sempre più equilibrata. Bisognerà essere svegli nelle prove per entrare in Q2: in Thailandia, nel 2019, in un secondo eravamo in 24”.
 

Com’è il paddock senza la MotoGP?
“E’ una situazione strana per tutto quello che sta succedendo nel mondo. L’aspetto positivo - io guardo sempre al bicchiere mezzo pieno - è che noi siamo la classe regina, è una figata, dobbiamo sfruttare l’occasione. Il paddock in Qatar è sempre tranquillo, quest’anno ancora di più, perché sarà a porte chiuse e senza la MotoGP”.

Lorenzo, prova a fare una descrizione della pista.
“E’ una pista che mi affascina e si corre di notte. Avremmo dovuto correre di giorno, ma senza la MotoGP correremo alle 18 locali (le 16 in Italia), quindi con il buio: bellissimo. E’ una pista scorrevole, con un bel rettilineo, piuttosto larga. Bisogna prendere le giuste misure, individuare bene le traiettorie: mi ricordo la prima volta che ho girato qui, mi ero un po’ perso… E’ facile lasciare qualche decimo per aver sbagliato la linea. Il settore più importante è il T3, ha delle curve veloci, è quello più complicato, che ti prepara all’attacco dell’ultima curva”.

All’ultima curva si può eventualmente fare l’attacco finale?
“Sì, si è visto in passato, anche Marquez e Dovizioso in MotoGP con l’incrocio. Ma è fondamentale il T3, se riesci a non perdere da chi ti sta davanti, o addirittura a guadagnare, puoi fare l’attacco finale”.