Albesiano, Aprilia: "Oggi 10kg di troppo, ma nel 2016..."

Albesiano, Aprilia: "Oggi 10kg di troppo, ma nel 2016..."
Giovanni Zamagni
Il direttore tecnico Aprilia fa il punto della situazione dopo un campionato di esperimenti in pista: «Le prestazioni sono migliorate, ci manca maneggevolezza e fatichiamo in entrata di curva». Per il 2016: «Motore sempre a “V” stretta, completamente rivisto nel basamento, forcellone più lungo»
9 ottobre 2015

Motegi – L’inizio è stato sicuramente incoraggiante: Stefan Bradl decimo nelle FP1 con il tempo di 1’46”371 a 0”939 da Jorge Lorenzo e a meno di mezzo secondo dalla Ducati di Andrea Dovizioso e dalla Honda di Marc Marquez. Mai l’Aprilia era stata così avanti in una sessione di prove: finalmente un po’ di soddisfazione dopo una stagione preventivata difficile, ma probabilmente più ostica di quanto ci si potesse aspettare. Ma la MotoGP è la categoria tecnicamente (e non solo) più complicata del motociclismo mondiale, fare sviluppo in pista, come sta facendo l’Aprilia, è un’impresa titanica, avvicinarsi a colossi come Honda e Yamaha è tutt’altro che semplice. La Casa di Noale ci sta provando: l’ingegner Romano Albesiano, direttore tecnico dell’Aprilia, fa il punto della situazione.

«Per quanto riguarda l’evoluzione di motore, prestazioni, consumi, affidabilità e cambio sono stati fatti nel corso della stagione passi in avanti notevoli, certamente positivi anche in prospettiva della moto per il 2016. Abbiamo anche esplorato valori percentuali di benzina rispetto alla quantità d'aria per rientrare nei consumi, mai adottati prima, con esiti soddisfacenti. Altro aspetto interessante è che abbiamo risolto problemi meccanici per affrontare il progetto futuro con maggiore tranquillità. Va detto, però, che nel corso della stagione le prestazioni generali sono migliorate ma, sinceramente, spero di fare un altro passo: semplificando, si può dire che abbiamo progredito nella trazione, ma non così tanto nella maneggevolezza e in entrata di curva. La MotoGP è molto stimolante, abbiamo provato tanto materiale, ma sul fronte ciclistico avrei voluto essere più avanti con lo sviluppo».

Soprattutto all’inizio avete faticato molto a sfruttare il potenziale delle gomme Bridgestone: è così?

«Sì, il primo impatto con la Bridgestone è stato critico, soprattutto per quanto riguarda la trazione, specie alla massima inclinazione in curva: abbiamo dovuto lavorare tanto sulla sospensione posteriore, provando diverse geometrie, provando a caricare di più o di meno la parte dietro della RS-GP».

Che interventi sono stati fatti sulla ciclistica?

«Rispetto al telaio di partenza abbiamo ammorbidito tanto e non abbiamo ancora finito! Parliamo di rigidezza flessionale: è su questo aspetto che abbiamo lavorato maggiormente».

Si dice anche che la moto sia eccessivamente pesante: puoi confermarlo?

«Sì, la moto è sovrappeso, anche se non così tanto rispetto a quanto ho sentito dire: diciamo che dobbiamo togliere una decina di chili. Per riuscirci si deve lavorare su tanti aspetti, a cominciare naturalmente dal basamento del quattro cilindri, dalla termodinamica, dai vari condotti interni».

Come sarà il nuovo motore?

«Sarà sempre un “V” stretto, posizionato più verticalmente, molto diverso nella parte bassa, con un ravvicinamento tra albero motore e pignone: questo ci permetterà di allungare il forcellone e rendere la RS-GP meno nervosa. Diciamo che, rispetto ad adesso, il pignone sarà messo in una posizione più “normale”. Per quanto riguarda il baricentro, dovrà essere avanzato e alzato rispetto alla versione 2015 per sfruttare meglio le caratteristiche delle Michelin, che sembrano garantire maggiore trazione sul posteriore rispetto alle Bridgestone, con però meno grip sull’anteriore».

Ingegnere Albesiano, perché Marco Melandri ha avuto tante difficoltà?

«Marco ha bisogno di una moto molto stabile: credo che abbia sofferto soprattutto per questo motivo».

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