Viaggi in moto: grandi rally invernali

Ci sono i "fine weather motorcyclists". E ci sono gli amanti dei rally invernali in moto. Vi parliamo del Krystall Rally!
2 marzo 2016

Quelli che aggiungono alla passione per le due ruote anche la passione per il …brivido del freddo. Che amano le grandi distanze e il viaggio. Meglio se soli.
Armarsi e partire, in questi casi, non basta. E così ci è venuta l’idea di un piccolo memo che renderà l’esperienza del rally invernale ancor più piacevole, senza togliere l’emozione dell’avventura. Sono poche righe che abbiamo scritto durante il viaggio di ritorno dal Krystall Rally 2016, ma che pensiamo possano adattarsi anche agli altri Grandi Rally Invernali.

Il Krystal Rally

E’ considerato il rally invernale per definizione. Si svolge da 45 anni in Norvegia con destinazioni itineranti che cambiano anno per anno, così da renderlo sempre diverso.
All’edizione 2016 risultavano iscritti 120 motociclisti e solo 12 italiani. Gli altri sono per lo più norvegesi e svedesi, ma non mancano tedeschi, francesi e spagnoli, quasi tutti con sidercar. Le ”solo” moto sono poche.
Non aspettatevi quindi folle oceaniche, accampamenti stile Elefantentreffen e ricchi “pacchi gara”, spille e patch. Qui c’è solo un adesivo e per chi arriva la prima vota un attestato di partecipazione.
Il rally si raduna in albergo. Una cena norvegese, qualche birra e tutti a riposare per il viaggio di rientro del giorno dopo.

Il viaggio

Si può scegliere se andare dall’Italia alla Norvegia tutto via terra, oppure arrivare a Kiel, in Germania, e prendere la nave fino a Oslo, eliminando circa 700 chilometri di asfalto.
Arrivare fino a Kiel sono 1.300 chilometri, da fare nel mese di febbraio in pieno inverno. E’ da programmare una tappa intermedia in Germania, ad esempio a Würzburg, che dista 600 chilometri da Kiel.
Se optate per la “via di terra” dovrete mettere in conto altri 800 chilometri. Viceversa, con il traghetto si atterra in Norvegia, dopo una bella (ma, ahimè, costosa) pausa con la Color Line e si arriva a destinazione in 20 ore. A quel punto restano da percorrere ancora circa 400 chilometri.
In Norvegia il meteo fa la differenza. E benché a noi sia stato favorevole, abbiamo preferito fermarci a Rena, sulla R3, dopo aver percorso l’autostrada da Oslo a Elverum. Sono circa 200 chilometri. Sembrano pochi, ma l’acclimatamento al freddo gelido e il buio che arriva presto non fanno rimpiangere di mettere presto la moto sul cavalletto.
Degli altri 200 chilometri che mancano a destinazione, gli ultimi 60 sono quelli che metteranno alla prova le vostre doti di winter motorcyclist e vi faranno provare come ci si sente a viaggiare su strade coperte solo da ghiaccio spesso e da neve.

La moto: condizioni generali

E' indispensabile partire con la moto in perfette condizioni.
Quindi batteria nuova, olio di minore densità, gomme nuove, lubrificazione generale, cinghie dell'alternatore in ordine, silicone spray ovunque. Preferite un 5W40. Noi abbiamo notato grandissime differenze rispetto ad un 10W 50, seppur totalmente sintetico e di ottima qualità (Bardhal), tanto da dover insistere con il motorino di avviamento anche per un minuto per riuscire a spuntare i giri giusti per la messa in moto.

Le condizioni di freddo estremo mettono a dura prova il mezzo, e anche inconvenienti banali possono diventare fastidi enormi, soprattutto perché i territori attraversati sono pressoché deserti, i distributori di benzina e i centri abitati si trovano ogni 40 - 50 km, e fermarsi con la moto in panne può diventare pericoloso.
Fra le dotazioni di bordo non bisogna dimenticare i cavi della batteria per far partire la moto al mattino: a noi è capitato di lasciare la notte il mezzo parcheggiato all’aperto a oltre 16 gradi sottozero. Se la temperatura fosse ancora più bassa, smontate la batteria e portatela nella camera dell’albergo: eviterete brutte sorprese al mattino.
Lubrificate con prodotti a base di silicone le serrature delle valigie e il blocchetto di accensione. Se ve ne foste dimenticati, in tutte le stazioni di servizio vendono piccole bombolette con un pratico beccuccio erogatore, che entra nelle serrature e previene il gelo. Le serrature si gelano, se rimane acqua al loro interno dopo un lungo tratto sotto la pioggia.

Per la pioggia

I paramani e la coperta fanno egregiamente il loro mestiere, con il solo inconveniente di inzupparsi di
acqua e diventare delle grandi spugne da strizzare appena la pioggia smette.
In più i copri mani inzuppati bagnano anche i guanti e riducono di molto l'effetto delle manopole riscaldate.
Nei 1.300 chilometri che abbiamo passato sotto l'acqua in Svizzera e Germania abbiamo riscontrato questo inconveniente, anche se avevamo usato spray al silicone per prevenire il fastidio.

Per il freddo

Noi abbiamo scelto i paramani e il Gaucho del Tucano. Vanno bene anche quelli della GiVi.
I paramani vanno sigillati con nastro americano per evitare che entrino spifferi ghiacciati, mentre la coperta diventa rigida alle temperature basse, ma fa bene il suo dovere proteggendo le gambe e la parte bassa del busto. D’altro canto, il Gaucho ingombra e limita un po’ la libertà dei movimenti, risultando non a tutti gradito.
Attenzione se nei tratti più freddi si indossano le scarpe da neve, anziché gli stivali da moto, perché la mobilità si riduce e rallenta l’azione sui comandi della moto.

Per la neve e il ghiaccio

Il Krystall Rally del 2016 si è svolto a Roros, circa 400 km a Nord di Oslo, alla fine del mese di febbraio, quindi in pieno inverno.
Ad Oslo le strade sono pulite. Sull'autostrada A6 che sale verso Lillehammer viaggiano costantemente mezzi spazza neve e spargi sale. Sulla provinciale R3 che da Elverum porta al bivio di Tynset abbiamo trovato ottime condizioni di asfalto, ma tutte le strade laterali sono innevate e con fondo ghiacciato, così, ad esempio, a Rena, dove abbiamo passato la notte, le strade sono solo bianche.
Il tratto da Tynset a Roros (circa 60 km) è coperto da una spessa coltre di ghiaccio e neve ed è transitabile solo con gomme chiodate.
In queste condizioni è indispensabile dotarsi di chiodi da ghiaccio per i pneumatici anteriore e posteriore della moto.
BestGrip produce diversi tipi di chiodi per tutti i mezzi in circolazione. Noi ci siamo affidati all'esperto Andrioletti e Boni di Casnigo (BG) che ci ha consigliato il modello 1350 per l'anteriore e il modello 1300 per il posteriore. Occorrono almeno 120 chiodi per gomma e un buon avvitatore elettrico; in un'ora per gomma si fa tutto il lavoro.

Abbiamo chiodato anche i tasselli sulla spalla del pneumatico (a tasselli alternati), non tanto pensando di piegare la moto in curva sul ghiaccio, ma perché nel passaggio tra una corsia e l'altra sulla carreggiata si forma uno scalino di ghiaccio di diversi centimetri, e la spalla solo se chiodata si aggrappa agevolando il passaggio, senza che la moto tenda a mettersi di traverso.
I chiodi sono indispensabili sul ghiaccio, ma se dovesse nevicare in abbondanza, oltre ad abbassare ancora la pressione delle gomme, occorrono le catene che si trovano sul sito della Wunderlich.
i chiodi fanno miracoli, ma non fanno proprio tutto: comunque abbiamo affrontato discese anche del 12-15%. Indispensabile un po’ tecnica di guida: inutile dire che scivolare sul ghiaccio, con la moto che non si ferma più, in mezzo alle foreste, può complicare il viaggio.

L'abbigliamento

Diciamo solo: tuta anti acqua, meglio se gialla, ben visibile in condizioni di scarsa luminosità. Da usare subito, appena inizia a piovere, per evitare di restare bagnati più tardi quando ormai non è più possibile proseguire con la sola tuta da moto.
Viaggiare 6 - 7 ore a temperature comprese fra i -5 e i -20 gradi richiede ovviamente un abbigliamento tecnico adeguato.
Un solo spiffero d'aria, vi assicuriamo, rende ogni chilometro percorso molto più lungo e doloroso di quanto sia, anche solo per non aver chiuso l'ultimo bottone della giacca dopo una sosta al distributore: figuratevi cosa può accadere se non si è certi di avere un abbigliamento caldo ed ermetico!
Il sotto casco con sottogola è solo l'inizio.
Poi occorre un completo intimo di quelli che si usano per sciare, calze incluse.
Il passo successivo è scegliere se dotarsi di abbigliamento termoriscaldato, ad esempio quello della Klan o di Bmw, oppure stratificarsi "a cipolla", pronti ad aggiungere e togliere pile in base alla temperatura. L'abbigliamento elettrico deve essere lo strato più vicino al completo intimo. Una calzamaglia e un pile di scorta non guastano. Da ultimo, giacca e pantalone da moto, imbottiti.
Qualcuno preferisce guanti in pile, manopole riscaldate e copri manopole. Qualcun altro preferisce invece i pesanti guanti invernali da moto, che rendono i movimenti più lenti, ma in caso di pioggia possono essere usati per togliere un po' d'acqua dalla visiera del casco (provate con quelli in pile...).
Gli stivali da moto con le calze da sci a temperature basse tengono… freddo. Meglio allora le scarpe da neve Sorel canadesi, o le North Face che tengono il piede ben caldo.
Per appoggiare i piedi a terra sul ghiaccio, poi, abbiamo messo sotto la suola i ramponi di Decathlon.

Tricks

Attenzione a non farvi scappare l'avvitatore mentre chiodate le gomme, rischiando di forare il pneumatico, può accadere.
Con la chiodatura, la pressione dei pneumatici scende a 1.5 e aumenta l'impronta a terra: ricordatevi di portarvi un manometro e qualche bomboletta di CO2 (con il raccordo per collegarla alla valvola!) per rigonfiare. Un paio di guanti da lavoro è pure consigliabile.
Se non avete un termometro nella strumentazione di bordo, compratene uno e divertitevi a vedere a che velocità scende!
Il freddo brucia la pelle. Siamo stati costretti ad aprire la visiera del casco dopo che la condensa dell'alito era diventata ghiaccio e, nonostante la crema protettiva, alla sera i segni dell'ustione sul viso erano ben visibili.
Abbiamo lottato spesso con la visiera ghiacciata: se la passava meglio chi aveva quella riscaldata della HJC, che va bene anche in caso di pioggia.
Inutile portarsi acqua da bere, diventa subito ghiaccio; meglio un thermos con the caldo, meglio ancora una sosta in più per un caffè caldo. In Norvegia tutti i distributori hanno comode macchinette self service per the e caffé bollente, che aiuta a ripartire con rinnovato vigore. Fate pause frequenti, cercando di non raffreddarvi troppo nè di scaldarsi con il rischio di sudare, a causa del “multistrato” che avete addosso.
Valutate con attenzione l’assorbimento elettrico di tutto quello che" attaccate" all’impianto della moto: gilet e completo intimo riscaldati, fari supplementari, manopole termiche, navigatore, GoPro, smartphone.
In caso di pioggia non perdete tempo, e fermatevi subito a mettere la tuta anti acqua: gli indumenti devono restare asciutti, e nel caso non sia stato possibile fateli asciugare, a costo di usare tutta sera il phon dell’albergo. L'umido addosso è peggio del freddo secco.
Se avete la GoPro usatela, e montate più di un attacco sulla moto e sul casco: al ritorno non rimpiangerete delle volte che avete dovuto spostarla nel freddo intenso, approfittatene nelle soste caffè. Non dimenticate neppure qualche “intervista” ai compagni di viaggio e ai viaggiatori che avrete incontrato lungo la strada.

Le foto: meglio una buona macchina fotografica dello smartphone, con i guanti invernali e il freddo basta un attimo per farlo scivolare.
I social: se avete qualche amico a cui mandare foto e testo “live”, riuscirete a leggervi su FB la sera stessa…!
Le previsioni meteo sono da guardare ogni giorno, e le tappe del viaggio vanno programmate di conseguenza: la variabilità è elevata, e non si riesce a guardare più in là di un paio di giorni. Il sito meteo ufficiale per la Norvegia è www.yr.no. Il meteo è quasi imprevedibile, e nell’arco di duecento chilometri si può passare dal sole e cielo terso alla bufera di neve.
Ricordate che in Germania sono obbligatori il giubbino giallo e la dotazione di pronto soccorso.

Ringraziamenti

Siamo partiti dall’Italia in due: Gigi ed io. Siamo tornati dalla Norvegia in otto! In rigoroso ordine di apparizione Emanuele, Massimo, Loris (il vespista di Bolzano) e il trio dei piemontesi.
E poi Valter, con gli amici del Bikers runners triathlete, per il supporto social e web (designbeer by yourbeer).
A tutti va un "grazie!" per aver condiviso l’esperienza unica del Krystall Rally 2016.

Gigi e Stefano

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