Valentino Rossi: "Non vado in Petronas per salutare i tifosi"

Valentino Rossi: "Non vado in Petronas per salutare i tifosi"
  • di Emanuele Pieroni
Le prospettive per il futuro, una giornata a Misano, la fedeltà reciproca con Yamaha. E sul discorso Petronas: "Parlerò con Razali, per adesso il mio interlocutore è Jarvis"
  • di Emanuele Pieroni
22 maggio 2020

Non andrà in Petronas per dire ciao ai tifosi e non ha detto ciao ai tifosi neanche ieri, quando è apparso per qualche giro di pista sul nuovo asfalto di Misano.

La prima affermazione, però, è figlia di una riflessione profonda. La seconda, invece, è figlia di una necessità: quella di fare tutto in gran segreto per evitare che tifosi e appassionati, sapendo che Vale stava girando a Misano, si precipitassero sul posto con il rischio di dare vita ad assembramenti. Assolutamente da evitare in tempi di Coronavirus. Così, sulla giornata al Marco Simoncelli World Circuit, è calata una sorta di coltre di protezione. Ma gli smartphone sono sempre in agguato e qualche foto è girata in rete, come quella pubblicata ieri dalla Fanpage Instagram di Luca Marini, che era insieme a Vale e ad altri piloti dell’Academy per una giornata di allenamento.

Un allenamento funzionale all’ormai imminente ritorno alle gare, con il Motomondiale che potrebbe riprendere a breve, ma anche per mettersi alle spalle, con l’ausilio della sua Yamaha R1, le tante, troppe voci di questi giorni sul futuro di Valentino Rossi. E’ stato lo stesso campione di Tavullia ad uscire dal silenzio con una frase che mette fine alle chiacchiere: “Non andrò in Petronas solo per dire ciao ai tifosi”.

Parole affidate ai microfoni di motogp.com (e in precedenza di Repubblica e Sky Sport) e scelte da Rossi per spiegare ancora una volta, ammesso che ce ne fosse il bisogno, che non c’è alcun braccio di ferro in atto. E che, più semplicemente, è ancora dell’idea di voler il riscontro di un qualche risultato prima di prendere la sua decisione. “Devo scavare dentro di me – ha affermato – e capire se ne ho ancora per essere competitivo. Volevo farlo con il termine di confronto della pista, ma non è stato possibile”

Rossi ha, di fatto, confermato quello che con termini probabilmente meno eleganti aveva detto anche il patron di Petronas. E cioè che non sta valutando alternative differenti dall’appendere il casco al chiodo o proseguire, per un anno con opzione per il successivo, in sella ad una Yamaha. Proprio sul rapporto con la casa di Iwata il nove volte campione del mondo si è soffermato a lungo: “Mi aspettavo che Yamaha puntasse per il team principale su due piloti più giovani, ma il nostro rapporto va oltre”. Una affermazione, questa, che stronca le ipotesi, a questo punto decisamente fantasiose, di un temporeggiamento del 46 funzionale ad un approccio con Suzuki o Aprilia.

Tanto che Rossi aggiunge: “Non ho ancora parlato con Razali perché in questa fase il dialogo è con Lin Jarvis. Sono consapevole che Petronas è un grande team e una altrettanto grande opportunità. Il mio piano quest’anno era cambiare qualcosa nel team e capire la competitività. La sfortuna ha voluto che mi trovassi nella condizione di dover decidere senza correre. Prossimamente parlerò con Razali, ma condivido il suo pensiero sulla necessità di essere competitivo e non andare nel team solo per un’annata di saluto ai tifosi“.

Se ci sarà è per provare a mantenersi su livelli alti, non certo per fare una stagione di addio senza ambizioni. Nessuno snobba nessuno, quindi, con il ruolo centrale che però, come avevamo anticipato, è ancora recitato da Yamaha: le presunte frecciatine di Razali non erano dirette a Tavullia, così come l’atteggiamento di Rossi non era rivolto a Sepang. E su Iwata che sono concentrate le mosse di entrambi.