Rossi: "In difficoltà per l'assetto"

Rossi: "In difficoltà per l'assetto"
Giovanni Zamagni
Valentino spiega l’opaco venerdì: “solitamente io carico molto l’anteriore, ma qui non si può e non sono a mio agio sulla moto. Siamo indietro, ma c’è margine di miglioramento” | G. Zamagni, Valencia
7 novembre 2014

Punti chiave

VALENCIA – Quinto nelle FP1 (1’31”767 a 0”471 da Marquez), decimo nelle FP2 (1’32”049 a 0”595 da Marquez), settimo nella combinata dei tempi: comunque la si guardi, non è stato un venerdì esaltante per Valentino Rossi.

«Oggi per me è stato difficile, specie nella sessione del pomeriggio. Nelle FP1 non ero andato male e anche le sensazioni erano discrete, ma c’erano comunque dei problemi: la M1 era difficile da guidare, nervosa e troppo aggressiva, con difficoltà anche per le gomme, sia all’anteriore sia al posteriore, perché con la temperatura bassa e tante curve a sinistra non riuscivo a scaldarle sulla destra e ad avere il giusto grip. Abbiamo cercato di risolvere la situazione, ma nelle FP2 abbiamo perfino peggiorato: pur modificando tanto, non abbiamo trovato nessuna soluzione. L’unico aspetto positivo è che abbiamo raccolto tanti dati: possono servire per trovare un bilanciamento migliore. Qui, come sempre, i distacchi sono contenuti, perché è un tracciato corto e tanti piloti possono essere veloci per un solo giro, specie con la gomma extra soffice posteriore, ma la realtà è che non mi sento bene sulla moto».


Hai provato l’asimmetrica anteriore?

«Sì, tra mattino e pomeriggio ho provato le tre opzioni anteriori: io preferisco la 32 (la gomma media tradizionale, NDA), ma anche l’asimmetrica non è male, sembra avere un comportamento più “normale” rispetto a Phillip Island. Forse si possono usare entrambe, dipende molto dal feeling che sente il pilota».
 

Per essere veloce bisogna usare un assetto che io solitamente non uso, più caricato sul posteriore che sull’anteriore


Le difficoltà sono dovute anche al fatto che questa pista non ti piace troppo?

«Sicuramente non è uno dei miei tracciati preferiti, ma credo sia più una questione tecnica: per essere veloce bisogna usare un assetto che io solitamente non uso, più caricato sul posteriore che sull’anteriore. Per questo non guido bene, ma credo ci sia margine di miglioramento».


Una statistica dice che qui hanno vinto solo piloti partiti dalla prima fila: è una preoccupazione in più per le QP di domani?

«Qui spesso le gare sono state noiose, ma credo che anche scattando dalla seconda fila si può essere competitivi».


E’ un venerdì più difficile del solito?

«Per la verità, ce ne sono stati abbastanza di venerdì così durante l’anno, perché come metodo di lavoro proviamo tante cose. In più Silvano (Galbusera, il capotecnico, NDA) spesso non conosce le piste: credo che anche questa volta, come è successo in passato, ci sia la possibilità di migliorarsi per la gara».


Per il 2015, la Yamaha su quale aspetti deve lavorare per tenere il passo della Honda?

«Sicuramente sul “seamless” per avere un miglior sistema in frenata (la Yamaha, ha differenza della Honda, non ha il cambio seamless in scalata, NDA), ma c’è anche dell’altro da fare».