SBK – Genesio Bevilacqua: “Stiamo valutando un accordo con HRC e Moriwaki”

SBK – Genesio Bevilacqua: “Stiamo valutando un accordo con HRC e Moriwaki”
Carlo Baldi
Il team Althea è vicino ad un accordo con Honda HRC e Moriwaki, per un progetto di almeno tre anni che prevede un impegno importante da parte del colosso giapponese
29 ottobre 2018

Dopo tre anni trascorsi con BMW, durante i quali Genesio Bevilacqua ha dovuto tenere a freno le sue ambizioni e il suo desiderio di tornare a vincere, è venuto il momento di trovare nuovi stimoli non solo per sè stesso, ma anche per la sua squadra, che ha un potenziale notevolmente superiore a quello che ha potuto mostrare nelle ultime stagioni. Inizialmente il team Althea aveva pensato alla nuova Panigale V4, convinto che il potenziale della nuova moto bolognese potesse permettere anche ad un team privato di competere ad alti livelli. A sconvolgere i piani iniziali è arrivata la proposta della Honda che, come abbiamo già scritto, intende incrementare il proprio impegno in Superbike. Il maggiore produttore motociclistico al mondo intende riprendere le redini della squadra ufficiale, che langue da tempo nelle mani del team Ten Kate, il quale ha ormai perso lo smalto dei giorni migliori. In Giappone sembra abbiano identificato nella struttura di Civita Castellana il team in grado di realizzare un progetto importante, che ha come obiettivo quello di riportare in alto le Fireblade. Non sarebbe la prima volta che il team Althea utilizza le moto della Casa di Tokio, in quanto il suo debutto in Superbike avvenne nel 2008 proprio con una CBR, portata in pista da Roberto Rolfo.  
Nella nostra intervista Genesio cerca di non sbilanciarsi troppo, anche perché le trattative sono ancora in corso e i punti da focalizzare sono ancora molti, ma l’impressione è che il progetto sia destinato a partire, e che già a breve dovremmo avere qualche notizia con il crisma dell’ufficialità. 
            
La tua collaborazione con BMW sta per terminare. Quale è il tuo bilancio?   
I tre anni che abbiamo trascorso con BMW sono stati caratterizzati da alti e bassi, con i secondi che hanno purtroppo prevalso sui primi. Dal punto di vista umano e della correttezza è stato un rapporto ottimo, e devo dire che mi sono trovato veramente bene, soprattutto con BMW Italia. Però è arrivato il momento di cambiare, di trovare nuovi stimoli e nuove soluzioni che consentano a me ed alla mia squadra di restare ad alto livello.
 
Cosa è mancato per poter vincere?
E’ risaputo che in BMW manchi l’attitudine alle corse, e lo abbiamo visto anche in passato, quando la casa bavarese era impegnata in Superbike in  maniera diretta. La prospettiva racing era difficile e quindi ho preferito scegliere strade diverse. Spero per il team SMR e per tutto il campionato Superbike che, con una moto nuova e con piloti come Sykes e Reiterberger, la BMW possa essere competitiva. Lo spero, perché una Casa come quella tedesca potrebbe essere un valida antagonista della Kawasaki e di conseguenza alzare il livello del campionato. Dal punto di vista tecnico il punto carente è certamente la parte elettronica.

Si parla di una trattativa con Moriwaki e con Honda HRC...
Abbiamo avviato un discorso interessante con Honda HRC attraverso Moriwaki, che conosciamo da anni. Tra il team Althea e Moriwaki esiste un rapporto storico, che si è ulteriormente sviluppato nel 2009, quando organizzammo in Italia un trofeo riservato alla moto MD 250 di Moriwaki, diventando così i precursori di quella che sarebbe poi diventata la Moto3. Tra le nostre aziende esiste un rapporto di stima, oltre che di collaborazione, e quindi stiamo pensando di fare qualcosa insieme anche in Superbike.
 
Alla base c’è un maggiore interesse della Honda per la Superbike
Alla base del discorso avviato con Moriwaki c’è un interesse diretto di Honda HRC verso la Superbike, che comporta un grande impegno tecnologico, e ovviamente anche economico, da parte della Casa madre. Se si siedono allo stesso tavolo Honda HRC, Althea e Moriwaki è solo per fare qualcosa di interessante. Al momento non posso entrare nei dettagli perché li stiamo ancora valutando, ma ti posso dire che è un discorso ben avviato. Speriamo che si arrivi presto ad una soluzione, per poter dare il via ad un progetto che dovrebbe essere su base triennale.

Mesi fa ci avevi parlato di un tuo interesse nei confronti della nuova Panigale V4
Sono ancora convinto che la nuova moto della Ducati possa essere un valido mezzo per contrastare le Kawasaki, ma ritengo che l’impegno economico necessario per un team privato per poter seguire lo sviluppo della nuova moto sia molto impegnativo. Non parto mai per partecipare, ma per provare a vincere, quindi devo mettere in previsione tutto quanto serve per competere nelle posizioni di vertice. Per poterlo fare con la nuova Ducati ritengo che l’impegno sarebbe davvero gravoso. Quella della V4 è una possibilità che non escludo a priori, ma devo naturalmente valutare anche strade diverse.

I piloti.
Al momento è prematuro parlare di piloti. E’ ovvio che per quanto mi riguarda la priorità riguarda i miei piloti attuali, vale a dire Del Bianco e Baz, ma se arrivassimo ad un accordo con Honda e Moriwaki i piloti verrebbero decisi insieme, e quindi non posso fare nomi. Però i piloti che sono ancora disponibili sul mercato li conoscete anche voi.

Di disponibile sarebbe anche Melandri.
In passato sono stato molto vicino ad accogliere Marco nel mio team. Lo stimo molto, perché ritengo che oltre ad essere un ottimo pilota sia anche un bravo ragazzo. Inoltre è rappresentato da un manager serio e rispettabile come Alberto Vergani. Inutile dire che mi piacerebbe molto farlo correre con noi. Lo avevo proposto anche a BMW, ma la mia richiesta non ottenne l’approvazione della casa tedesca.

Un maggiore impegno per Honda e per BMW: un bel segnale per la Superbike.
Certamente. La mia speranza è quella di vedere un numero sempre maggiore di Case impegnate seriamente in Superbike, per avere un campionato più interessante e di alto livello. Solo le Case ufficiali possono contrastare il dominio della Kawasaki, appoggiandosi a strutture professionali e competitive. Più moto competitive e piloti più bravi. Anche perché dà poco gusto vincere contro una concorrenza scarsa.

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