SBK, Althea Honda Team. Camier: “Questa CBR è completamente diversa”

Carlo Baldi
Presentato a Phillip Island il Moriwaki Althea Honda Team con il quale la più grande casa motociclistica del mondo rientra ufficialmente nel mondiale Superbike per vincere
18 febbraio 2019

Rispetto allo scorso anno è rimasto solo Leon Camier. Tutto il resto è cambiato ad iniziare dal team, con l’ambiziosa squadra di Genesio Bevilacqua che ha preso il posto del team Ten Kate, che era apparso a molti (ed evidentemente anche alla Honda) dormire sugli allori. Ma la novità più rilevante è senza dubbio il coinvolgimento nel progetto di Honda HRC, che ha fornito alla squadra italiana le moto con le quali correrà oltre a Leon Camier (forte di un contratto valido anche per il 2019) anche il giapponese Ryuichi Kiyonari, fortemente voluto da Moriwaki, l’azienda giapponese da anni partner privilegiata di HRC, fortemente interessata al mondiale delle derivate dalla serie.

Althea, Honda Europe e soprattutto Moriwaki hanno lavorato ai fianchi la potente casa giapponese, convincendola ad un impegno diretto in Superbike.

Oltre al Team Manager Genesio Bevilacqua, ai due piloti ed al Team Director Midori Moriwaki, ha partecipato alla presentazione anche Soichi Yamana, Department Manager Motorcycle Department, Motor Sport Division Honda Motor, a conferma del coinvolgimento diretto di Honda nel nuovo team.

La squadra ha già svolto due sessioni di prove sul circuito di Buriram in Tailandia, ma solo a partire da domani, nei test ufficiali che precedono il primo round del mondiale, Camier e Kiyonari potranno confrontarsi direttamente con i propri avversari e comprendere quanto lavoro ci sia ancora da svolgere per raggiungere la Kawasaki, moto di riferimento nell’attuale panorama della classe regina delle derivate.

Come potrete ascoltare dalla voce di Leon Camier, questa versione 2019 della CBR arrivata direttamente dal reparto corse Honda ed è completamente diversa dalla moto che l’inglese ha utilizzato lo scorso anno. Certo nessuno nasconde il fatto che ci sia ancora molto lavoro da fare, ma tutti i tasselli che compongono il mosaico presentato ieri  a Phillip Island hanno le carte in regole per bruciare le tappe e stupire chi credeva che il potenziale della nuova Fireblade fosse quello emerso nella passata stagione.

Un team giovane, capace ed ambizioso, un manager che vuole tornare sul tetto del mondo, due piloti esperti nonché ottimi collaudatori, un’azienda giapponese come Moriwaki che vuole emergere in Superbike e soprattutto l’impegno diretto di HCR, sono garanzia di un successo che ha solo bisogno di tempo per realizzarsi.

Bentornata Honda.