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Se pensate che per coronare il proprio sogno bisogna iniziare da giovani, vi sbagliate e questa intervista ve lo può dimostrare. Sì perché Gianluca Nannelli è il pilota che è arrivato tardi, ma non si è mai fermato e ha avverato il suo sogno: diventare un pilota del mondiale SBK.
Gianluca Nannelli ha visto una moto da corsa per la prima volta a sei anni, davanti alla vetrina di una concessionaria Ducati a Incisa Valdarno.
Gli è scoppiato il cuore, ma la famiglia era terrorizzata e lui non ha potuto salire su un due ruote fino a quattordici anni, quando ha rubato il Bravo di sua sorella.
A diciotto anni ha fatto la prima gara di motocross ed è andato in coma. Ha fatto "un cappottone su un panettone" e si è svegliato dopo due giorni con un buco in testa.
I genitori non sapevano nemmeno che stesse correndo. Invece di smettere, ha continuato.
A ventidue anni ha iniziato a correre in pista, contro ragazzini di sedici anni che facevano gare da quando ne avevano otto. Lo doppiavano. Pesava 82 chili in un mondo di piloti da 50-60 kg. Per quattro anni non ha vinto niente, ma ha imparato guardando gli altri, cadendo, rialzandosi.
Nel 2002 è arrivato al Mondiale Supersport: aveva 29 anni!, cioè l'età in cui molti piloti si ritirano o iniziano a pensarci. Ha corso per sette anni, ha fatto podi, ha vinto gare.
Nel 2005 ha fatto tre gare in un giorno a Monza: Superbike, Supersport, ancora Superbike. Ha finito terzo in Supersport.
A Valencia 2007 il team manager gli ha detto che senza un podio avrebbero chiuso. Ha fatto una rimonta da quattordicesimo a terzo, rischiando di cadere venti volte.
Ha corso con la clavicola rotta, tenuta insieme dal nastro americano. Ha finito una gara senza la pedana sinistra, con il piede sul forcellone che la catena gli mangiava lo stivale. Nel 2012, a trentanove anni, una notte ha dormito bene prima di una gara. Per lui era un segnale: aveva sempre dormito male prima delle gare.
La domenica mattina in griglia ha detto che era l'ultima gara. Ha finito quarto e ha smesso. Non voleva un lento declino. Adesso ha la Nannelli Riders Academy e insegna ai bambini, cioè fa quello che lui non ha avuto: qualcuno che gli insegnasse a guidare fin da piccolo.