SBK 2019. Le pagelle del GP di Assen

SBK 2019. Le pagelle del GP di Assen
Carlo Baldi
Quella di Assen è stata la tappa più fredda della storia del mondiale Superbike, con una gara annullata per la prima volta in assoluto, causa neve/pioggia/grandine
15 aprile 2019

Apriamo subito una parentesi che riguarda Pirelli, che va criticata quando (raramente) sbaglia, ma alla quale vanno anche riconosciuti i giusti meriti. In Gara-1, con la temperatura dell’aria a 4°C e quella dell’asfalto a 6, nessun pilota ha avuto problemi con le gomme. Non solo chi ha utilizzato le SC1, ma nemmeno quelli che hanno scelto la soluzione SC0, vale a dire la più morbida. Un risultato del quale in Pirelli possono giustamente andare fieri.      


Il meteo ha sconvolto il programma delle gare, ma non i risultati del GP d'Olanda. A vincere è stato ancora una volta Álvaro Bautista con la sua Panigale V4. La novità è che ha vinto, ma non ha dominato. Specialmente nella seconda gara, quando lo spagnolo ha dovuto aspettare cinque giri per prendere il comando, ed ha poi dovuto spingere davvero forte per staccare Rea. Tanto forte da abbassare per ben due volte il record della pista, stabilito proprio dal quattro volte campione del mondo nel 2017, in condizioni meteo ben più favorevoli. Merito della Kawasaki o solo di una pista poco favorevole al quattro cilindri di Borgo Panigale? Staremo a vedere, anche perché la prossima gara si disputerà a Imola, una pista sconosciuta a Bautista e che piace invece molto sia a Rea che a Davies.


Oltre che della neve, è stato anche il weekend dell’idolo locale Van der Mark, che si esalta sempre davanti ai propri tifosi e che è riuscito a salire per ben due volte sul podio, battendo anche Johnny in Gara-2. Buone notizie per la Yamaha, che però non sembra intenzionata ad investire granché nello sviluppo della sua R1, che al nuovo acquisto Melandri ha portato più problemi che soluzioni.


Buone notizie arrivano dalla BMW, che ha dimostrato di poter andare forte anche con Reiterberger, e non solo con Sykes. Certo la moto è ancora acerba e pecca nell’usura delle gomme, ma è innegabile che in soli quattro round l’azienda bavarese abbia fatto dei bei passi in avanti, verso la piena competitività della sua nuova creatura. Buio profondo invece in casa Honda, dove nemmeno la potente iniezione di tecnologia “made in HRC” sembra riuscire nel miracolo di rendere competitiva la goffa Fireblade. In attesa che a Tokio preparino la moto in grado di competere con la V4 , ecco i nostri voti ai protagonisti del gelido fine settimana olandese.

 

PAGELLE

 

Alvaro Bautista – voto 10 e lode – Nei commenti dei nostri lettori infuria la contesa tra chi sostiene che sia Bautista l’arma in più della Ducati, e chi invece assegna tutti i meriti alla nuova Panigale V4. La verità ci è stata spiegata da Rea, che ha dichiarato come l’accoppiata Bautista/V4 sia praticamente imbattibile. Mentre vince tutto il possibile, lo spagnolo si impegna anche nello sviluppo della sua nuova moto. Disputa due gare di 21 giri a distanza di poche ore l’una dall’altra (cosa che non aveva mai fatto) e le vince entrambe, stabilendo il nuovo record su di una pista che non è apparsa molto favorevole alla "quattro cilindri" bolognese. Mostruoso.

 

Jonathan Rea – voto 9 – Si complica la vita con due partenze dalla terza fila, figlie di un errore di valutazione in Superpole, ma poi riduce a 3-4 secondi il distacco che lo separa da Bautista. Perdendo il duello con Van der Mark raccoglie il suo peggior risultato stagionale: terzo. Pur dovendosi inchinare ad Álvaro ed alla sua moto, Johnny resta un grande campione, uno che non molla mai. Braveheart.

 

Michael Van der Mark  - voto 9 – Ancora una volta l’aria di casa lo esalta. Secondo in Superpole, in gara porta a casa un terzo ed un secondo posto, piegando anche sua Maestà Rea. Peccato che tiri fuori il meglio del suo repertorio solo ad Assen...

 

Chaz Davies – voto 7,5 – Work in progress. Chaz sta sudando sette camicie per imparare a sfruttare tutto il grande potenziale della V4, e siamo certi che ci riuscirà. Al di là dei risultati, anche in Olanda Davies ha fatto un altro passo in avanti: sta modificando il suo stile di guida e la posizione del corpo in curva, e chissà che proprio sulla pista amica di Imola non riesca a dare una svolta al suo campionato.

 

Alex Lowes – voto 7,5 – Venerdì fa riaffiorare vecchi fantasmi cadendo in entrambe le sessioni di prove. Poi però chiude quarto sia in Superpole che nelle due gare, senza commettere errori. E’ cresciuto molto anche (per sua stessa ammissione) grazie al suo coach Niccolò Canepa. La sua costanza di rendimento viene premiata dal terzo posto in campionato.

 

Markus Reiterberger – voto 7 – Assen è la sua pista preferita, però i suoi risultati sono comunque sorprendenti, visto che conquista la prima fila in Superpole e termina due volte sesto in gara, sempre davanti al suo compagno di squadra Sykes. Il giovane pilota tedesco rappresenta, assieme a Razgatlıoğlu, la migliore promessa del mondiale Superbike.

 

Toprak Razgatlıoğlu – voto 8 – Il voto gli spetta di diritto, non tanto per i risultati (sempre nono sia in gara che in Superpole) ma per la sua grande determinazione e la sua capacità di sopportare il dolore. Nella caduta di sabato in Superpole si procura brutte ferite a un braccio e a un ginocchio: quest’ultima tanto profonda da scoprire l’osso. Sabato viene fermato dai medici anche per un leggero trauma cranico, ma domenica sale in moto come se niente fosse, corre due gare di 21 giri, quasi consecutive e nella seconda è anche il primo dei piloti privati. Arriva al suo box dolorante e bianco in volto, ma non si lamenta, e dichiara che a Imola sarà al 100% perché vuole salire sul podio.  

 

Michael Ruben Rinaldi – voto 5 – Vive in Olanda il suo weekend peggiore da quando guida la V4 con il team Barni, portando a casa un solo punto in due gare. Troppo brutto per essere vero.

 

Marco Melandri – voto 4,5 – Vederlo annaspare in fondo alla classifica ci fa male al cuore. Se deve correre così, tanto vale che lasci la moto a qualcun altro. Speriamo che l’aria di  casa gli dia nuovo smalto e ci restituisca il Melandri che conosciamo.

 

Eugene Laverty – voto 5 – Ecco la dimostrazione che la pista di Assen non è favorevole alla V4. Speriamo di rivederlo molto più avanti già a Imola.