SBK 2019. Le pagelle del GP di Aragón

SBK 2019. Le pagelle del GP di Aragón
Carlo Baldi
L’uragano Bautista infuria sulla Superbike. Vince tutto e regala la 350ª vittoria alla Ducati
8 aprile 2019

L’uragano Bautista infuria sulla Superbike, tanto che in soli tre round lo spagnolo della Ducati ha già eguagliato un record (quello delle vittorie consecutive ad inizio campionato che apparteneva a Neil Hodgson dal 2003) ed ha regalato al produttore bolognese la vittoria numero 350 in Superbike. Bautista-Panigale V4 è un binomio che al momento non conosce avversari, e con molta probabilità nemmeno un intervento della Dorna, che potrebbe togliere qualche giro motore (250? 500?) all’arma letale italiana cambierebbe lo stato delle cose. Anzi si vocifera che sia stata la stessa Ducati ad aver già diminuito i giri motore della sua V4 per una maggiore longevità dei propulsori. A risentire del dominio rosso è soprattutto lo spettacolo, ma per fortuna dalla seconda posizione in giù le gare sono interessanti, ed in queste prime nove gare sono stati molti i piloti che hanno insidiato il secondo posto del pluricampione Rea, che invece sino all’anno passato faceva il Bautista della situazione. Non si può parlare di Kawasaki in crisi, ma come ha affermato lo stesso Johnny, nel tentativo di avvicinare la V4, il team ufficiale verde nero sta mettendo sotto stress tutta la moto e più alzi il livello di competitività e maggiori sono i problemi che possono emergere. Ed è quanto sta accadendo alle moto di Rea ed Haslam. La Yamaha ha fatto dei grandi passi avanti ma con il solo Lowes, mentre le altre tre R1 annaspano nelle posizioni di medio-bassa classifica, compresa quella di Melandri che ad Aragon non ha mai centrato la top ten. La BMW va a sprazzi. Sykes la sfrutta a dovere nel giro secco, ma poi in gara emergono i problemi di gioventù della S1000RR.

La Honda è tornata in forma ufficiale, ma oltre alla moto dovrà cambiare anche i piloti se vorrà davvero rispettare il suo blasone e ripetere anche in Superbike il duello con la Ducati che infiamma la MotoGP.

La brutta notizia per le case giapponesi e per quella tedesca è che non solo Chaz Davies si sta adattando alla V4, ma anche i privati Laverty e Rinaldi stanno scalando la classifica, anche se rallentati da qualche errore e da una buona dose di sfortuna.

Si prospetta un domino totale della Ducati? In attesa di avere la risposta a questo quesito, ecco i nostri giudizi sui piloti che hanno corso in terra d’Aragona.

 

LE PAGELLE

Alvaro Bautista – voto 10 e lode – Ha alzato di molto il livello della Superbike, e il merito non è solo della sua moto: lo spagnolo è arrivato nel mondiale delle derivate con lo spirito giusto e con una grande dose di professionalità. Si impegna al massimo, sempre, e sfrutta sia la sua consolidata esperienza che le capacità tecniche della sua squadra per rendere quasi perfetta la sua Panigale V4.

 

Jonathan Rea – voto 9 – L’arrivo della V4 e di Bautista gli ha sconvolto la vita, e gli ha inferto una mazzata che avrebbe steso un toro. Ma lui sta confermando di essere un campione: non demorde, ma anzi, sta chiedendo alla Kawasaki ed alla sua squadra di lavorare di più per aiutarlo ad avvicinarsi a Bautista. Sta spremendo al massimo la sua Ninja con il risultato di metterla in crisi, e questo ha permesso ai suoi avversari di avvicinarlo. Ma lui riesce ancora a tenerli dietro, e sino ad ora ha collezionato 9 secondi posti ed una Superpole. Poteva fare di più?

 

Chaz Davies – voto 7,5 – Due terzi ed un quarto posto sulla sua pista preferita, dove aveva vinto 7 volte e con moto diverse: non è un bottino fantastico, ma considerando la fatica che sta facendo per adattarsi alla V4, per il momento va bene così. Da persona intelligente quale è, Chaz ha capito dove stanno i problemi e come risolverli e ce la sta mettendo tutta. Sarà solo questione di tempo?

 

Alex Lowes – voto 8,5 – E’ un altro pilota rispetto a quello quasi irritante che cadeva quasi ad ogni turno. Riesce a sfruttare la sua Yamaha la R1 meglio di tutti gli altri piloti,  e si è avvicinato moltissimo a Rea. Dopo tre round e nove gare non si può più parlare solo di un momento positivo, ma bisogna prendere atto della sua maturazione.

 

Tom Sykes – voto 7 – La BMW ha scelto il pilota giusto per rendere competitiva la sua nuova S1000RR. Tom ha l’esperienza ed il talento per tirare fuori il massimo dalla moto tedesca: al Motorland ha stupito tutti con due quinti posti, per poi precipitare a fondo classifica in Gara-2, ma è normale attendersi risultati alterni da un pilota impegnato in un progetto completamente nuovo.

 

Leon Haslam – voto 6,5 – Inizia il weekend nel modo peggiore, ma poi in gara è nono, settimo e quarto. E’ arrivato in Kawasaki in un momento non facile, ma la volontà e la grinta non gli mancano. Sono curioso di vedere se prima o poi avrà gli attributi per mettersi dietro il suo ringhiante compagno di squadra.    

 

Eugene Laverty – voto 5 – Dieci per aver portato in alto in poche gare il team GoEleven, ma zero per l’errore da principiante che ha ha commesso in Gara-1. Dopo aver fatto a carenate con Rea (che gli ha anche staccato un aletta) poteva conquistare un risultato storico per la sua squadra, ma l’ha gettato nella sabbia della via di fuga. Dopo quanto abbiamo visto in Spagna, siamo certi che si rifarà presto.

 

Marco Melandri – voto 5 – Possibile che non esista una moto adatta a lui? Così come era già successo in Aprilia e poi in Ducati, il ravennate chiede di cambiare radicalmente la sua R1 per adattarla al suo stile di guida. Non so se sia per cattiva volontà o per incapacità, ma per ora in Yamaha non lo hanno fatto. Questo però non giustifica i risultati di Aragón.

 

Michael Ruben Rinaldi – voto 6,5 – Il suo quinto posto in Superpole è un grande risultato per un giovane che si deve ancora adattare alla sua squadra, e soprattutto ad una moto impegnativa come la V4. Purtroppo sabato ha problemi di assetto e nella sprint race cade e si fa male, faticando di conseguenza in Gara-2. Ma ha dimostrato di essere sulla strada giusta. Complimenti al team Barni, che riesce sempre a valorizzare i propri piloti.

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