SBK 2018. Le pagelle di Assen

SBK 2018. Le pagelle di Assen
Carlo Baldi
8,5 per i due piloti Kawasaki Sykes e Rea. 7,5 a van der Mark e 6,5 Davies e Forés
23 aprile 2018

Le nuove regole della Superbike potranno anche non piacere e scatenare discussioni tra gli appassionati, ma è innegabile che quest’anno le gare siano molto più appassionanti di quelle della passata stagione: e le due di Assen lo hanno confermato, anche se la seconda è stata meno avvincente della prima, a causa dell’inaspettato dominio di Tom Sykes. Le Kawasaki, che secondo alcuni erano state penalizzate irrimediabilmente, hanno vinto tutte e due le gare e con due piloti diversi, mentre le Ducati, che su altri circuiti avevano dato l’impressione di dominare, si devono leccare le ferite, pronte però a vendicarsi magari già dal prossimo round di Imola.


Oltre alle “solite” (e penalizzate) Kawasaki e Ducati, anche la Yamaha è stata protagonista nella “Cattedrale della velocità”. Tutto merito del padrone di casa VdMark, che è salito due volte sul podio confermando ciò che diciamo da tempo, cioè che la R1 è ormai molto vicina alle moto più veloci del lotto.


Su una pista dove, a detta degli stessi piloti, il “manico” conta moltissimo: Baz e Torres hanno ritrovato quel sorriso che ultimamente, e per motivi diversi, avevano perso. Il francese del team Althea ha capito che c’è da sudare per portare in alto la BMW e si sta adeguando, mentre lo spagnolo ha imparato in fretta a domare la F4, ma sino ad ora gli era mancata un poco di fortuna.


Note dolenti dall’Aprilia Milwaukee. Dopo un primo round di assestamento, Giugliano sta lamentando gli stessi problemi di Savadori: la moto fa fatica ad entrare in curva e di conseguenza non solo viene vanificata la potenza del motore, ma quando si tenta di forzare un ingresso si finisce in terra.


Delle tre Honda presenti in Superbike ne è rimasta una sola, ed è quella del debuttante team TripleM e del piccoletto P.J. Jacobsen: la squadra lavora bene e l’americano si da da fare, ma speriamo che Camier torni presto e che magari si possa inserire sempre meglio nella lotta per le posizioni di alta classifica. A vantaggio non solo della casa di Tokio, ma anche dello spettacolo.


Spettacolo che non manca di certo in Supersport, dove Randy Krummenacher, del team Evan Bros che ha sede a Ravenna, ha compiuto l’impresa di conquistare il secondo posto a tre decimi dal primo, partendo dall’ultima casella della griglia. A suon di giri record lo svizzero ha superato i suoi avversari come birilli, sino a raggiungere i primi. E se ci fosse stato ancora un giro... Una gara che ricorderemo a lungo.


Bella cornice di pubblico ad Assen, per un totale di 61.000 spettatori nei tre giorni. Non succedeva dal 2012. Qualcosa dunque è cambiato.
 


LE PAGELLE

Tom Sykes – voto 8,5 – La sua è una vittoria da libro cuore. Il brutto anatroccolo di casa Kawasaki ha ricordato a tutti, ma principalmente a se stesso, di essere uno dei top rider della Superbike, e di aver vinto un titolo mondiale. Dopo tante delusioni ed un momento personale alquanto difficile, Tom ha voluto gettare tutto alle sue spalle e ci è riuscito proprio sulla pista favorita del suo scomodissimo compagno di squadra: una vittoria fortemente voluta, ottenuta spingendo come un forsennato dal primo all’ultimo giro, come se fosse stato inseguito dal diavolo. La speranza è che il mondiale abbia davvero ritrovato uno dei suoi protagonisti.


Jonathan Rea – voto 8,5 – Johnny è una macchina da guerra e, penalizzazioni o meno, stargli davanti è sempre estremamente difficile. In Gara-1 non ha sbagliato niente ed è riuscito a piegare il padrone di casa VdMark, che stava facendo la classica gara della vita. Sabato, a causa della stupida regola della griglia invertita, Johnny ha dovuto rimontare dalla terza fila e quando è riuscito portarsi al secondo posto ha scoperto che la sua moto non era a posto come lo era stata il giorno precedente e soprattutto che oggi Tom non si poteva proprio battere; l'irlandese fa certamente più fatica rispetto agli anni precedenti, ma comunque il suo vantaggio sul secondo è salito a 30 punti, ed il favorito per il titolo è ancora lui.
 


Michael van der Mark – voto 7,5 – Secondo e terzo sulla pista di casa sono due bei risultati e giustificano un voto alto, ma viene anche spontaneo chiedersi come mai l’olandese riesca a stare vicino a Rea solo ad Assen. Cosa gli manca negli altri circuiti? Come mai solo in Gara-1 è riuscito a restare in lotta per la vittoria sino all’ultima curva, mentre solitamente alza bandiera bianca a qualche giro dalla fine, se non prima? Speriamo che queste due belle gare gli abbiano dato più convinzione nei suoi mezzi. Lo sperano molto anche nel team Pata Yamaha.


Chaz Davies – voto 6,5 – Questa non era la pista adatta alle Ducati, ma da Iceman ci aspettavamo qualcosa in più. Nella prima gara sale sul podio solo perché Sykes si sveglia troppo tardi, mentre domenica, penalizzato come Rea dalla inutile griglia invertita, si ritrova con una moto meno performante e conclude al quinto posto, preceduto anche dalla Panigale privata di Forés. Imola lo trasformerà nel solito leone.


Xavi Forés – voto 6,5 – Un quinto ed un quarto posto ad Assen sono risultati che il suo team lo scorso anno avrebbe festeggiato. Invece ora stanno stretti a Xavi, che punta sempre al podio: in entrambe le gare è stato rallentato da un’usura anomala della gomma anteriore (conseguenza di un assetto non certo perfetto) che lui è stato comunque bravo a gestire. In classifica paga lo zero di Aragón, ma resta la sorpresa di questo campionato 2018.


Marco Melandri – voto 6 – Viene sempre più risucchiato verso il basso dalla spirale negativa generata dai problemi della sua Panigale, che al momento appaiono irrisolvibili. Dopo aver conquistato 50 punti nelle prime due gare, Marco ne ha raccolti solo 62 nelle altre sei. Dopo ogni gara si appella agli ingegneri della Ducati, nella speranza che qualcuno riesca a risolvere questo male oscuro che colpisce solo lui.


Michael Ruben Rinaldi – voto 6 – Dall’altare alla polvere in pochi giorni, a causa di una caduta che lo ha colpito nel fisico e nel morale. Il vero Rinaldi forse non è quello che ha chiuso al terzo posto le prove del venerdì, ma nemmeno quello che ha ottenuto il dodicesimo nella gara di domenica. Lasciamogli il tempo di maturare e di crescere. Imola arriva proprio nel momento giusto.


Davide Giugliano – senza voto – Lo scorso anno gli è capitata una Honda disastrata, mentre quest’anno si ritrova con una RSV4 che non ne vuole sapere di curvare. Con poche gare a disposizione nessuno può fare miracoli, tano meno lui, che non saliva in moto dal parecchi mesi. Vediamo cosa potrà combinare a Imola, prima di dover restituire l’Aprilia a Laverty.


Alex Lowes – voto 5 – Sabato sbaglia il suo team che gli monta una gomma sbagliata. Domenica, per non essere da meno, sbaglia lui che va (ancora) in terra proprio nel weekend nel quale il suo compagno di squadra dimostra che con la R1 si può stare vicini a Rea. Continuiamo a pensare che sia sopravvalutato, ma speriamo sempre di essere smentiti, perché il ragazzo si impegna. Ma ha limiti evidenti.

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