SBK 2018. Le pagelle del GP di Phillip Island

SBK 2018. Le pagelle del GP di Phillip Island
Carlo Baldi
E’ stato un inizio di campionato roboante, che ci ha regalato due gare degne della migliore tradizione Superbike. Ecco i voti ai protagonisti
26 febbraio 2018

Punti chiave

E’ stato un inizio di campionato roboante, che ci ha regalato due gare degne della migliore tradizione Superbike. La bellissima e particolare pista di Phillip  Island, che stressa le gomme come nessun altro tracciato al mondo, le inaspettate difficoltà incontrate da una Kawasaki che aveva dominato i test invernali, ed un Melandri da stropicciarsi gli occhi, ci fanno sperare di poter finalmente assistere ad un campionato diverso dagli ultimi, che sono stati scontati e di conseguenza abbastanza noiosi.


Certo non sarà sempre Phillip Island e non sarà sempre un Melandri perfetto, ma pensiamo che questa volta per Rea non sarà una passeggiata. Su tutto incombe però l’incubo delle nuove regole della Dorna, con i suoi algoritmi e le sue cervellotiche decisioni, che hanno l’obiettivo di penalizzare i più forti, anche se si chiamano Ducati e non Kawasaki. Per assurdo, quindi, in una stagione che si preannuncia più difficile del solito per la casa di Akashi, potrebbe essere proprio la Dorna a gettare un salvagente a Rea.

Staremo a vedere. Per il momento godiamoci lo spettacolo offerto da queste gare australiane e un grande Melandri in testa alla classifica.

 

Le pagelle

Marco Melandri – voto 10 – Alzi la mano chi aveva previsto una doppietta di Melandri a Phillip Island. Nessuno. Nei test invernali Marco non era andato male, ma era sempre restato dietro alle Kawasaki, e lo stesso era successo nelle prove ufficiali di inizio settimana qui in Australia. Ma in gara il ravennate è stato perfetto, dimostrando non solo molta sicurezza nei suoi mezzi, ma anche una grande padronanza della sua moto, che ora riesce a domare anche quando si contorce in rettilineo a quasi 300 km/h. Una fantastica doppietta che gli consente di essere l’italiano più vincente della storia della SBK, con 22 vittorie contro le 21 di Sua Maestà Biaggi. Siamo solo all’inizio del campionato, ma i tifosi della rossa  hanno già molti motivi per sognare.
 


Tom Sykes – voto 8,5 – Il brutto anatroccolo della Kawasaki questa volta è stato più bravo di Rea, su di una pista che non è certo tra le sue preferite. Tom entra nella storia conquistando la sua 43ª Superpole in carriera ed eguagliando il record di Troy Corser. Sabato si deve inchinare solo a Melandri, mentre domenica un problema tecnico (elettronica?) gli impedisce di lottare per la vittoria, in una gara divisa in due che sembra fatta apposta per lui.        

 

Jonathan Rea – voto 7,5 – I risultati delle cronometrate di venerdì avrebbero dovuto farci capire che non era il solito Rea. I 1.000 giri tolti alla sua Ninja non avevano avuto peso nei test invernali, ma si sono visti tutti sul lungo rettilineo dei box di Phillip Island, dove Johnny veniva spesso sverniciato dalle Ducati. In Gara-1 è stato tradito dalla gomma posteriore (o da un assetto sbagliato?), mentre in Gara-2 ha fatto tutto per bene, ma ha trovato sulla sua strada un Melandri con una marcia in più. Arriverà in Thailandia con il sangue agli occhi.
 


Xavi Forés – voto 8 – Marco Barnabò (il sig.Barni) ha sempre creduto in questo spagnolo taciturno e sgobbone, e quando il suo pilota era in testa alla gara il viso del manager italiano era l’immagine della felicità. Per una squadra composta da pochi validi bergamaschi, lottare contro colossi come Ducati e Kawasaki è davvero un impresa esaltante. Quarto e terzo sono due risultati ottimi, ma se ci crederanno, Forés e Barni potranno essere le mine vaganti di questo campionato 2018.

 

Alex Lowes – 6,5 – Mi sembra lecito attendersi di più da un pilota ufficiale al suo terzo anno in Yamaha: nvece nemmeno in Gara-2, quando il cambio di gomme avrebbe potuto favorirlo, Lowes è riuscito ad emergere, e si è ritrovato a lottare con Camier e la sua tanto bistrattata Honda. Sarei stato davvero curioso di vedere cosa sarebbe successo a moto invertite…… Se non si darà una mossa mi sa che Alex si devrà rassegnare ad un futuro dorato nel BSB.

 

Leon Camier – 7,5 – Dopo aver fatto miracoli nei test invernali, Leon ha confermato anche in gara che questa CBR ha promettenti margini di crescita. Sono bastati pochi test e due gare al pilota inglese per rendere competitiva una moto che lo scorso anno faceva fatica ad andare a punti. Con la sua professionalità ed il suo talento, Camier ha ridato energia a tutta la sua nuova squadra.

 


Chaz Davies – 6,5 – Un'altra caduta in una curva lenta e tanti punti buttati. Il gallese getta sempre il cuore oltre l’ostacolo, ma per lottare per il titolo bisogna sbagliare il meno possibile. Un inizio tutto in salita per Chaz, che torna dall’Australia con soli 16 punti. E la prossima gara si correrà a Buriram, una pista che non gli è mai piaciuta.

 

Michael van der Mark – 6 – Come Lowes. Anzi peggio. In Gara-1 ha l’alibi della gomma che si consuma troppo in fretta, ma nella seconda perde senza appello il confronto con il suo compagno di squadra e con Camier. Il tempo passa, e le giovani promesse si ritrovano a non essere più giovani. E nemmeno promesse.

 

Loris Baz – voto 7 – Un voto che tiene conto della sua grinta e della sua abnegazione, che lo portano a correre entrambe le gare con una spalla dolorante. Con lui il team Althea potrebbe riuscire a superare i limiti della S1000RR.
 


Eugene Laverty – voto 5 – Dopo aver fatto sognare il team Milwaukee con il secondo posto in Superpole, il prode Eugenio fa la gara del gambero in Gara-1, e nella seconda getta al vento una grande occasione per salire sul podio con una scivolata al secondo giro. La RSV4 è ancora un cavallo difficile da domare (e ne sa qualcosa il nostro sfortunato Savadori), ma in questo modo i risultati non arriveranno mai.