SBK 2018. Le pagelle del GP del Regno Unito

SBK 2018. Le pagelle del GP del Regno Unito
Carlo Baldi
VdMark merita dieci per aver finalmente portato la R1 dove merita. Otto a Rea, deluso ed arrabbiato, ed alla rivelazione Razgatlıoğlu. Un'insufficienza per i deludenti Haslam e Melandri
28 maggio 2018

Punti chiave

Quest’anno ogni round del mondiale Superbike sembra sia fatto apposta per smentire i giudizi e i risultati di quello precedente. Siamo tornati dalle due trasferte in Australia e Thailandia sicuri che questa sarebbe stata la stagione della Ducati, ma nei round successivi è iniziato il recupero delle Kawasaki, che hanno dominato ad Assen e a Imola. Mentre c’era chi giurava sull’ennesima passeggiata delle verdone di Akashi ecco arrivare il round di Donington, la pista dove Sykes (9 volte) e Rea (1) avevano vinto tutte le ultime dieci gare. Ma proprio in Inghilterra, dove i due piloti della Kawasaki avrebbero dovuto dare il colpo di grazia al campionato, abbiamo assistito al trionfo di VdMark, che ha finalmente portato sul gradino più alto del podio la Yamaha, e per ben due volte. E a rendere il tutto ancora più appassionante ed incerto è arrivato il giovane Razgatlıoğlu, primo dei piloti Kawasaki in gara due.


A questo punto ogni pronostico sembra inutile, così come è stato inutile pensare che le nuove regole avrebbero seppellito le Kawasaki a favore delle Ducati o che Rea avrebbe dominato da qui alla fine del campionato. il tre volte campione del mondo sembra destinato a portare a casa il quarto titolo consecutivo, ma probabilmente se lo dovrà sudare anche più di quanto non abbia faticato a conquistare i tre precedenti.


La doppietta di VdMark conferma quello che stiamo dicendo dall’inizio del campionato, e cioè che la Yamaha R1 è in grado di lottare per la vittoria e di contendere il primato a Kawasaki e Ducati. E proprio la consapevolezza di avere ormai a disposizione una moto vincente ha convinto la Casa dei tre diapason a schierare il prossimo anno ben quattro superbike. Per quanto riguarda le Kawasaki, i nuovi regolamenti le hanno fatte tornare ….sulla terra. Ora, così come succede alle altre moto, in alcuni circuiti sono favorite e in altri sono invece in difficoltà. La novità che ci arriva dall’Inghilterra è che anche le Ninja private possono lottare per le prime posizioni. E’ l’ennesima smentita per chi ritiene che in Superbike i team privati non abbiano alcuna possibilità. Certo, per farlo devi disporre di piloti di talento come Razgatlıoğlu o come il nostro Savadori, che in Gara-2 ha lottato con il coltello tra i denti con un’Aprilia che, così com’è ora, non sembra poter avere un futuro in Superbike. Non si comprende bene quale possa invece essere il futuro della BMW, tenuta viva dal lavoro dei ragazzi del team Althea e dal talento d Loris Baz, ma sempre alle prese on i soliti problemi di elettronica.


Quello appena passato è stato il weekend più nero per la Ducati. E non basta la solita generosa prestazione di Davies in Gara-2 a giustificare gli incredibili risultati negativi ottenuti da tutti i piloti della Casa di Borgo Panigale. Più bassi che alti per la MV, che ha fatto fatica nelle prove e non ha fatto molto meglio in gara. Quest’anno mancano gli acuti di Camier, che non è ancora al 100% fisicamente, ma intanto è finalmente tornato in pianta stabile nel box della Honda ed ha ripreso a lavorare con il suo team per portare in alto la controversa CBR: una moto che sta facendo buone cose anche con il privatissimo team TripleX, squadra al debutto in Superbike, così come lo è il suo pilota Jacobsen.


A Donington si è rivista in pista anche la Suzuki, anche se in versione British Superbike, vale a dire senza nessun tipo di elettronica. Sembra che la Casa giapponese stia pensando ad un suo possibile rientro in SBK, ma di questo e delle trattative di mercato parleremo con un video dedicato. Intanto, accontentatevi dei nostri voti ai protagonisti del weekend di Donington.

 

LE PAGELLE  


Michael Van Der Mark – voto 10 – Ma allora avevamo ragione a criticarlo quando non riusciva a stare con Kawasaki e Ducati! A Donington l’olandese volante ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per vincere e disputare un campionato da protagonista. Ci sono vittorie che hanno la capacità di sbloccare un pilota e di dargli la consapevolezza della propria forza. Speriamo che il vero campionato di Michael sia iniziato a Donington.

 

Jonathan Rea – voto 8 – Dopo le gare Rea ha cercato di mascherare, senza riuscirci, la propria delusione ed il proprio nervosismo. Sulla pista dove le Kawasaki avevano vinto negli ultimi cinque anni Johnny contava di vincerne almeno una, e non si aspettava di certo di essere messo dietro dal suo giovane allievo. A Brno saranno fuoco e fiamme!

 

Toprak Razgatlıoğlu – voto 8 – Guida la moto con una naturalezza tipica dei talenti naturali, ed è freddo come un veterano. Ecco il futuro della Kawasaki e della Superbike: da ora in poi aspettiamoci alti e bassi, perché è normale che sia così per un ragazzo di 21 anni, ma gli alti saranno stellari.

 


Tom Sykes – voto 7 – Questa non è più la sua "DoningTom". Sabato limita i danni con un podio dopo aver mostrato gli artigli a Rea, ma domenica naufraga anche a causa di una scelta sbagliata di gomme. Non ha più la cattiveria (agonistica) di una volta.    

 

Alex Lowes – voto 6,5 – Nel weekend nel quale il suo compagno di squadra consacra la Yamaha ai vertici della Superbike, lui non riesce nemmeno a salire sul podio. Si impegna e (questa volta) non commette errori, ma con questa R1 è difficile fare di meno.   

 

Lorenzo Savadori – 7 – Al di la dei due risultati positivi, Lorenzo dimostra di essere cresciuto tanto e di aver capito i limiti della sua moto. Spinge al massimo quando la RSV4 glielo permette, e sa gestire la situazione quando è costretto a correre in difesa. Meriterebbe una moto più competitiva.

 

Loris Baz – voto 7 – Ci ha messo qualche gara ad adattarsi alla S1000RR, ma non ha mai fatto mancare impegno e voglia di stare davanti. Riporta la BMW sul podio della Superpole dopo tempi immemori, e sabato riesce anche ad affacciarsi nelle zone alte della classifica. Di più per il momento non può fare.

 

Leon Haslam – voto 5 – Sulla sua pista di casa ci si aspettava di più da Leon, che lo scoro anno era salito sul podio. Sbaglia tanto in prova ed in gara, forse tradito dalla voglia di dimostrare di meritare ancora la Superbike. I suoi risultati gli lasciano pochi alibi, e non può nemmeno dire che la Kawasaki di Puccettti non sia veloce...
 


Chaz Davies – voto 6,5 – I naufraghi della Ducati si aggrappano alla zattera Davies, e lui li porta a terra. Nel weekend da incubo della Casa bolognese riesce almeno a  piazzare una delle sue proverbiali rimonte. Pochi lamenti e tanto gas.

 

Marco Melandri – voto 5,5 – Donington non era certo la pista più indicata per uscire dal vortice negativo nel quale è piombato da troppe gare. Speriamo che prima della fine del campionato ritrovi una Panigale in grado di ridargli il sorriso e magari anche una vittoria.    
 


Nicolò Canepa – senza voto – Gli ci vuole qualche turno per adattarsi alle Pirelli, ma poi in gara si ritrova con una moto laboratorio con la quale risulta difficile anche solo terminare la gara. Se non ce lo volevano in Superbike bastava dirlo.   

 

Bradley Ray – voto 7 – La rivelazione di questa stagione del British Superbike, cresciuto nel CEV e nella Rookies Cup, riporta la Suzuki in Superbike e raccoglie tre punti mondiali. Senza elettronica e senza nessun tipo di controllo il giovane dai capelli dritti mostra di saperci fare, ma se vorrà venire a giocare con i grandi bisogna che prima o poi l’elettronica impari ad utilizzarla. Talento in crescita. 

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