SBK 2017. Le pagelle del GP di Thailandia

SBK 2017. Le pagelle del GP di Thailandia
Carlo Baldi
Rea è imbattibile? Questa è la domanda che gli addetti ai lavori, e non solo loro, si fanno dopo le due vittorie tailandesi
13 marzo 2017

Rea è imbattibile? Questa è la domanda che gli addetti ai lavori, e non solo loro, si fanno dopo le due vittorie tailandesi del campione del mondo, che fanno seguito alle due conquistate in Australia. Quattro gare, quattro vittorie e 100 punti. Il campionato è finito ancora pima di iniziare? Pensiamo proprio di no, per molti motivi. Prima di tutto perché stiamo parlando di motociclismo, quindi tutto è possibile sino a che non sventolerà l’ultima bandiera a scacchi dell’ultima gara. Ma anche perché da sempre le piste di Phillip Island e Buriram sono favorevoli alle Kawasaki. Soprattutto il Chang International Circuit, dove la Superbike ha corso sei volte e Rea ha ottenuto cinque vittorie ed un secondo posto. Ma quello che oggi sembra tutto verde già ad Aragón potrebbe diventare tutto rosso, visto che sulla pista spagnola Davies l’anno scorso ha dominato. Aspettiamo quindi a dare già per scontato questo campionato 2017, perché il Rea che abbiamo visto qui in Thailandia è stato davvero impressionante, ma la Superbike ha ritrovato il figliol prodigo Marco Melandri, ha confermato la competitività di Chaz Davies, ci ha mostrato un Tom Sykes tutto nuovo ed una Yamaha in costante crescita.


La Yamaha è stata la piacevole conferma di questo inizio di stagione. Lowes sembra un altro pilota rispetto a quello dello scorso anno, mentre VdMark ci sta mettendo meno del previsto ad adattarsi ad una R1 che forse, nelle mani di un top rider più esperto, potrebbe già dare fastidio a Ducati e Kawasaki.


La BMW zoppica ancora, sia nella parte elettronica che in uno dei suoi piloti, perché al fianco di un generoso Torres, che è tornato quello del suo primo anno in Superbike con l’Aprilia, troviamo un Reiterberger che non sta confermando le aspettative che il team Althea e mamma BMW avevano riposto in lui.


Che quello della Honda sarebbe stato un inizio difficile lo si sapeva, ma la salita si sta rivelando più erta del previsto. Hayden tiene duro e lavora a testa bassa, ma Bradl farà altrettanto? E basterà metà campionato per regalarci una CBR competitiva, o la più grande Casa costruttrice al mondo dovrà attendere un nuovo Rea per poter vincere di nuovo qualche gara?


Chi torna dalla Thailandia con le pive nel sacco è certamente il team Milwaukee Aprilia. Come avevamo scritto in Australia, Laverty ha bussato con forza alla porta di Noale, ma sembra che per ora nessuno gli abbia aperto. Un weekend da dimenticare per quella che era la dominatrice del mondiale Superbike: in due gare i suoi piloti hanno potuto raccogliere solo 3 punti, afflitti da gravi problemi tecnici. E meno male che la brutta caduta di Savadori non ha avuto conseguenze fisiche per la giovane promessa italiana.


Alti e bassi per MV e per Camier, ma non potrebbe essere altrettanto, visto che la F4 è ormai la moto più datata del lotto.
 


LE PAGELLE

Jonathan Rea – voto 10 e lode - Non avendo a disposizione un voto più alto, non possiamo che assegnargli un 10 ed una lode particolare. Rea ha disputato 56 gare con la Kawasaki ed è salito 50 volte sul podio. In carriera ha vinto 42 gare, ed è a 17 vittorie dal record assoluto di Carl Fogarty (59). In Thailandia, sin da venerdì, tutti i suoi avversari erano concordi nell’affermare che Johnny aveva una marcia in più. E non si sono sbagliati, visto che così come in Australia il nordirlandese ha collezionato Superpole e doppietta in gara. Davvero impressionante.


Marco Melandri – voto 8 – Cosa avrebbe potuto fare il pilota della Ducati senza i problemi ai freni che lo hanno rallentato in entrambe le gare? Certo, anche per lui Rea al momento è irraggiungibile, ma Marco ha dimostrato di avere il talento e la voglia di lottare per la vittoria, e soprattutto di essere già competitivo con la Panigale, al punto che qui in Thailandia è salito sul podio ed ha raccolto solo un punto in meno del suo compagno di squadra, quel Chaz Davies che sembrava l’unico in grado di rendere competitiva la Panigale.
 


Tom Sykes – voto 8,5 – Alla fine è quello che tra i piloti “umani” raccoglie di più a Buriram. Due podi ottenuti con molto raziocinio e senza rischiare. E’ davvero un Tom completamente diverso da quello che correva sempre a vita persa. Ma bisogna che questa trasformazione si compia in fretta, perché Rea non fa prigionieri nemmeno tra i propri compagni di squadra.


Chaz Davies - voto 6,5 – Il Davies di questo inizio di stagione non ci piace molto. In questi primi due round, Chaz è apparso nervoso e quasi stizzito dal predominio di Rea. Nervosismo che ha portato il gallese a sbagliare ancora una volta, su questa pista dove non è nuovo a scivolate banali, ma estremamente gravi dal punto di vista dei punti persi, e quindi della classifica. Certo, tenere il passo di un Rea così può far tremare le vene ed i polsi, ma da Davies ci aspettiamo di più. Per fortuna ora si va ad Aragón.


Alex Lowes – voto 7 – Al di là dei due ottimi piazzamenti, l’inglese della Yamaha ci ha stupito per non aver mai commesso errori, pur spremendo tutti i cavalli della sua R1. Lo scorso anno Alex sbagliava molto ed era spesso in terra. In queste prime due gare invece ha raccolto tanti punti, sino ad andare ad occupare la quarta posizione in classifica, davanti a Melandri. Se continuerà a crescere assieme alla sua moto, potrà inserirsi tra le Ducati e le Kawasaki.


Michael Van der Mark – voto 7 - Che questa pista gli piacesse particolarmente era cosa nota (fu terzo qui lo scorso anno, con la vecchia CBR) ma in Tailandia il giovane olandese ha dimostrato di aver preso le misure alla sua nuova moto e, dopo aver faticato nelle prove, in gara 1 si è messo dietro il suo compagno di squadra. Purtroppo, in gara 2 un trafilaggio d’olio dal motore della sua R1 ha costretto il suo team a fermarlo a scopo precauzionale.


Jordi Torres – Voto 7 – Oggi abbiamo rivisto il guascone che con l’Aprilia riusciva a salire sul podio. Esaltato dal duello con Davies, Jordi ha tirato fuori tutta la sua classe e la sua determinazione, ed ha portato a casa quello che sino ad ora è il suo miglior piazzamento. In casa BMW hanno un pilota da primi posti. Bisogna che gli diano una moto all’altezza.
 


Eugene Laverty – voto 6,5 – Lui l’impegno e il coraggio ce lo mette, perché, come ci ha detto in Australia, “non sono tornato in Superbike per fare numero”. Purtroppo la sua Aprilia non lo asseconda e, anzi, lo ferma in Gara-1 mentre sta portando a casa un buon settimo posto. Persino Rea lo stima e lo teme, ma bisogna che l’Aprilia torni ad occuparsi seriamente della RSV4.


Nicky Hayden – voto 7 – Quando un ex campione del mondo MotoGP tira la carretta senza lamentarsi e si impegna al massimo sia in prova che in gara, non può che meritare tutto il nostro appoggio. Speriamo che la nuova CBR diventi competitiva al più presto, per premiare il suo impegno e farlo tornare nelle posizioni che merita.


Markus Reiterberger – voto 5 – Dov’è finita la promessa tedesca della Superbike? Lo scorso anno, il pilota della BMW si era distinto in più di un’occasione (venne ad esempio fermato da un problema tecnico a Sepang, mentre era quarto) ma in seguito è scivolato sempre più nelle retrovie e nell’anonimato. Bisogna che torni a brillare e a dimostrare di meritarsi il posto nel team Althea.

Hot now

Caricamento commenti...