SBK 2016. Le pagelle di Phillip Island

SBK 2016. Le pagelle di Phillip Island
Carlo Baldi
10 a Rea, 7 a Davies e 8 a Giugliano. 6,5 per Sykes. Il “debuttante” Hayden si guadagna un 7,5, mentre De Angelis solo 6
29 febbraio 2016

Punti chiave

Quello di Phillip Island è un autodromo bellissimo anche per via della sua posizione, in riva al mare e circondato dalla verde campagna australiana. La pista però è senza dubbio tra le più difficili, e non ha paragoni con nessun altro tracciato al mondo. Il lungo curvone che immette sul rettilineo mette a dura prova le gomme e la resistenza dei piloti. Cadere mentre lo si percorre in accelerazione progressiva e costante può essere pericoloso, come sanno molti piloti che qui si sono infortunati in modo più o meno grave. Da Scassa a Barrier, da Giugliano a Menghi, quest’ultimo purtroppo ancora ricoverato all’ospedale di Melbourne.


Una pista difficile e particolare, non certo facile da interpretare, ma che proprio per questo regala sempre gare incerte ed appassionanti. Quelle che hanno aperto il mondiale 2016 non hanno fatto eccezione ed in special modo la prima, quella di sabato, ha tenuto tutti con il fiato sospeso sino alla bandiera a scacchi. Due belle gare, ma un solo vincitore, il campione del mondo Jonathan Rea, che torna a casa con 50 punti e mette i suoi avversari nelle condizioni di doverlo rincorrere sin dal primo round.

 

LE PAGELLE

Jonathan Rea – voto 10 – Spietato, quasi cinico. Si prepara meticolosamente nei test e nelle qualifiche e poi in gara mette in pratica la sua tattica in modo chirurgico. Resta in scia ai su avversari, risparmia le gomme e poi passa in testa a pochi giri dalla fine per piazzare la zampata vincente. Il pilota migliore sulla moto migliore. Batterlo è difficile o impossibile?
 


Chaz Davies – voto 7 – Chi non si accontenta…..cade. Questa volta Chaz ha fatto il Giugliano vecchia maniera, e pur di non darla vinta a Rea è scivolato, buttando al vento tanti punti. Fatica in prova, come spesso gli capita, ma poi in gara suona una musica diversa. Tutto perfetto sino all’ultimo giro di gara 2. E Rea ha già quasi il doppio dei suoi punti.


Michael VdMark – voto 9 – C’era una volta una Superbike "cimitero per elefanti stufi della MotoGP". Ora la classe regina delle derivate dalla serie lancia in orbita piloti come questo allampanato olandesino che si inventa traiettorie nuove ad ogni curva e che ci ricorda sempre più il Rea vecchia maniera. La sua CBR è più competitiva di quanto si possa pensare, ma il manico ce lo mette tutto lui.
 

Davide Giugliano – voto 8 – Chissà se Aligi Deganello ed il suo team riusciranno ad imbrigliare questo purosangue? Il pilota che abbiamo visto a Phillip Island è senza dubbio diverso rispetto al passato. Commette ancora qualche piccolo errore, ma poi non getta via tutto nel tentativo d recuperare e torna dall’Australia con un bel bottino di punti. Ma aspettiamo a cantar vittoria, e vediamo cosa combinerà in Tailandia, su di una pista che non conosce.
 


Nicky Hayden – voto 7,5 – La Superbike non è facile per nessuno, e Nicky lo sa. Il suo debutto è comunque molto positivo, e senza i problemi alla gomma anteriore anche in gara1 avrebbe lottato per il podio. Perde il duello con Giugliano, ma stava correndo sulle tele e poi non è più abituato a fare a sportellate. Mostra acume tattico e grande esperienza. Diamogli tempo. Candidato al titolo.


Sylvain Guintoli – voto 8 – La Yamaha ha scelto bene. Il campione del mondo 2014 fa un gran lavoro, nel box e in pista. In gara 1 si incavola con Sykes che lo ha rallentato, mentre nella seconda riesce a metterselo dietro. Portare subito così in alto una moto nuova per la Superbike è un grande merito. Ingegnere.

 

Tom Sykes – voto 6,5 – A Mr.Superpole Phillip Island non piace. Lui da sempre fatica a gestire le gomme e quindi qui è tagliato fuori. Però ormai avrebbe dovuto capire che la tattica di andare in testa e fare da lepre non paga. Guarda troppo dall’altro lato del suo box, mentre dovrebbe lavorare maggiormente su se stesso.


Alex Lowes – voto 5 – Ecco un altro che non digerisce il circuito australiano. La R1 di Guintoli vola, la sua annaspa. L’inglese è giovane ed irruento, ma deve cambiare il suo stile di guida se vuole raccogliere qualche risultato e restare nel team ufficiale Yamaha.


Alex De Angelis – voto 6 – Dopo il grave incidente di Motegi, Alex avrebbe avuto bisogno di tanti test invernali per conoscere la sua RSV4. Per riprendere la piena forma fisica un pilota deve stare tanto tempo in moto e Alex non ha potuto farlo. I primi due round del mondiale saranno i suoi test invernali. Lo aspettiamo tra i protagonisti.


Lorenzo Savadori – voto 7 – Poche pugnette, dicono in Romagna. Debuttare nel mondiale Superbike su una pista sconosciuta e con una moto mai guidata avrebbe potuto far tremare le vene ed i polsi a molti, ma non a Lorenzo, che con l’incoscienza dei suoi 23 anni si è buttato gomito a terra nei curvoni di Phillip Island, centrando subito la Superpole 2 e conquistando qualche punto mondiale. In gara due una sbandata assassina gli fa uscire una spalla. Per fortuna niente di grave. Lo rivedremo a Buriram.
 


Leon Camier – voto 7 – Destino infame. Quando era troppo giovane lo hanno buttato su di una moto competitiva (Aprilia RSV4) ora che è all’apice della sua maturità sportiva guida una moto difficile e ancora da sviluppare. Ma lui ce la mette tutta, e in gara 1 conquista un ottimo settimo posto. Never give up!


Federico Caricasulo – voto 10 – A 20 anni ancora da compiere, senza aver mai visto Phillip Island se non in televisione, debutta nel mondiale Supersport con un fantastico secondo posto, superando nel finale anche la vecchia volpe West che invece su questa pista ci è nato. Lui e Savadori sono la conferma che in Italia i talenti nascono ancora. Poi però bisogna accompagnarli e farli crescere.