Le pagelle del GP della Tailandia

Le pagelle del GP della Tailandia
Carlo Baldi
A Buriram si è visto un Rea stellare, al quale nessuno ha potuto resistere e che ha dominato senza avversari entrambe le manche
24 marzo 2015

Punti chiave

Una Superbike in cerca di nuovi palcoscenici, ha trovato in Tailandia tifosi e tanto tanto pubblico. In 85.000 hanno affollato le tribune del Chang International Circuit, ricolme di tifosi rumorosi e festanti. Il boato che ha accolto l’arrivo vittorioso dell’idolo locale Ratthapark Wilairot nella gara della Supersport, ci ha riportato alla mente le gare di Istanbul quando nel 2013 a vincere fu il turco Kenan Sofuoglu e quella di Mosca del 2012, che vide il russo Vladimir Leonov conquistare il terzo gradino del podio, sempre nella classe 600. Ma la cosa più bella è stata vedere la felicità della gente nell’assistere allo spettacolo delle gare motociclistiche. Proprio come succedeva in Italia ed in Europa tanti anni fa. Il Sud Est asiatico ha fame di motociclismo e questo apre nuove ed interessanti prospettive per tutto il movimento.


Purtroppo lo spettacolo offerto dalla Superbike non è stato il massimo, ma solo per colpa di Rea, che ha letteralmente dominato entrambe le gare, senza dare nessuna possibilità ai suoi avversari. A Buriram si è visto un Rea stellare, al quale nessuno ha potuto resistere. “Con la Kawasaki posso vincere il mondiale” ci aveva dichiarato a Phillip Island e chi pensava che fosse solo una frase ad effetto in Tailandia è stato accontentato.


Ma l’Aprilia non demorde. Anzi affila le sue armi in vista di circuiti più favorevoli alla RSV4 ed in attesa che Torres faccia il salto di qualità. Suzuki e Honda hanno lanciato importanti segnali di ripresa, specialmente con Lowes che non solo è salito sul podio, ma ha occupato stabilmente le zone alte della classifica in tutti i turni di prove.


Weekend da dimenticare invece per la Ducati, orfana di Davide Giugliano e con un Davies messo in difficoltà da una tracciato non certo favorevole alle bicilindriche di Borgo Panigale. Ma il round tailandese verrà ricordato anche perché ha visto l’ultima apparizione in pista del mitico Troy Bayliss. E’ stato ancora una volta un grande ed ha lasciato un bellissimo ricordo. Goodbye Troy.

LE PAGELLE

Ecco i nostri voti ai protagonisti del Chang International Circuit

 

Jonathan Rea – 10 e lode 

Superpole, gara uno e gara due. Questa volta non c’è Haslam che tenga. Il più forte è lui. La paura è che il binomio Rea/Kawasaki diventi troppo forte per chiunque, ma siamo solo al secondo round e quindi aspettiamo di vedere cosa succederà quando la Superbike farà ritorno in Europa. Nel frattempo però Johnny torna a casa dopo aver accumulato 95 punti su 100. Cannibale.
 


Leon Haslam - 8,5

L’anti-Rea in gara due si lascia scappare il nord irlandese e quando inizia la sua rimonta, l’elettronica della RSV4 fa le bizze. In gara due sa cosa deve fare, ma Lowes prima lo porta fuori traiettoria e poi gli fa da tappo. Ma se quando va male Leon raccoglie due secondi posti allora per il campionato lui c’è. Eccome.

 

Alex Lowes – voto 7,5

Commette un errore in gara uno, ma nella seconda concretizza finalmente quello che aveva fatto vedere in prova. Il ragazzo è ancora acerbo, ma con un anno di esperienza in più sulle spalle ed una Suzuki resa più competitiva dai nuovi regolamenti, quest’anno Alex potrebbe essere una delle rivelazioni del campionato.

 

Jordi Torres – voto 7,5

La sua simpatia è pari alla sua abilità in moto e questo lo rende un vero personaggio. Sta imparando a guidare la RSV4 Superbike e lo fa con talento e giudizio, senza sbagliare nulla. Le staccate per ora non sono il suo forte, ma in gara due gli riesce quel sorpasso a Sykes che aveva in canna sin dalla manche precedente. Dice di avere ancora tanto da imparare ma è già lì con i primi. E quando avrà imparato tutto?
 


Tom Sykes – Voto 6,5

Pur non essendo il brillante pilota visto nelle ultime stagioni, Tom in gara uno sale sul podio (per la prima volta quest’anno), ma nella seconda oppone ben poca resistenza ad un arrembante Torres. E’ terzo in classifica, ma deve già recuperare 45 punti a Rea. Speriamo che la sfida con il suo terribile compagno di squadra lo stimoli e non lo demoralizzi. Cercasi Tom disperatamente.

 

Sylvain Guintoli – Voto 6

Bentornato al campione del mondo. Finalmente la Superbike ha ritrovato Guintoli. Anche se non ancora al 100% Sylvain ha finalmente dimostrato di essersi ripreso dal suo lungo infortunio (test di novembre a Jerez) e di aver iniziato ad adattarsi alla sua nuova moto. In gara due rimonta dall’ultima posizione in griglia ed è sesto, dopo aver fatto a spallate con l’irriverente VD Mark. Grintoso.

 

Michael VD Mark – Voto 6

L’elettronica della sua Honda lo tradisce nella prima manche, mentre nella seconda cerca di buttare in terra il suo compagno di squadra ma non ci riesce e gli arriva dietro. E’ meno veloce rispetto a Phillip Island. Anche lui come Torres deve ancora imparare a sfruttare la sua Superbike, ma la stoffa c’è.
 


Matteo Baiocco - Voto 7

Il suo ritorno in Superbike è coinciso con la sua definitiva maturazione. Concreto quanto veloce, Matteo sfrutta tutti i cavalli della sua Panigale privata, si mette alle spalle il mito Bayliss, è il primo dei piloti Ducati e fa fare brutta figura al suo compagno di squadra. La classe operaia va in Paradiso.

 

Leandro Mercado – voto 6,5

Deve imparare a partire meglio, ma per il momento si sta specializzando in rimonte. Due decimi posti non sono esaltanti, ma per un (quasi) debuttante in un team (davvero) debuttante, possono bastare, visto che siamo solo al secondo round. Mostra un buon potenziale e quindi da lui ci aspettiamo di più.
 


Troy Bayliss – voto 10

In prova riesce a sistemare la sua Panigale meglio di quanto non abbia potuto fare in Australia. Dopo gara uno è uno straccio, anche perché (con 35 gradi di temperatura esterna) si dimentica di mettere da bere nella gobba della sua tuta. In gara due è stoico e non fa mancare il suo solito impegno. Poi onestamente dice basta. Respect.

 

Nico Terol – voto 5

In prova come in gara dimostra di non essersi ancora adattato alla Panigale ed all’atmosfera della Superbike. Speriamo che i risultati del suo compagno di squadra gli siano d’esempio. Ad Aragon per una prova d’appello.

 

Chaz Davies - voto 5,5

Lo scorso anno si sapeva accontentare e si adattava ai limiti della sua moto. In Tailandia non lo ha fatto ed ha rimediato due cadute e sei miseri punticini. Ma allora non era solo Giugliano a cadere spesso con quella moto…

 

Randy De Puniet – voto 4,5

Tredicesimo nella prima manche, il francese resta a piedi nella seconda. Ma non se ne accorge nessuno. Se il vero De Puniet è quello che abbiamo visto in queste prime gare allora potrebbe anche lasciare il posto a qualcuno che abbia più voglia di lui.

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