Buon anno alla SBK, al CIV e a noi motociclisti!

Buon anno alla SBK, al CIV e a noi motociclisti!
Carlo Baldi
Un altro anno è passato, e come sempre la speranza è che il prossimo possa essere migliore, anche perché questo 2017 se ne va portandosi via troppe persone care, piloti, ex piloti e tecnici
30 dicembre 2017

Punti chiave

Finito il 2017, la speranza è che il 2018 possa essere migliore. Guardare al passato purtroppo serve a poco, quindi cerchiamo di pensare al futuro e di farlo con ottimismo: per quanto riguarda i campionati dei quali mi occupo (Superbike e CIV) penso sia lecito farlo, anche se per motivi differenti.

Il mondiale delle derivate dalla serie ha finalmente cambiato strada. Dorna si è svegliata dal letargo nel quale era caduta e sta cercando di sistemare la complicata situazione che si è venuta a creare negli ultimi anni. Ancora una volta, come era già successo nell’era Flammini, i regolamenti hanno permesso che le superbike si allontanassero sempre più dalla produzione di serie, permettendo lo sviluppo di una tecnologia sofisticata e costosa, riservata ai pochi che se la potevano permettere.

Le nuove regole sono fumose ed incomplete, ed hanno scatenato un grande malcontento, anche se in realtà non sono ancora state divulgate in forma definitiva. Ma giuste o sbagliate che siano, le regole possono sempre essere modificate dalla prova dei fatti. L’importante è che sia la Dorna che le Case costruttrici abbiano deciso di cambiare rotta.
Per il prossimo anno non vi aspettate gare completamente diverse rispetto a quelle del 2017, o molti risultati a sorpresa. Vincerà sempre il più forte, e in Superbike il più forte si chiama Jonathan Rea. Però di certo le nuove regole complicheranno la vita a lui ed alla Kawasaki, per permettere alle altre Case di recuperare il tempo perduto ed ai privati di diminuire il grande svantaggio che attualmente li separa dai team ufficiali.

La situazione attuale, che vede due Case contendersi la vittoria e gli altri a fare da spettatori, si è venuta a creare negli anni, e ce ne vorranno altrettanti per mettere le cose a posto.
A mio parere, il 2018 sarà un anno di cambiamenti e di transizione. La vera rivoluzione, il vero cambiamento sostanziale, avverrà nel 2019, quando le moto saranno più simili tra loro e Rea sarà, con ogni probabilità, emigrato verso il campionato che gli compete, vale a dire la MotoGP.
Per l’anno che sta iniziando il mio favorito è ancora lui, ma oltre al “solito” Davies attenti a Melandri, che ha un anno di esperienza in più sulla Panigale,  e soprattutto al giovane talento Razgatlıoğlu .
La Supersport sarà combattutissima come sempre, ma quest’anno, oltre al sultano Sofuoglu ed al campione uscente Mahias, sono certo che anche il nostro Caricasulo sarà in grado di lottare per il titolo.

CIV in salute

Il Campionato Italiano di Velocità gode invece di ottima salute, ma non deve fare l’errore che ha fatto la Superbike, vale a dire guardare solo alla situazione attuale, senza prevederne gli sviluppi futuri. Quello italiano è diventato uno dei migliori campionati nazionali al mondo, se non il migliore, e soprattutto adempie al suo compito più importante: permettere ai giovani di mettersi alla prova, crescere e maturare, per prepararsi alle competizioni internazionali.
La Moto3 da anni sforna talenti destinati non solo alla stessa classe del motomondiale, ma anche ad altre categorie, come ha dimostrato tra gli altri Alessandro Del Bianco, scelto dal team Althea per replicare i successi di Giugliano e De Rosa nel campionato europeo Stock 1000. Impossibile prevedere chi si contenderà nel 2018 il titolo della Moto3, che sarà come al solito deciso negli ultimi giri dell’ultima gara.

La Supersport nazionale sarà come sempre il teatro di uno scontro generazionale, tra i giovani emergenti, come il campione 2017 Davide Stirpe, Nicola Morrentino, Lorenzo Gabellini o Marco Malone, ed i campioni consacrati come Massimo Roccoli, Ilario Dionisi ed i rientranti Alessio Velini e Michel Fabrizio.
Per quanto riguarda la Superbike, sembra che il dominatore delle ultime stagioni, Michele Pirro, non sarà della partita e quindi il favorito d’obbligo diventa Lorenzo Zanetti, del team Motocorsa Racing, che dovrà però vedersela con i vari Baiocco, Tamburini e Andreozzi, ma anche con il sostituto di Pirro, che dovrebbe essere (manca solo l’ufficialità) Matteo Ferrari: dopo due stagioni concluse al terzo posto, il giovane pilota di Rimini si candida quindi al ruolo di avversario più temibile per Zanetti.
Sarà una Superbike avvincente, ma è proprio in questa classe che la Federazione dovrà in futuro cambiare le regole, per evitare un aumento dei costi che sta riducendo il numero dei team e dei piloti. Ridurre i costi e porre un freno alla tecnologia, con moto il più possibile vicine a quelle di serie. Il che non vuol dire eliminare l’elettronica (che è ormai presente su tutte le moto sportive), ma utilizzarla per una maggior sicurezza e per dosare le prestazioni. La stessa strada che sembra aver intrapreso la Dorna.
Che sia CIV o mondiale, la Superbike è quindi destinata a cambiare faccia nell’arco dei prossimi due anni.

Uscendo dall’ambito delle competizioni, per il 2018 mi auguro che la categoria dei motociclisti venga finalmente riconosciuta non solo per i propri doveri, ma anche per i diritti. Il diritto a viaggiare su strade meno dissestate e più sicure, a pagare metà tariffa in autostrada (rispetto alle auto), a poter utilizzare parcheggi dedicati, a conseguire una patente o a stipulare un contratto assicurativo senza dover affrontare costi proibitivi. Sarebbe ora di favorire il traffico a due ruote, anche perché noi inquiniamo meno delle auto e contribuiamo a ridurre il traffico nelle grandi città.

Buon anno a tutti

 

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