Mondiale Trial. Toni Bou raddoppia in Giappone

Andrea Buschi
Con la tappa giapponese si è compiuta la seconda prova del Campionato Mondiale Trial GP, classico appuntamento organizzato in casa Honda nel magnifico impianto del Twin Ring Motegi
30 maggio 2017


Come accade ininterrottamente dal 1999, questa è la trasferta più lunga ed impegnativa del Circus Trial, ma è anche quella che regala ai partecipanti un’esperienza di gara unica con un percorso sempre spettacolare ed impegnativo, unitamente al numeroso e caloroso pubblico, sempre pronto a dispensare applausi e sostegno a tutti.
 

Anche in questo 2017, lo staff di tracciatori capitanato dall’insostituibile Takumi Narita, ex-pilota Beta di grande valore negli anni 90’, ha realizzato un percorso molto spettacolare ed impegnativo sfruttando le numerose possibilità che la vastissima area del circuito Honda garantisce. Quindi, oltre alle consuete zone costruite nella parte adiacente i posteggi con grossi massi sapientemente disposti, sono state preparate numerose e lunghissime zone in salita con pendenze incredibili, il tutto perfettamente raggiungibile dal pubblico.


Nonostante il meteo pessimo, che ha regalato il sole esclusivamente nella giornata finale di domenica, il pubblico, al solito molto numeroso (ma evidentemente non consapevole della novità), non ha mancato di animare le due giornate di gara, snobbando però le qualifiche del venerdì.


Da segnalare, come sempre, la meticolosa organizzazione giapponese, senza rivali sotto ogni punto di vista: precisione nella comunicazione, nell’allestimento del percorso di gara e nei suoi uomini, che nelle zone controllate garantiscono livelli di sicurezza incredibili: basti pensare che tutti i giudici di zona hanno l’obbligo di indossare un caschetto protettivo!

Qualifiche

Ma veniamo all’evento di gara, come detto iniziato inusualmente il venerdì pomeriggio, con la novità delle qualifiche utili a stabilire l’ordine di partenza per la gara del sabato. In questa occasione si è utilizzata una zona con alcune difficoltà poste lungo un pendio di terra, che con la pioggia incessante si è velocemente trasformata in una prova molto difficile da concludere senza poggiare i piedi: in questa situazione ecco allora emergere l’inglese Dabill che, avvantaggiato dalla confidenza con questi terreni fangosi tipici dei climi britannici; rimaneva in coda invece Adam Raga, cosa che gli avrebbe condizionato la gara del sabato poiché costretto ad aprire le zone senza avere gli usuali riferimenti. Nella categoria Trial 2 brillava lo spagnolo Moret, mentre nella 125 era l’inglese Billy Green a stabilire il miglior tempo.

Gara 1

La prima giornata di gara si apriva sotto un vero e proprio diluvio, come da tempo non se ne vedevano: tant'è che nonostante il grande lavoro di alleggerimento delle difficoltà messo in atto dall’organizzazione insieme al Section Advisor FIM, le zone risultavano essere ugualmente molto dure. Naturalmente, quando il percorso ha difficoltà elevate emerge ancor più il talento del campionissimo Bou, che in sella alla sua Honda nella gara di casa ha letteralmente messo le ali annichilendo, come spesso accade, i suoi impotenti avversari: 48 le penalità totali accusate nei due giri per 15 zone, mentre 72 sono quelle accusate dal secondo di giornata, Dabill, fondamentalmente primo degli "umani". L’inglese della Gas Gas si avvantaggiava sia del fatto di poter partire per ultimo, e quindi di trovare linee già disegnate dagli altri concorrenti, che della sua indubbia dote di pilota coriaceo e specialista del fango; terzo il sempreverde idolo di casa, Takahisa Fujinami, che da buon profeta in patria sfrutta l’occasione di una gara dura con classifica corta, per salire sull’ennesimo podio di casa. La classifica vedeva poi Jeroni Fajardo, al quarto posto, precedere con la sua Vertigo Adam Raga, su TRS, in una posizione per lui decisamente inusuale, ma come detto viziata dall’ordine di partenza che lo ha visto aprire il percorso, e comunque a sole 5 penalità dal podio. Presente il nostro portacolori Matteo Grattarola, pure su Gas Gas, che conclude la giornata al quindicesimo posto senza essere mai entrato veramente in gara: purtroppo il percorso giapponese non è mai stato in cima alla sua lista dei preferiti...


Nella classe Trial 2, sicuramente la più combattuta ed interessante visto il numero notevole di giovani speranze, brilla la stella del francese Gael Chatagno su Gas Gas, che con un buon primo giro riesce a contenere le maggiori difficoltà della seconda tornata aggiudicandosi, con 45 penalità totali, il successo davanti allo spagnolo Francesc Moret, su Montesa (con 50 penalità) e l’inglese Ewan Roberts, su Beta, fermo a 52 come il connazionale Toby Martin (Vertigo), ma quarto per la discriminante degli zeri. Non va oltre il quinto posto il nostro Luca Petrella, che lamenta errori banali in zone facili totalizzando 58 penalità totali, mentre particolarmente sotto tono è stata la prestazione di Filippo Locca, ufficiale Beta che mal digerisce questa prima giornata e termina incredibilmente al 19° posto con un carico di penalità decisamente eccessivo per un pilota del suo calibro.


La categoria Trial 125, vede l’affermazione inaspettata del giovane inglese Billy Green su Beta, che riesce a vincere il confronto con il favorito di questo campionato, e cioè il nostro Lorenzo Gandola su Scorpa, ed il terzo classificato Eric Miguel, tutti racchiusi in una decina di penalità. Da segnalare la buona prestazione dell’altro italiano in gara, Carlo Alberto Rabino su Beta, che agguanta un’ottima ottava piazza da esordiente assoluto.

 

Gara 2

Come spesso accade qui in Giappone, il clima ribalta completamente le condizioni del percorso, e dopo il nubifragio dei giorni precedenti la domenica si presenta con un sole caldo e splendente, che naturalmente asciuga il tracciato in breve tempo rendendo la vita più facile a tutti i piloti. In queste condizioni i punteggi si abbassano notevolmente, e la classifica vede tornare al vertice gli specialisti spagnoli, che trovano la migliore condizione per esprimere il grande talento e la tecnica che contraddistinguono la scuola iberica. La gara vede quindi ai primi quattro posti i soliti Bou, Raga, Cabestany e Fajardo, con però un finale al cardiopalma grazie al grande recupero di Raga sul campionissimo della Honda nel corso del terzo giro, quando, ad una zona dal termine, Adam pareggia i conti e pare poter rompere l’egemonia del marziano Bou: ma anche questa volta il sogno alla fine si infrange per un piede poggiato all’ultima zona! Delusione per Raga, ma anche la consapevolezza di essere sempre il rivale più temibile e consistente di Bou. Ancora quindicesimo Matteo Grattarola, che conferma di non amare il Giappone: peccato, perché il suo livello non è quello visto nel weekend del sol levante.


La categoria Trial 2 vede nuovamente la lotta tra lo spagnolo Moret e l’inglese Roberts, con quest’ultimo a prevalere di un solo punto grazie ad uno strepitoso secondo giro a zero; terzo l’altro spagnolo della TRS, Marc Riba, a quattro punti di distanza. Scende purtroppo all’undicesimo posto Luca Petrella, con due giri condizionati da molti errori banali e giudizi arbitrali discutibili, mentre finalmente ritorna in zone di alta classifica l’altro italiano Filippo Locca con un buon sesto posto, decisamente più a suo agio con condizioni di terreno asciutto.


Nella Trial 125, il nostro Lorenzo Gandola rimette le cose a posto con una perentoria rimonta sempre sul coriaceo inglesino Green, che dopo un primo giro in testa si faceva recuperare dal nostro talento, che guadagnava così la vittoria in terra giapponese due anni dopo i successi del conterraneo Marco Fioletti. Terzo classificato nuovamente lo spagnolo Miguel, un po' più staccato, mentre l’altro italiano in gara, Rabino, non va oltre l’undicesima piazza.


Va in archivio anche per quest’anno la prova giapponese, con al solito l’apprezzabile meticolosa organizzazione, il pubblico caloroso oltreché numeroso ed in fondo il misterioso fascino che questa terra emana per noi occidentali. Appuntamento quindi all’edizione 2018, mentre la prossima gara di questo torneo si terrà il 17/18 giugno ad Andorra.

 

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