Nuove moto e nuovo stabilimento: ecco il futuro di MV Agusta a Schiranna [VIDEO & GALLERY]

Nicola Andreetto
Siamo stati a Schiranna per provare la gamma 2023 di MV Agusta e parlare con i protagonisti di questa fase di evoluzione. Basta incertezze: il futuro è sempre più esclusivo e a Varese
7 giugno 2023

Negli ultimi tempi si sono dette molte cose riguardo MV Agusta e non sono mancate alcune contraddizioni e alcune, conseguenti, preoccupazioni da parte di appassionati, lavoratori e comunità locale. Da quando il Gruppo Pierer Mobility AG è entrato nella società lo scorso novembre si sono accese rinnovate speranze per una Casa che ha sempre entusiasmato per la sua produzione di alto livello ma che vuoi per le dimensioni vuoi per varie traversie societarie ha sempre incontrato difficoltà e incertezze. Negli ultimi anni sotto la guida di Timur Sardarov ha saputo superare il difficile periodo pandemico e continuare la sua gloriosa storia di raffinata produzione motociclistica rinnovando la gamma con l'obiettivo di essere sempre più desiderabile per i clienti ma allo stesso tempo sostenibile e profittevole per gli investitori. L'incontro con il gruppo Pierer ha aperto una nuova fase per MV Agusta, della quale ora - dopo qualche querelle - possiamo finalmente vedere il promettente inizio. Avevamo perciò una certa curiosità e aspettativa quando abbiamo ricevuto l'invito a visitare lo stabilimento di Schiranna per provare la gamma 2023 e per parlare di futuro del marchio. Anche perché quello stesso invito era firmato a quattro mani tra Italia e Austria.

Cosa abbiamo visto a Schiranna?

Appena arrivati siamo stati accompagnati dall'ingegner Brian Gillen, direttore R&D del marchio, a visitare la produzione. Abbiamo seguito la linea di montaggio dalla nascita del motore fino all'area di collaudo e abbiamo constatato un ordine superiore a quello che ricordavamo. Lo stabilimento può attualmente arrivare alla capacità produttiva di 15.000 moto l'anno, ma per MV Agusta non è tanto una questione di quanto ma di come. Ci ricordano a più riprese che non realizzano "pezzi" ma opere d'arte come le chiamano qui. E come dare loro torto? Brutale, Dragster, Superveloce... girando per lo fabbrica ci imbattiamo "casualmente" in quella che è la moto più attesa proprio da MV, ovvero la Lucky Explorer 9.5 della quale ci fanno trovare quasi per sbaglio un prototipo. Il suo arrivo era stato previsto proprio per questi mesi e si è temuto che non se ne facesse più nulla proprio per una supposta sovrapposizione con prodotti KTM o Husqvarna o per ragioni economiche. Niente di tutto ciò: la maxi enduro di MV si fa ed è in arrivo. La dovremmo vedere in veste definitiva il prossimo autunno. Intanto siamo riusciti a fare una ripresa del prototipo svestito.

Cosa ci ha detto Timur Sardarov?

Proprio lo stabilimento è stato uno dei punti centrali delle nostre conversazioni in particolare con il CEO Sardarov. Più volte negli anni è sorto il timore che il vetusto sito di Schiranna non fosse più adatto alle esigenze di una produzione moderna e che la proprietà volesse delocalizzare. Paure che sono riprese con l'ingresso di una struttura imponente come quella del gruppo Pierer, ma che vengono confutate proprio da Sardarov: "Ciò che vorrei fare con MV Agusta è portarla sempre più vicino alla sua comunità, alle persone, alla gente di Varese, ai bambini, ai turisti, ai fans. La MV Agusta di oggi è buona ma industriale, vecchia. La sua location però è unica e stiamo lavorando con la comunità di Varese per costruire un progetto veramente coinvolgente. Non si tratta di ricostruire la fabbrica ma l'intero sito, creare spazi pubblici per gli appassionati che potranno venire a vedere come le moto sono create." Il nuovo stabilimento secondo Sardarov "mostrerà il potenziale di questa regione, come questa regione cresce nelle sue capacità produttive. Sarà uno spazio stupendo in una location stupenda. Lo sarà per i turisti, per i bambini, per gli studenti, per i residenti. Possono arrivare per il week-end e visitare il museo, possono usare le facilities, passeggiare... Non sarà un sito industriale altamente sorvegliato ma parte della vita locale, qualcosa di cui la gente di Varese potrà essere orgogliosa. Credo che nei prossimi diciotto mesi inizieremo a lavorare a questo progetto, il piano è di completarlo in cinque anni ma quello che costruiremo qui sarà per i prossimi cent'anni". E riguardo alla sua gestione in questi quattro anni commenta soltanto "è stato difficile, ma sì sono soddisfatto". Abbiamo provato a punzecchiarlo sulle querelle che ci sono state negli ultimi tempi con la dirigenza KTM, ma sembra ormai acqua passata: "Non sono austriaco e non sono italiano, ma sono russo e posso mediare. Conosco molto bene la cultura austriaca e ora posso dire di conoscere anche quella italiana ed entrambe sono molto orgogliose e appassionate e ciò che voglio fare è che questa collaborazione diventi sempre più forte. Penso che nei prossimi cinque anni MV Agusta diventerà l'azienda più forte che sia mai stata e rappresenterà il design italiano, lo sviluppo del prodotto italiano, l'artigianalità italiana, e questa partnership consentirà alla compagnia di stare sulle proprie gambe in modo indipendente". Un uomo sempre molto sicuro Timur Sardarov e le uniche incertezze le mostra quando gli chiediamo quale sia la sua MV preferita: "ad essere sincero mi piacciono tutte e ho speso parecchio tempo su ognuna, lavorativamente parlando. Forse la Superveloce... Ma ho una Turismo Veloce... Questa (indica la Rush) è il riferimento della capacità artistica motociclistica e non c'è nulla come la Rush al mondo, non esiste un altro prodotto con la stessa attenzione al dettaglio".

Cosa ci hanno detto Florian Kecht?

L'incontro di Schiranna non è stato solo il momento per parlare di MV Agusta in senso stretto, ma anche e molto della sua relazione con un partner così importante come il gruppo Pierer rappresentato da Florian Kecht, membro del border e uomo molto vicino a Stefan Pierer. A lui abbiamo chiesto soprattutto come una realtà piccola e molto artigianale come MV possa influenzare una realtà industriale globale e viceversa: "Penso che Pierer Mobility possa dare molto valore ad MV Agusta nello stabilizzare la catena dei ricambi e rendere più sostenibile la produzione ma anche nel ricostruire la distribuzione. E questo è veramente il messaggio principale che voglio dare oggi. Vogliamo assicurare il nostro impegno per il futuro del brand MV Agusta ma vogliamo anche invitare i dealer che potrebbero prendere in considerazione un coinvolgimento con Pierer Mobility per MV Agusta ad unirsi a noi ora. Perché come abbiamo detto stiamo ricostruendo il network globale. Stiamo lavorando ai processi di logistica, ricambi, servizi in modo da costruire veramente un modello di business solido e sostenibile per i presenti e futuri dealer MV Agusta. Abbiamo trovato un'azienda piena di persone appassionate e dedicate che bruciano e vivono per questo brand ed è stato molto ispirante per noi vedere che dopo anni duri dal punto di vista economico per quest'azienda ci sia tanto entusiasmo e passione e amore per questo marchio. Ciò che è importante per noi ora è costruire il giusto network per supportare i nostri clienti e mettere a disposizione ciò che la struttura di Pierer Mobility è abituata a fare anche per gli esistenti dealers MV Agusta. Questo è il mio primo e fondamentale obiettivo". Gli chiediamo allora quale sarà invece l'obiettivo dal punto di vista dei numeri, se le 15.000 unità raggiungibili dall'attuale stabilimento siano o meno il goal del prossimo futuro: "Il nostro approccio sarà diverso e sarà produrre una moto in meno di quanto è richiesto dal mercato e rimanere fedeli al brand in modo che ogni prodotto abbia tutto il DNA MV Agusta. Poi che siano dieci, dodici o ottomila moto prodotte non è così importante finché continueremo a produrre le moto giuste. L'aggiunta di MV Agusta alla famiglia ci permette di focalizzarci ancora di più sull'identità di ogni brand. Abbiamo l'opportunità di imparare molto l'uno dall'altro".

Cosa ci ha detto Luca Martin?

Nel board di MV Agusta in qualità di COO (Chief Operating Officer, un tempo noto anche come Direttore Generale) c'è oggi un uomo che arriva da KTM ma è italiano. Si chiama Luca Martin e abbiamo approfittato dell'occasione per conoscerlo meglio. Friulano, appassionato naturalmente di moto, ci ha raccontato un po' della sua storia e del suo punto di vista sull'importante fase che sta vivendo MV Agusta: "l'obiettivo a brevissimo termine è rendere i ricambi disponibili a livello globale come ogni cliente si merita e riuscire a stabilizzare la produzione in modo da ridurre i tempi di consegna ai nostri concessionari". Riguardo alla produzione è ancora più chiaro: "15.000 (moto prodotte) è un numero che in questo sito ad oggi possiamo tranquillamente raggiungere ma sarà una nostra decisione se arrivare a 10, 12, 13 o 15 mila pezzi. L'approccio al mercato sarà diverso. Noi cercheremo di servire comunque tutti i clienti ma saremo noi a stabilire quante moto saranno disponibili sul mercato. C'è un ammodernamento delle linee che qualsiasi azienda deve fare appena c'è l'opportunità. Anche se le nostre moto saranno esclusive e avranno un prezzo esclusivo è ovvio che si debba lavorare sull'efficienza". Circolano voci di una gamma più ampia di modelli, ma Martin non conferma né smentisce categoricamente: "Ad oggi abbiamo una gamma abbastanza solida e ben definita. Siamo sempre guidati dall'opportunità. Se ci sarà quella di espandere la gamma lo faremo, ma vogliamo mantenere anche quell'aurea di mistero". Non teme neppure ci possa essere una concorrenza per così dire interna: "Non parlerei di sovrapposizioni perché ogni brand ha la sua identità e specialmente MV è qualcosa di diverso. Parlare di sovrapposizioni è secondo me sbagliato anche perché stiamo parlando di un posizionamento completamente diverso. Non è che MV è all'interno del ventaglio KTM, noi sfruttiamo le sinergie di KTM per dare maggiore forza e maggior presenza ad MV. Ovvio che, come dico sempre, non c'è un venditore che vende sia la Panda sia la Ferrari. è molto più difficile vendere la Panda che la Ferrari però che la segretaria emetta l'ordine per una Panda o una Ferrari non cambia assolutamente nulla". Soddisfatti della chiacchierata con il management non ci rimane che far cantare i motori.

Cosa ci dicono le moto 2023?

L'azienda ci ha messo a disposizione Superveloce, Dragster, Turismo Veloce e Brutale 1000 RR per un bel giro attorno al Lago Maggiore, in Val Cannobina, Val Vigezzo e Mottarone. Strade che conosciamo bene, ma che fa sempre piacere affrontare specie in sella alle raffinate creazioni di Schiranna che per il 2023 hanno conosciuto vari aggiornamenti. Le famiglie rimangono tre (naked, sport e sport touring) basate sulle due piattaforme che già conosciamo ovvero il tre cilindri 800 e il quattro cilindri 1000. Superveloce, F3, Dragster, Brutale e Turismo Veloce sfruttano la prima motorizzazione in diverse configurazioni, Brutale 1000 RR e Rush invece la seconda. Dopo aver ripassato la gamma, vediamo quali sono stati gli aggiornamenti principali. Sul tre cilindri arriva il comando del gas con controrotazione che facilita l'utilizzo del cruise-control. Il display è un TFT a colori da 5", è stata migliorata la connettività e sia il software sia la piattaforma inerziale sono stati aggiornati. È presente anche il sistema di geolocalizzazione anti-furto oltre che la navigazione turn by turn direttamente sul dashboard. Troviamo poi un nuovo impianto frenante con pompa radiale e pinze Brembo M4.30 ed M4.32 Stylema più performanti e più leggere di 200 o 300 grammi a seconda del modello, nuovi pneumatici e una nuova calibrazione del cornering ABS che consente un maggior controllo in curva. Brutale ha beneficiato di una ergonomia rivista e Dragster di una nuova sella. Sulla versione RR di quest'ultima e sulla Turismo Veloce Lusso è montato il sistema SCS (Smart Clutch System) che consente in estrema sintesi di non usare mai la leva della frizione se non quando si avvia il motore. Neppure quando si parte a full-gas è necessario modulare la leva e (combattendo le proprie abitudini) si può spalancare a lasciar fare tutto all'elettronica. Ci pensa la moto a dosare e farci partire a razzo. Il funzionamento di questo sistema è davvero stupefacente e lo vediamo molto bene sulla Turismo Veloce in quanto lo abbiamo trovato più utile proprio quando viaggiamo. In abbinamento al quick shifter, l'SCS ci offre una maggiore rilassatezza e una rapidità di cambiata notevole senza mai perdite di giri.

Anche il motore 1.000 è stato aggiornato: sono state ridotte le vibrazioni addirittura del 54% grazie al contralbero di bilanciamento; è stato rivisto il profilo delle camme e lo scarico, le valvole radiali sono in titanio e sono stati adottati gli stessi interventi elettronici dell'800.

La gamma MV Agusta si presenta dunque più in forma che mai e nel percorso abbiamo avuto modo di passare dall'una all'altra moto evidenziando le specifiche qualità di ognuna. La seducente Superveloce si rivela una moto che cerca la velocità e la guida rapida. Il comfort sia per la posizione sia per un po' di calore che si percepisce all'interno coscia non è ai massimi livelli, ma non si tratta certo di una moto che viene scelta per viaggiare o per affrontare il traffico cittadino. Il tre cilindri risponde sempre con una grande grinta e rispetto ad altri motori concorrenti rivela la sua attitudine sportiva allungando e spingendo nella parte alta del contagiri. Le ciclistiche sono raffinate e l'assetto sempre rigido ci comunica ogni piccola imperfezione del terreno. Al lato opposto rispetto alla Superveloce c'è la Turismo Veloce che al contrario offre comfort e riparo aerodinamico senza rinunciare all'animo sportivo della Casa. Nel mezzo troviamo Brutale e Dragster. Quest'ultima ha una posizione di guida particolare comunque caricata sull'avantreno con i due semimanubri molto aperti e larghi. La nuova sella, esteticamente molto bella, migliora un po' il comfort senza tuttavia fare miracoli. Il motore 800 ha davvero tanta tanta birra, ma se proprio vi piace esagerare allora dovete provare la Brutale 1000 RR. Con la sua posizione di guida da sportiva e i suoi 208 cavalli è una creazione unica. Le vibrazioni sono state effettivamente ridotte e la risposta è sempre fluidissima anche in ripresa dai bassi con un tiro esagerato ed un allungo praticamente infinito che porta in pochi attimi a velocità insostenibili su strade aperte al traffico. Ha tanto carattere ma sa comunque mettere a tuo agio senza risultare mai scorbutica nella parte bassa del contagiri. Per tutti i modelli abbiamo apprezzato il grande senso di sicurezza offerto dagli impianti frenanti potenti e dal sistema ABS.

In MV Agusta ci hanno ribadito come loro non amino parlare né di unità né di pezzi prodotti e persino il termine moto pare riduttivo in quanto, con una certa simpatica e comprensibile presunzione, preferiscono parlare di opere d'arte. Una definizione che non possiamo di certo smentire perché come tutte le opere d'arte e di ingegno con una grande componente passionale e artigianale, vanno ammirate e interpretate. Il progetto di poterlo fare già dalla loro produzione in una location unica come quella che si affaccia sul lago di Varese non può che entusiasmarci.