Mash 2017: la prova delle nuove Black Seven 125, Scrambler 250 e TT40

L’azienda francese amplia la gamma di moto classiche e presenta interessanti novità monocilindriche di 125, 250 e 400 cc. Costano poco (e hanno qualche finitura migliorabile), ma sono divertenti e consumano niente. La Scrambler 250 ci ha sorpresi. Ecco come vanno
19 settembre 2016

Le moto vintage, café racer, scrambler - insomma le classiche, l’avete capito – sono la moda del momento. A dire il vero ci sono sempre state, ma oggi stanno vivendo la loro seconda giovinezza. Le Case l’hanno capito da tempo e hanno sfornato interessanti novità nella fascia medio-alta di prezzo e di cilindrata. Ma se guardiamo sotto i 400 cc (dove troviamo già Ducati Scrambler e Yamaha SR400), l’offerta di modelli è praticamente pari a zero.
Ed è proprio in questa fascia che si è fatta largo con un discreto successo anche in Italia la francese Mash. È distribuita in Italia da due anni dalla Fantic Motor e propone una famiglia di moto di piccola cilindrata completa, che spazia dal 50 cc 4 tempi (non importato al pari degli scooter) su fino ai 400 cc, con prezzi concorrenziali e una linea dal chiaro gusto europeo. Tutta la produzione è infatti fatta in Cina, ma con la progettazione e la supervisione degli uomini francesi. Le moto sono prodotte da Shineray, poi arrivano alla sede della Fantic Motor parzialmente smontate, dopodiché si procede all'assemblaggio completo, al relativo protocollo di verifiche e a un breve rodaggio pre-consegna ai concessionari.  
I motori sono di progettazione giapponese, costruiti poi su licenza nel paese asiatico. I 125 e 250 cc sono di origine Suzuki, mentre il 400 è in pratica quello della Honda XR400. Tutti sono dotati di iniezione elettronica e rispettano la normativa Euro 4.
In Italia Fantic Motor cura la rete di vendita e di assistenza della Mash, e può contare sulla fenomenale esperienza di uomini come l’ingegnere Mariano Roman (responsabile di tanti progetti Aprilia degli anni d’oro di questo marchio) e Francesco Scomparin (direttore vendite con un trascorso anch’egli nelle principali Case europee). Mariano Roman non si limita alla distribuzione, ma fornisce anche preziose indicazioni per lo sviluppo delle moto transalpine.

La gamma Mash conta 12 modelli di cilindrata compresa tra 125 e 400 cc. Qui siamo in sella alla Scrambler 400
La gamma Mash conta 12 modelli di cilindrata compresa tra 125 e 400 cc. Qui siamo in sella alla Scrambler 400
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La Mash presente interessanti novità nelle varie cilindrate (le vediamo sotto). Le moto sono accomunate da un’estetica accattivante, caratterizzata da linee semplici (in particolare la nuova scrambler 250, che si chiama Two Fifty, ci pare la novità più azzeccata di questo lancio). In prezzi sono concorrenziali; li avremo definitivi a breve. Qui trovate le moto Mash già a listino, mentre la nuova Black Seven 125 si posizionerà intorno ai 2.500 euro, la Two Fifty dovrebbe costare 3.800 euro, mentre la TT40 di 400 cc non dovrebbe superare i 5.500 euro (la Scrambler 400 costa infatti 4.990 euro).

Qui vi raccontiamo come sono fatte e come vanno le tre novità principali delle varie cilindrate. Siamo saliti in sella alla Black Seven 125, alla Two Fifty Scrambler 250 e alla TT40 400. Tutte condividono i motori e le ciclistiche (fatti salvi i freni e le sospensioni in alcuni casi) degli altri modelli che il pubblico italiano conosce già.

La Black Seven 125 è adatta ai giovanissimi di 16 anni, ma all'occorrenza trasporta comodamente anche i tester fuori-misura (come il nostro!)
La Black Seven 125 è adatta ai giovanissimi di 16 anni, ma all'occorrenza trasporta comodamente anche i tester fuori-misura (come il nostro!)

Mash Black Seven 125

Café Racer e Black Seven 125 sono le novità dedicate ai sedicenni. È sulla seconda che ci siamo concentrati, perché ha un’estetica riuscita. Non sfigura nemmeno in mezzo alle grandi; il merito va all’avantreno massiccio dove la forcella tradizionale da 37 mm si sposa bene col grosso disco da 300 mm. Il motore a 4 tempi di 124 cc ha l’iniezione elettronica e l’avviamento elettrico. Dispone di 11,6 cavalli a 8.750 giri e si accontenta di un litro per percorrere oltre 40 km (il serbatoio tiene 14 litri, pensate un po’ a che razza di autonomia ha questa piccola moto!).

Non dispone dell’ABS, ma ha la frenata combinata sui due dischi (da 300 e 220 mm). Agendo sul pedale del freno, si aziona anche il pistoncino centrale della pinza anteriore a tre pistoncini. Il comando anteriore agisce invece solo sul freno davanti. Le gomme Kenda misurano 90/90-17 e 110/80-17 e il peso è pari a 112 kg senza olio e benzina.
Nonostante il peso – quello nostro (85 kg), non della Black Seven – troviamo posto comodamente in sella, con i piedi che toccano subito terra. L’estetica rimanda alle classicissime Norton inglesi, ma di queste la Mash non ha certo le dimensioni. Si rivela facilissima e adatta a tutti, ma il pensiero corre ai ragazzi e alle ragazze di 16 anni che faranno di lei la prima moto. Il motore è silenzioso e molto regolare, ovviamente è lento a salire di giri ma sopporta all’occorrenza anche gli allunghi a quasi 10.000 giri tra una curva e l’altra. Le gomme danno una grande tenuta (superiore alle aspettative) e la Mash 125 corre sicura tra le curve. Il merito va anche alla frenata combinata, che dà un arresto potente e ben modulabile anche sugli asfalti rovinati. Le finiture sono nel complesso soddisfacenti, soprattutto in considerazione del prezzo. I filetti dorati del serbatoio non sono protetti dal trasparente e il tachimetro è poco preciso, ma sono questi gli unici difetti emersi nel nostro test in Corsica.

Mash Two Fifty Scrambler 250

E’ la novità che ci è piaciuta di più. D’altra parte non abbiamo più 16 anni (da un pezzo) e all’inizio non ci aspettavamo tanto da una moto così semplice. Invece la Two Fifty Scrambler 250 è fatta bene (tenete sempre in mente che costa meno di 4.000 euro). È semplice, ma non ha nulla di stonato o di pacchiano.

Dispone di un bel monocilindrico di 249 cc raffreddato ad aria, con iniezione elettronica e avviamento elettrico. L’origine Suzuki è evidente (come nel caso della 125) tanto nell’estetica quanto nell’ottimo comportamento di questo instancabile mono. I cavalli sono 20 a 7.500 giri, mentre la coppia massima è disponibile attorno ai 6.000 giri. La strumentazione non ha il contagiri, ma il tachimetro si legge bene e dispone anche del conta-marce.
Il telaio in acciaio impiega una forcella da 38 mm a steli rovesciati e due ammortizzatori. La frenata non è niente male, si affida all’impianto Bosch a due canali (non disinseribile, peccato) con dischi da 300 e 220 mm. Il peso a secco è di 130 kg, mentre i consumi dichiarati sono anche in questo caso incredibili e superiori ai 40 km/l. Le gomme cinesi Timsun misurano 110/70-17 e 130/70-17.
La piccola Scrambler è fatta bene. La sella è ospitale e l’ergonomia è adatta  a tutti, grazie alla sella bassissima. La nuova Mash ha un comportamento che appaga anche tra le curve di montagna. È agile e facile come poche altre moto. Vedi un ostacolo (e in Corsica tra cacche di mucca e maiali sembrava di essere dentro un video gioco) e riesci a evitarlo grazie alla facilità di guida della piccola moto francese. Le gomme tassellate sono oneste anche sull’asfalto e consentono alla Scrambler di muoversi in sicurezza anche sullo sterrato.
La frenata non è potentissima, ma si modula correttamente e soltanto sullo sterrato denuncia i limiti dell’ABS fisso. Il motore è sempre piacevole. Non strappa le braccia, ma arriva docile ai 100 orari in poco tempo e ha una bella erogazione anche ai regimi più bassi. Se non avete fretta, questa moto è proprio un bel giocattolino. Difetti? Non piace molto ai benzinai e lo spazio per il passeggero non fa gridare al miracolo.
E’ disponibile nera o rossa con motore nero.

Mash TT40 e Scrambler 400

La TT40 è la novità più sorprendente. Non tanto per la meccanica, che si rifà a quella della gamma 400 (dotata di motore di derivazione Honda XR400), quanto per l’estetica da Café Racer carenata. Sulla TT sventola la bandiera francese, ma a noi il cupolozzo col faro tondo ricorda le magnifiche Laverda SFC portate in gara da Nico Cereghini. La TT40 è una moto ben fatta nel complesso. Ci sono tante parti cromate e zero plastica. Il monocilindrico fa la sua bella scena ed è evidente nel disegno del carter e delle alette di raffreddamento la mano progettuale della Honda.

La distribuzione è sempre mono albero, ma qui abbiamo 4 valvole radiali (contro le due delle più piccole). L’iniezione è elettronica e il motore è Euro 4. Dispone di 27,6 cavalli a 7.000 giri, con una coppia massima di 3 Kgm a 5.500 giri. Il peso a secco è di 151 kg, mentre la sella è a 800 mm da terra. Il serbatoio contiene 17 litri (non è dichiarato il consumo).
Il telaio è in acciaio e la forcella ha steli da 41 mm e non è regolabile. Il disco anteriore misura 320 mm, il tamburo posteriore 240 ed è presente l'ABS (disinseribile). I cerchi a raggi misurano 18 pollici e ospitano pneumatici (il posteriore da 130) della Kenda. Sarà distribuita in tre colori (grigio chiaro, nero e rosso).

L'ingegnere Mariano Roman sulla TT40
L'ingegnere Mariano Roman sulla TT40


I due semi manubri sono bassi, ma non troppo. La TT non si rivela affatto una moto spacca braccia. Certo non è una tourer, ma alla fine fa la sua porca figura senza trasformare il motociclista in un fachiro. Le vibrazioni sono ridotte e il motore sale di giri senza strappi anche dai bassi. L'allungo non è eccezionale e a 7.000 giri il quattro valvole ha già dato tutto. Il cambio è morbido negli innesti e asseconda il mono nella sua progressione. I cavalli sono pochi in relazione al peso, ma aiutano nel prendere confidenza con la moto. La carena sportiva farebbe sognare qualche puledro in più, ma vista la cilindrata contenuta (e pure il prezzo) ci si può accontentare. La TT40 è piacevole sui percorsi misti, dove mette in mostra una guida facile e sicura. Le gomme Kenda dal look vintage hanno infatti un grip ottimale e la frenata sopporta bene anche le discese allegrotte. È invece migliorabile la visuale regalata dagli specchietti posti alle estremità del manubrio.
 

A fine giornata abbiamo giocato un po' con la Scrambler 400, che si conferma una moto facile, adatta ai giri senza fretta anche in due
A fine giornata abbiamo giocato un po' con la Scrambler 400, che si conferma una moto facile, adatta ai giri senza fretta anche in due

Nella nostra trasferta corsa abbiamo colto l’occasione per riprovare uno dei modelli più interessanti della gamma francese. Ci riferiamo alla Mash Scrambler 400. Ha un prezzo d’attacco (meno di 5.000 euro), un motore a prova di bomba (il 400 di derivazione Honda), l’ABS e consumi bassi. Soprattutto si guida in modo semplicissimo con un impegno pari a zero. Troviamo l'ABS a un canale (disinseribile) che lavora sul disco anteriore; dietro c'è invece un tamburo. Anche sulle strade di montagna risulta piacevole a dispetto della sua semplicità costruttiva. O forse proprio grazie a questa. Paga lo scotto di un marchio nuovo e ancora poco conosciuto, in un mondo – quello delle vintage – in cui la storia ha il suo peso. Ma forse il prezzo di acquisto convincerà molti a chiudere un occhio. 

Abbiamo usato

Casco AGV
Occhiali UFO Plast
Giacca OJ Mirage
Guanti OJ Fighter
Jeans
PMJ
Scarpe TCX

Maggiori info

Luogo: Zicavo (Corsica)
Meteo: sole, 29°
Terreno: strade statali

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  • Prezzo 2.890 €
  • Cilindrata 124 cc
  • Potenza 12 cv
  • Peso 112 kg
  • Sella 780 mm
  • Serbatoio 14 lt
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Scheda tecnica Mash Italia Black Seven 125 (2017 - 20)

Cilindrata
124 cc
Cilindri
1
Categoria
Naked
Potenza
12 cv 9 kw 8.750 rpm
Peso
112 kg
Sella
780 mm
Pneumatico anteriore
110/70-17"
Pneumatico posteriore
130/70-17"
Inizio Fine produzione
2017 2020
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