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La Multi è la prima e unica moto in produzione al mondo che, con una semplice pressione del dito, consente al pilota di modificare simultaneamente la mappatura del motore e la regolazione delle sospensioni
Controllo di trazione, sospensioni elettroniche e ABS permettono al pilota di avere sempre il polso della situazione e di godere, soprattutto, delle incredibili prestazioni che solo la Multistrada 1200 sa dare in questo segmento.
Segmento che, sino ad oggi, è stato una riserva di caccia quasi esclusiva della BMW R 1200 GS.
La Casa italiana ha però scelto saggiamente di percorrere una strada alternativa, molto più veloce. Il Dna delle rosse di Borgo Panigale è sportivo, e l'indole corsaiola è stata riversata a piene mani nella nuova moto da Mario Alvisi (product manager) e Andrea Forni (direttore tecnico).
Enduro stradale sì, quindi, ma con prestazioni, all'occorrenza, da vera supersportiva.
In questo modo la Multistrada riesce ad offrire qualcosa di realmente innovativo, creando una nicchia che mancava. Una moto che ti porta in ufficio col top case e la borsa del pc a tracolla, o in vacanza con la moglie e le tre valige in dotazione. Ma che ti regala anche prestazioni assai vicine alla 1198 che vince in Superbike: basta impostare il Riding Mode "giusto".
E non finisce qui: è possibile entrare nel menù di gestione e modificare i livelli di intervento del DTC, le condizioni di carico e perfino i click delle sospensioni Öhlins ! In questo modo il pilota può crearsi i Riding Mode su misura (e memorizzarli). Apprezzabile anche la possibilità di escludere l'ABS quando si affrontano le strade bianche.
Scommetto che ora il vostro pensiero sarà grosso modo questo: "oddio, dovrò portarmi dietro il libretto delle istruzioni". Sbagliato, gli ingegneri della Ducati hanno fatto il miracolo e reso la gestione dei Riding Mode davvero semplice, intuitiva. Tanto che si possono modificare in un battibaleno le impostazioni anche durante la guida.
Le diavolerie della Multi proseguono. La moto è dotata di serie della chiave elettronica: la si tiene sempre in tasca e basta avvicinarsi nel raggio di due metri per consentire l'avviamento; la chiave classica è comunque presente e serve il tappo del serbatoio, la serratura del vano sottosella da 3 litri di capacità (dove riporre un lucchetto o la tuta antipioggia) e le 3 valige (se presenti).
Persino il bloccasterzo è elettrico e viene attivato a motore spento attraverso il pulsante dell'avviamento.
Passiamo ora ai mototuristi incalliti, quelli forse più difficili da accontentare. A loro sono dedicati i paramani, che inglobano gli indicatori di direzione, un vano porta tessere a destra della strumentazione, il cupolino regolabile manualmente in altezza (6 cm di escursione), due prese di corrente a 12V sui due lati della moto, oltre agli accessori propri della versione Touring, che possono essere montati anche sulla base e sulla Sport.
Tutte queste meraviglie da terzo millennio si traducono, all’atto di mettere in moto, in pura libidine. Vediamo allora di scoprire come se la cava la Multistrada 1200, Mode per Mode.
LA PROVA SU STRADA:
Sulle strade chiuse al traffico dalla Guardia Civil, abbiamo toccato i 220 km/h. E c’erano ancora 2 rapporti da inserire
Il bicilindrico desmodromico accetta, con qualche leggero sussulto, la piena apertura del gas già a partire dai 2.500 giri/min.
Dai 3 ai 5.000 giri viaggia forte e consente riprese rapide, che gli permettono di tenere con facilità la scia delle altre maxi enduro.
A 6.000 giri il pilota ha un bel sorriso stampato sotto la visiera del casco: sa che da ora in poi vedrà le altre moto (comprese molte supersportive) soltanto negli specchietti.
Da questo regime emerge infatti l’anima superbike della Multistrada, che raggiunge velocità disarmanti con una disinvoltura incredibile. Sulle strade chiuse al traffico dalla Guardia Civil, abbiamo toccato i 220 km/h. E c’erano ancora 2 rapporti da inserire.
La risposta al richiamo del gas è immediata, anche troppo se si guida col passeggero, costretto a reggersi forte ogni volta che si solletica la manopola destra. L’assetto in queste condizioni è assai rigido; le sospensioni limitano i trasferimenti di carico anche quando si stacca forte, mentre il DTC dà sempre la giusta trazione alla gomma posteriore.
In questo modo, protetti dall’elettronica amica, è possibile gestire senza difficoltà la grande riserva di potenza della Multistrada.
Sul misto si apprezzano sia la maneggevolezza che la grande stabilità della moto, che cambia direzione al solo pensiero del pilota e si appoggia con sicurezza sulle Pirelli Scorpion Trail. Il pneumatico posteriore extralarge non influisce negativamente sull’agilità della moto e sopporta le scariche di cavalli del pompone bolognese.
La frenata, con un impianto del genere, non poteva che essere potente e resistente alla fatica; bisogna però abituarsi alla modulabilità del freno anteriore, che lamenta una corsa a vuoto di alcuni millimetri prima di attaccare con veemenza la coppia di dischi.
Le vibrazioni sono di bassa frequenza e non disturbano pilota e passeggero. Merito anche della sesta marcia overdrive, che fa girare il motore a bassi giri (a 90 km/h siamo a circa 3.000 giri/min, a 110 a 4.000 giri, a 130 a 4.500 giri).
Il Testastretta ha messo in luce anche ottimi consumi di carburante. A 80 km/h si sfiorano i 28 km/l, mentre a 120 km/h le percorrenze sono di circa 20 km/l. In questo modo, se non si sfruttano troppo i cavalli, è possibile coprire oltre 400 km con un pieno (20 litri) di benzina.
L’assetto delle sospensioni è sensibilmente più morbido e fa della Multistrada un’ottima incassatrice di buche e sconnessioni. Per contro sono più accentuati i trasferimenti di carico in frenata, avvertibili però solo quando si spinge forte. Situazione in cui basta fare un clic per ritrovare la fermezza dell’assetto Sport.
Urban. Un mode molto più che cittadino
I fortunati che guideranno la Multistrada si troveranno ad usare questo Riding Mode molto più spesso di quanto avranno pensato. I cavalli sono 100 (mica pochi comunque), l’erogazione è ancora più dolce ai bassi, e sopra i 5/6.000 giri la Multi rischiara la voce e mette le cose in chiaro. Pur sempre di una Ducati con motore Testastretta stiamo parlando.
Il bello è che ora è possibile scendere sino ai 2.000 giri anche con i rapporti lunghi, dalla terza in su, e riprendere con un’ottima fluidità di marcia.
I 50 cavalli in più, presenti con le altre mappature, sono concentrati tutti nella zona alta del contagiri e francamente di loro non si sente la mancanza quando si gira in città o si va al mare con la fidanzata.
Nel traffico si apprezzano la sella, posta a soli 850 mm da terra (ma c’è anche quella ribassata optional), e l’ampio raggio di sterzo (78° da parte a parte) che permette alla Multi di fare inversione anche in spazi angusti. Tra l’altro il basso peso la rende assai più manovrabile e meno impacciata delle concorrenti nelle manovre da fermo.
Enduro. Solo quando serve
Se sognate le fangaie e le pietraie, o le dune del deserto, siete fuoristrada. In tutti i sensi. E non basta il Riding Mode Enduro a riportarvi sulla retta via.
Impostata su Enduro, la Multistrada passa alla mappatura da 100 cavalli e vi permette di affrontare le strade bianche senza temere l’impatto con qualche buca di troppo o con qualche sasso “imprevisto”.
Il paracoppa in alluminio protegge il propulsore, mentre il DES incrementa il precarico del mono-ammortizzatore e apre l’idraulica di entrambe le sospensioni per meglio attutire le sconnessioni.
Il risultato è positivo.
Abbiamo deciso di esagerare un po’ per mettere alla frusta la Multi su uno sterrato molto veloce, dal fondo duro, disseminato di buche secche, profonde anche 15/20 centimetri.
La maxi Ducati non ha fatto un plissé; in particolare la forcella Öhlins ha assorbito mazzate da orbi fino ai 120 km/h, oltre i quali non ce la siamo sentiti di andare (per spirito di sopravvivenza, la moto sicuramente sarebbe andata oltre).
In queste particolari condizioni (sterrati veloci, bucati) la Multistrada 1200 S vanta un’accoppiata Öhlins che ne fa la prima della classe.
I terreni più accidentati le sono invece preclusi (ma che senso avrebbe portarcela?) dalla limitata luce a terra del motore e dalla posizione piuttosto bassa del manubrio, che rende faticosa la guida in piedi sulle pedane per i piloti più alti.
Ma se il vostro giro comprende un po’ di città, un noioso trasferimento in autostrada, quattro belle pieghe nel misto e un sentiero per raggiungere la vostra caletta preferita, beh allora sappiate che con la Multistrada 1200 arriverete prima degli altri. Con un bel sorriso stampato in faccia.
VAI A PAGINA 2 PER LEGGERE GLI APPROFONDIMENTI:
- Il motore dell’1198 si dà al turismo e diventa Testastretta 11°
- Ride by wire, DTC e DES
- Il Multi telaio: acciaio, alluminio, magnesio e tecnopolimeri
- Brembo e Pirelli per una matrimonio all’italiana perfetto
- Pregi e difetti
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