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Simon Whitelock non è un nome comune nel mondo delle moto custom. Il suo curriculum include progetti fuori dall'ordinario, come la famosa Kawasaki a 48 cilindri, una moto assemblata con numerosi blocchi motore a due tempi.
Per alcuni, pura follia; per altri, genio tecnico senza pari. Ed è con questo spirito che nel 1999 è nata la KH606.
La base di questa creazione meccanica è la Kawasaki KH250, un modello popolare nel Regno Unito negli anni '70. Era una moto semplice, agile e affidabile, spinta da un tre cilindri a due tempi. Ma Whitelock aveva altri piani. Per creare la sua "bestia", ha assemblato sette cilindri da motori Kawasaki KH250, dando vita a un'architettura completamente nuova.
Il risultato è un motore in linea tanto sublime quanto delirante: mantiene l'estetica classica dei due tempi giapponesi, ma ne amplifica volume, complessità e, naturalmente, l'impatto visivo e sonoro. Ancora oggi, non esiste nessun'altra KH con una configurazione simile al di fuori di questo progetto unico.
Per ospitare un simile colosso meccanico, numerosi componenti chiave della moto sono stati ripensati da zero. Il telaio originale è stato rinforzato e allungato, mentre sia il serbatoio che la sella sono stati allargati di circa 10 cm per accogliere l'imponente blocco motore. Sorprendentemente, nonostante tutte queste modifiche, la moto conserva parte del carattere estetico della KH originale.
La parte anteriore deriva da una Kawasaki KH500, con una forcella telescopica più robusta e un sistema frenante a doppio disco. Il freno posteriore rimane a tamburo, anch'esso dalla KH500.
Tuttavia, l'impianto frenante potrebbe non essere adeguato a gestire il peso aggiuntivo e la potenza di questa bestia a sette cilindri.
Come scritto sopra, questa Kawasaki KH606 è attualmente all'asta in Giappone. Il suo prezzo di partenza non è certo per tutti: circa 12 milioni di yen, equivalenti a circa 75.000 euro.
Al di là del suo valore economico, questa Kawasaki KH606 è molto più di una moto. Rappresenta un pezzo di storia vivente del motociclismo più eccentrico, una vera e propria scultura su ruote che spinge al limite la meccanica tradizionale. Senza dubbio, chi avrà il coraggio di possederla le garantirà un posto d'onore nella propria collezione.
