Special Buell Chronos

Ha un imbarazzante rapporto peso/potenza di un kg per cavallo. Ma non è la solita mille giapponese. Deriva dalla Buell XBRR, sfodera 150 cv per 150 kg e ha il controllo di trazione
14 marzo 2008


Già ce li immaginiamo i ragazzi della scandinava Hillbilly Motors, chiusi in un garage a ingegnarsi su cosa fare nelle gelide serate del Nord.

Prendere una mille giapponese, spogliarla degli accessori da strada e kittarla per la pista?
Troppo semplice, le varie CBR, R1, ZX-10 e GSXR vantano già di serie un rapporto peso/potenza decisamente racing.

Ecco che nasce la pazza idea capace di scaldare l'ambiente e mettere all'opera l'ingegno della squadra: prendere la Buell XBRR e farne un animale da pista, capace di vomitare sull'asfalto kgm come se piovesse.
E con una potenza - 150 cavalli subito disponibili - che ha consigliato l'adozione del controllo di trazione.

25 anni di onorata carriera
La scelta della Buell non è casuale. È un omaggio a Erik Buell, che 25 anni fa iniziò l'avventura di preparatore di moto decisamente anticonvenzionali.
E un quarto di secolo più tardi sono altri preparatori di special a rendergli un tributo.
Della XBRR Chronos verranno realizzati solo 50 esemplari, destinati a lottare in pista nelle categorie riservate ai bicilindrici.

Trazione sotto controllo e corona pinzata
Jens Krüper, il capo della Hillbilly, ha sviluppato il controllo di gestione della trazione specifico per questo modello.
Il sistema sfrutta un sensore montato sulla ruota posteriore che ha obbligato i tecnici a rimuovere il disco posteriore.

Una pinza a due pistoncini interviene direttamente sulla corona che, come si vede nelle foto, è abbondantemente forata. Una soluzione mai vista, strano che lo stesso Erik non ci abbia pensato prima...

L'ammortizzatore posteriore è uno Showa, montato orizzontalmente e senza l'interposizione di leveraggi.
Questo posizionamento è studiato per favorire il raffreddamento del motore che, vista la potenza in gioco, raggiunge temperature d'esercizio decisamente elevate. Anche per il clima scandinavo.

8 pistoni per un disco
Il disco anteriore mantiene l'impostazione tipicamente Buell del disco singolo perimetrale.
A cambiare è la pinza, una mostruosa Nissin a 8 pistoncini che sfrutta un air scoop in fibra di carbonio, utile a garantire il raffreddamento dell'impianto.

Anche il telaio in alluminio viene modificato.
Il trave del lato destro riceve una presa d'aria che incanala l'aria verso i 150 cavalli sprigionati dal motore.
Una potenza che ha consigliato l'impiego della catena per la trasmissione finale, in luogo della solita cinghia.
La frizione è mono disco a secco, con comando idraulico al manubrio, ed è provvista dell'antisaltellamento.

Come tirare fuori una simile cavalleria dalla Buell?
Non è dato sapersi, la bocca di Jens resta cucita. Il diametro mostruoso dei collettori di scarico parla per lui.


Andrea Perfetti

 

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