So-Cal Cycle Swap Meet, il mercatino delle pulci per motociclisti

So-Cal Cycle Swap Meet, il mercatino delle pulci per motociclisti
Pietro Ambrosioni
  • di Pietro Ambrosioni
Un incubo o un paradiso, a seconda di cosa ne pensiate di montagne di cianfrusaglie punteggiate di qualche vecchia rarità
  • Pietro Ambrosioni
  • di Pietro Ambrosioni
15 aprile 2015
Era un pezzo che volevo andarci ma per un motivo o per l’altro negli ultimi due mesi sono stato sempre in giro. Parlo del So-Cal Cycle Swap Meet, un mercatino delle pulci per moto e bici che si tiene ad ogni fine mese nel Veterans Stadium di Long Beach, appena a sud di Los Angeles.
 
Per colpa del terribile traffico losangeleño sono arrivato quasi troppo tardi, quando cioè molti espositori stavano già smontando i loro stand e quando, presumibilmente, la “roba giusta” era già passata di mano e di sicuro in viaggio sul pickup di qualche nuovo proprietarioMi sono dunque ripromesso di tornarci appena il mio calendario me ne darà l’opportunità, sebbene una prima idea me la sia comunque fatta.
 
Il concetto di base, attorno al quale ruota tutta la fiera, è secondo me il semplicissimo “How Low Can You Go”, ovvero: quanto in basso puoi cadere? Lo dico perché molta della roba che mi sono trovato davanti era se non patetica, perlomeno ridicola.
Capisco che ci sia qualcuno che cerchi disperatamente una vite particolare o un vecchio perno introvabile nelle regolari ferramenta, ma mai e poi mai mi sarei aspetto di poter comprare viti e bulloni “a manciata”.
 
«Ma se mi serve solo una vite?» Gli ho chiesto io. «Sono comunque tre dollari, quindi ti conviene prendere una manciata e cerca di includere la vite che ti serve» mi ha risposto lui. Ha!
Ovviamente la suddetta manciata, in tutto il suo lurido untume, te la cacci poi in tasca così com’è perché lui di sacchetti non ne ha… Alla fine ho rinunciato.

C’erano poi bancarelle piene di tutto, dai vestiti vecchi - scusate, vintage - ai caschi usati (luridi anche loro) ai vecchi stemmi ed emblemi. Immancabile la pila di patacche da cucire sul giubbotto, un espositore ne aveva una montagna buttata per terra, e i due o tre loschi figuri che mentre provano a venderti i pezzi di una R1 stesi alla buona su un lenzuolo, continuano a guardarsi intorno come se avessero paura di qualcosa. Per la cronaca: non mi hanno lasciato fare foto.
 

 

 
Alla fine, prima di smarrirmi nella terra di nessuno dei venditori di roba per biciclette, dove tutto - tutto - è accatastato in pile più o meno ordinate, ho fatto ancora in tempo a vedere qualche pezzo pregiato, come delle vecchie beach cruiser (le bici per andare in spiaggia) dai prezzi allucinanti una bicicletta che sembrava una Indian degli Anni 50, e una edizione limitata del gioco da tavolo Monopoli, in tema Harley Davidson.

 

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