Ride in the USA. Le KTM minicross 2017 con Dungey

Ride in the USA. Le KTM minicross 2017 con Dungey
Pietro Ambrosioni
  • di Pietro Ambrosioni
E' stato il campione Supercross a presentare a Las Vegas la nuova gamma Minicross 2017 di KTM. L'intervista a David O’Connor
  • Pietro Ambrosioni
  • di Pietro Ambrosioni
11 maggio 2016

In occasione dell’ultima prova del Supercross USA, KTM ha invitato un gruppo di giornalisti per presentare la nuova gamma Minicross 2017. Purtroppo era una giornata fredda e piovosa (praticamente mai visto niente del genere a Las Vegas, specialmente a maggio!) e siamo dovuti restare sotto la tenda del KTM Junior Supercross Challenge per tutta la durata della presentazione.

Il dettaglio tecnico e le specifiche della gamma 2017 li trovate nell’articolo pubblicato ieri, qui invece abbiamo realizzato una breve intervista a David O’Connor, che è il Media Relations Technician per KTM USA. In pratica tiene tutte le relazioni con le testate americane, assicurandosi che ricevano le moto pronte per le prove, corredate di tutto il materiale tecnico e fotografico necessario.
 

David, una delle cose che mi ha colpito durante la presentazione è la filosofia KTM per quanto riguarda il “percorso” dei piloti. Il marchio potenzialmente può seguire l’evoluzione dei bambini dalla 50 fino alla 450, mettendogli a disposizione il modello perfetto per loro nella fase di crescita, fisica ed agonistica

«Sì, KTM in questo momento è l’unica Casa al mondo ad avere una gamma completa e ready to race, dalla 50 fino alla 450 cc. Nel Motocross partiamo dalla 50 per poi passare alla 65, la 85, la 125 due tempi ed infine alle 4 tempi 250 e 450. Il family feeling è lo stesso per tutti i modelli, e molti elementi chiave della 450 di Dungey, non solo a livello estetico, si possono trovare già sulla piccola 50. Ci piace dire che KTM ha un modello per ogni età e per ogni livello di guida».
 

Interessante anche il discorso sui genitori…

«Va considerato che alcuni genitori sono ex piloti, o comunque appassionati che conoscono a fondo le moto, ma la maggior parte delle famiglie che si avvicinano al Minicross non hanno molte competenze tecniche. Per questo motivo i nostri modelli da 50 cc sono ottimizzati non solo per il bambino alle prime armi come pilota, ma anche per il padre o madre alle prime armi come meccanico. Vogliamo essere sicuri che le minime operazioni di manutenzione, come ad esempio pulire il filtro dell’aria, vengano fatte in modo costantemente corretto, senza che ci siano barriere tecniche tali da intimidire l’utenza. Per questo motivo nei modelli entry level abbiamo il miscelatore automatico per l’olio della benzina, e la cassetta filtro è velocemente accessibile senza attrezzi, rimuovendo l’unico sgancio rapido che è in fondo alla sella».

 

KTM attualmente è padrona del settore Minicross in America, ma non è sempre stato così

«Sì, quando sono arrivato 10 anni fa dall’Europa la situazione era molto diversa. Venivo da un continente dove KTM era un colosso, Rattray aveva appena vinto il mondiale e il marchio dominava in quasi ogni disciplina del fuoristrada. Qui in USA invece la situazione era molto diversa, e solo in pochi usavano le nostre moto per correre. Negli anni la situazione è cambiata, grazie a modelli sempre più perfezionati e competitivi, l’ottimo lavoro della nostra rete commerciale e delle concessionarie, e certamente anche un grosso sforzo di marketing. Oggi praticamente non spingiamo nemmeno più di tanto la gamma Minicross a livello di pubblicità: tutte le moto che arrivano dall’Europa, specialmente la 65 cc, vengono vendute nel giro di pochissimo tempo. Se vai oggi ad una qualsiasi gara di Minicross in America il cancelletto è completamente arancione».

 

 

La concorrenza qual'è?

«Nella 65 cc il concorrente principale è la Kawasaki KX65, poi si vedono sempre molte Cobra, un produttore artigianale americano che non è molto presente in Europa. Come ti dicevo, non spendiamo nemmeno una fortuna in marketing per le Minicross: i genitori presenti alle gare vedono che le KTM fanno la holeshot e vincono, e alla gara successiva si presentano anche loro con una KTM nuova di zecca. I risultati, quasi sempre ottenuti con una moto di serie, sono sempre la migliore pubblicità».

 

Il modello 50 base, la 50SX Mini, dove cambia rispetto alla 50SX?

«La nostra entry level, oltre ad avere le ruote più piccole, ha sospensioni con meno escursione, un angolo di sterzo un po’ più chiuso per favorire la maneggevolezza, miscelatore automatico, uno scarico meno spinto che addolcisce l’erogazione e una frizione automatica regolata in modo da innescare in modo meno aggressivo. È anche un pelo più leggera”.

 

La protagonista della gamma 2017 è però la 65SX

«Sì, la 85SX è invariata rispetto al modello 2016, mentre la 65SX ha subito una serie di miglioramenti radicali. Uno per tutti la frizione a comando idraulico, esclusiva KTM in questa categoria. Come sulle “moto grandi” ci sono poi le nuove sospensioni, con la forcella del tipo AER (cartuccia ad aria), i freni tipo wave con pinza anteriore radiale, il telaio costruito per davvero in Cromo-Molibdeno, il forcellone in alluminio nervato, manubrio oversize Renthal. Anche nelle plastiche è stata posta la massima cura affinché seguano le forme e le linee dei modelli da adulto. Al momento di salire sulla 65 i ragazzini sono già dei mini piloti, e la nostra moto gli dà esattamente quello che cercano: non è più un giocattolo, ma una vera e propria moto da corsa, ready to race secondo la filosofia KTM. Per darti un’idea, la 65SX sostituisce completamente la vecchia 65SXS, che ancora usiamo nel KTM Junior SX Challenge. Tutta la tecnologia e le innovazioni sviluppate sul modello SXS 2016 sono ora presenti sul modello SX 2017, tanto che abbiamo tolto dalla gamma la versione SXS. Anche in termini di potenza massima la moto esce già dalla fabbrica con il maggior numero di cavalli che questo motore può esprimere senza porre sotto eccessivo stress la parte termica. Si può intervenire per modificare l’erogazione e concentrare i cavalli dove preferisce il pilota, ma in termini di numeri assoluti siamo già praticamente al top».

 

Il Minicross è ovviamente un buon serbatoio di vendite per KTM, ma forse è ancora di più una perfetta operazione di marketing per cogliere e fidelizzare il cliente sin dai primi passi, e legarlo al marchio per tutta la sua “vita motociclistica”. Non tutti infatti continuano a correre, ma di certo non smettono di andare in moto, e KTM ha un modello adatto a loro, enduro, supermoto o stradale. E' così?

«KTM investe molto nel programma Minicross esattamente per il motivo che hai menzionato. Qui negli USA abbiamo il programma Orange Brigade, riservato agli Amatori (per “amateur” si intendono i piloti nella fascia di età immediatamente precedente al passaggio tra i professionisti, che nella AMA può avvenire solo compiuti i 16 anni - Nda). Ogni anno facciamo un minicamp dove invitiamo tutti i piloti che si sono distinti, e durante i giorni di training gli diamo la possibilità non solo di lavorare con istruttori di livello assoluto come Nathan Ramsey, ma anche di prepararsi per il salto nei professionisti. Un esempio perfetto è il “media training” dove gli insegniamo a gestire le emozioni della gara, come comportarsi e cosa dire sul podio, e come rispondere in modo corretto e professionale alle domande della stampa».

 

So che a brevissimo, meno di due settimane, KTM farà un importante annuncio riguardo alla gamma due tempi, forse un motore a iniezione? Puoi anticiparmi qualcosa?

«Per gli USA lanceremo tra meno di un mese la nuova 250SX a due tempi a Glen Helen. Sarà qualcosa di importante, ma sinceramente al momento non posso dirti di più».